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, intercettata al momento in cui ne avviene la recezione in una coscienza. Il che non è la stessa cosa che considerare l’opera d’arte dal punto di vista dello
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determinata in un individuo ricevente o fruitore. Per cui ogni considerazione sulla struttura, quanto sul modo di affiorare dell’opera ad una coscienza
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, quello in cui è generata normalmente e altri due nei quali è quasi focomelica rispetto alla prima. L’ammettere le due possibilità abnormi non significa
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soggetta al dubbio e non si possa mai ritenere come esaustiva. È il caso, fra i tanti, di Mallarmé e di Kafka, le cui opere non possono dirsi aperte nel
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Giunti a questo punto non sarà azzardato affermare che tutte le antinomie cui ha dato luogo il pensiero sull’arte derivano da una confusione fra i
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Lasciando da parte quanto si riferisce al primo punto di stazione, per cui ci riferiamo a quello che, a diverse riprese, abbiamo scritto in proposito
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antinomie accusano solo, senza poterla né esplicitare né dialettizzarla, la bipolarità originaria con cui si presenta l’arte al pensiero: arte come
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Per il fatto che l’opera d’arte entra a far parte del mondo della vita, per i mezzi fisici in cui è stata estrinsecata, come tale diviene oggetto e
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Alla definizione dell’arte come metafora epistemologica, che ha proposta Eco; «vale a dire che, in ogni secolo, il modo in cui le forme dell’arte si
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recepita dalla coscienza, deve essere individuata come opera d’arte. Quello a cui si trova di fronte la coscienza, all’atto della recezione, è in prima
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suo tempo. «Tenendo presente — ha osservato Piero Rafia — il criterio di importanza gerarchica con cui nel suo sistema tutte le attività culturali si
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finite, e precisamente nel senso in cui l’opera si consuma praticamente nell’immediatezza del presente, diciamo pure gastronomicamente, e cioè nel
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che nasce e muore a porte chiuse nell'espace d’un matin. L’«avanguardia» diviene allora puramente araldica come un titolo nobiliare al cui predicato non
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messa dell’oggetto in posa, ma proprio nel momento precedente alla messa in posa, nel momento in cui l’artista dovrebbe tagliare, per così dire,i fili
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oggetto la cui fenomenicità è ricavata e circoscritta in un fenomeno più vasto, la materia da cui l’oggetto è tratto. Ma questa circoscrizione in seno alla
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Solo limitatamente alla sua fenomenicità strumentale, legata ai mezzi fisici attraverso cui avviene l’epifania, l’opera d’arte potrà allora essere
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intenzionalità, altre da quella fondamentale per cui l’opera d’arte è intenzionata come tale, non hanno diritto d’ingresso. Un nuovo investimento
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per la fotografia indipendentemente dalla pittura contemporanea, come in epoca recente, in cui una resa esanime dell’oggetto non rappresentava certo
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alla tradizione formale borgognana da cui pure derivava, proprio perché la novità sostanziale avveniva alla base, alla costituzione d’oggetto e non
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A questo punto sarà chiaro che la bipolarità dell’arte, rispetto ai due punti di stazione da cui l’opera d’arte va indagata, è una bipolarità che si
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riconosciuta: ma, al momento che l’opera è compiuta in ciò per cui è opera d’arte, l’opera assurge a causa sui (cfr. cap. II). E se ciò è implicito nel
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, arbusto di rose, e coniglio alludono all’amore di Venere per Adone, e cioè ad un mito in cui il Rinascimento vedeva sia una prefigurazione della passione e
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’acqua da cui la Venere celeste è nata, e da cui nasce ogni cosa viva. Il trono della Venere celeste è poi un sarcofago-fontana, in cui si vede una
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alla morte, per cui il sepolcro di Terenzio giaccia pure dimenticato e il suo teschio in disfacimento (coi simboli del topo e della mosca), ma le sue
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Per cui «l’istituzione della verità nell’opera [d’arte], è il prodursi d’un tale esistente [di una tale realtà] che non era prima e mai sarà più in
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Ma l’arte come «realtà pura» non si porrà quale una categoria soprastorica, ens rationis o mero flatus vocis, contro cui è stato celebrato il
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quella intenzionalità senza di cui le opere d’arte non verrebbero alla luce. E potremo altresì valerci della testimonianza intersoggettiva e
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un ambiguo e infido campo finitimo delle scienze naturali, nel mondo esterno degli oggetti, a cui l’arte non partecipa che per il medium attraverso
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concreta con l’opera d’arte. Prendiamo allora il caso più semplice di un prodursi in presenza, in cui questo prodursi in presenza si ponga nudamente
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Così il poeta si serve di una lingua, in cui proprio consiste il repertorio (codice) che offre quel gruppo definito, ordinato, di elementi di
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matematica della informazione, in cui si può prescindere preventivamente dal significato, in quanto non vi si tratta di uno specifico messaggio o
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desumibili da chi intende esplicitarla nella storia in cui è nata e in quella in cui di volta in volta si rivela 30.
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teoria medesima ha suscitato, perché indizia l’impossibilità di risolvere i problemi di fondo della semantica sulla base positivistica su cui si regge
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variabile a seconda delle epoche e delle coscienze in cui ogni volta avviene la recezione dell’opera d’arte. Si scopre allora che mentre il valore di un
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nell’ambito storico in cui nacque. Non fondano il giudizio di valore, ma sono indici di cultura.
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Né il Raffa, a cui si deve un altro interessante tentativo di fondazione dell’estetica semantica, partendo dall’arte come linguaggio 49, secondo che
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basilare da cui procede anche Garroni. Tuttavia egli può contare notevoli punti a suo favore, perché, per il fatto di partirsi non già dalla risposta al
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. In questa varietà eccelle come esempio singolarissimo il linguaggio, per cui l’imposizione del nome, la designazione con un simbolo verbale di un
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Si precisa allora il problema dell’ambito a cui appartenga in via assoluta il primo e fondamentale momento della critica d’arte, che abbiamo definito
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. Successivamente potrà essere risalito il cammino e questo percepito, già avulso dal contesto, già investito di significato, verrà riportato ad una astanza in cui
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possibili direttrici di marcia, risulterà chiaro che si dovrà essere estremamente attenti a non confondere fra loro le strutture tipiche con cui astanza
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no, contiene, si dovrebbe risalire alla specificità stessa dell’opera, per cui è opera d’arte e per cui ha un valore insostituibile per la coscienza.
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strutture rientra come struttura portante nella poesia esaminata, allo stesso modo che il sistema o statico o dinamico con cui è stata realizzata un
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Abbiamo detto che i vari messaggi contenuti a differenti livelli dall’opera ne fanno parte integrale, ma non della struttura per cui un’opera d’arte
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dodici note i cui rapporti reciproci sono stati sensibilizzati e organizzati in modo da configurarsi come una speciale razionalizzazione, al punto da
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Perciò se tutto fa sistema, nell’opera d’arte, perfino le parti non realizzate pienamente, la struttura per cui si rivela opera d’arte non sarà
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Fra i parametri il cui uso va strettamente disciplinato riguardo alla esegesi critica dell’opera d’arte, a qualsiasi ordine questa appartenga, il
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’identificazione della causa col medio «attraverso cui si sviluppa una prova» fa emergere già nella causa la categoria. Quando allora Leibniz per la prima volta
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quantistica, ciò non toglie che il campo in cui gravita, ed in cui è stato formulato, sia lo stesso del principio di causalità, la logica.
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[tipi ideali estratti dal sapere empirico di cui si è in possesso] assumere una direzione in qualche modo diversamente configurata nei punti decisivi
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