Le due vie
, intercettata al momento in cui ne avviene la recezione in una coscienza. Il che non è la stessa cosa che considerare l’opera d’arte dal punto di vista dello
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la memoria ad una cosa. Ma una elencazione è impossibile, perché il carattere di feticcio all’oggetto viene dall’investitura simbolica di
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cui si arriva a quel resultato: che potrà essere anche povera cosa, ma sempre designerà un attimo di libertà e non di subordinazione. Nell’Informale
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veicolo? E di che cosa sarà veicolo, forse dell’idea?
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meglio dire l’irrecusabilità della nostra ricerca, occorre esplicitare in che cosa consista la recezione dell’opera d’arte nella coscienza.
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che la cosa più urgente fosse il contenuto semantico grezzo per ricostituire l’arte nella sua direzione classica, dopo lo sconvolgimento dell’nformale
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, come nei trapassi dell’evoluzione della specie, è venuta a strutturarsi. L’oggetto non è cosa o roba, non implica l’annullamento del soggetto, come
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tuttavia che l’ancora emergente apparire fenomeno di cosa che fenomeno-non-è.
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della corrente esistenziale fra la cosa e il mondo. Al mondo, come spettatore, è allora dato inserirsi nell’opera, e non come opera in fieri, né come
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mascherare una costituzione d’oggetto che non è avvenuta, un investimento simbolico truccato. Ben altra cosa è la vivida presenza con cui si realizza l
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’esser-là della cosa fotografata, ma ad una coscienza d’essere-stata-là. Si tratta d’una categoria nuova dello spazio-tempo: localmente immediata e
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a condizione che facciano inizialmente blocco, e, contrappuntati, non siano aggiunti. Che cosa sia il suono, infatti, dalle prime applicazioni, in
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situazione del fotografo verso l’oggetto: o se no, in che cosa se ne distinguano. Intendendosi bene tuttavia, che non sono questi i due unici casi che
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dipende perché, ai fini logici a cui deve servire la concettualizzazione, l’esistenzialità della cosa sarebbe un inutile ingombro, donde, riducendo ad
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’acqua da cui la Venere celeste è nata, e da cui nasce ogni cosa viva. Il trono della Venere celeste è poi un sarcofago-fontana, in cui si vede una
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strati geologici sia composta, e anche che cosa abbia significato per un dato popolo o lungo il succedersi delle varie epoche.
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Heidegger, indagando l’origine dell’opera d’arte 5, comincia in primo luogo a distinguere in che differisca l'esser-cosa dell’opera d’arte rispetto
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mondo’ hegeliano. La ‘forma autonoma’ della particolarità, l’opera d’arte, è al contrario in primo luogo qualche cosa di creato dall’uomo che non pretende
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opere d’arte, proprio perché è «senza senso» discettare su ciò che non si sa che cosa sia, di cui non si arriva a dare definizione di sorta, né potendosi
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strumentali rispetto alla presenza che l’opera d’arte realizza. Occorre perciò l’esame di che cosa sia e in che cosa consista un messaggio.
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messaggio deve trasmettere, che è di cosa che non si produce in presenza, deriva il carattere meramente strumentale di quel «gruppo di elementi»: l
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dalla raccolta di elementi successivamente alla sola cosa accaduta in presenza, la caduta. Da questi elementi risalirò o non risalirò alla causa: il
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fotografia rispetto alla cosa fotografata 38. Come dunque l’apprezzatore doveva riporre l’opera d’arte tutta dalla parte del ricevente, così nell’iconicità
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già si è detto 50, riuscirà ad esplicitare, mantenendosi nell’area empirica da cui si prefigge di non sconfinare, in che cosa consiste il sui-generis
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oggetto-soggetto, come della contrapposizione cosa-valore, si fonda sul riconoscimento, riconoscimento ottenuto in via sperimentale, che uno stesso
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cosa: aliquid pro aliquo. E per flagranza intendiamo la presenza che la coscienza realizza a contatto di una realtà esistente, mentre, per astanza, la
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’illustrazione e che cosa porti al testo l’illustrazione, è incerto se l’immagine raddoppi certe informazioni che dà il testo, e accusi per ciò un fenomeno di
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della sua astanza e il suo presentarsi come realtà astante: l’opera d’arte è una parola che al tempo stesso è la cosa che significa. Non rimanda ad
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elementi insieme, veniva fatalmente a identificarsi alla cosa stessa, mentre, se non si mirava al principio come fondamento, ma alla connessione
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offre le caratteristiche di una causa, che abbia cioè per conseguenza un effetto. Ratio e conseguenza non sono la stessa cosa che causa ed effetto
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ogni modo, non è affatto pacifico che cosa significhi identità» 14. Può significare che è lo stesso, lo stesso come se stesso: lo stesso con se
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naturalmente anche di rappresentare la cosa nella sua totalità» 41. Se questo passo fosse isolato sembrerebbe dunque dovesse discenderne un rigido
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