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irriducibile. Ma, questi due punti di stazione, non coincidono con quello dell’autore e con quello dello spettatore. Col primo punto ci volgiamo all
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Una volta riconosciuta l’origine simbolica alla radice della creazione artistica, e come questa origine simbolica non andava confusa con i
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, in lato senso classica, pur con tanta minore partecipazione dello spettatore: ma non fino al punto da poterglisi imporre dall’esterno come opera d
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del ricevente, e che questo punto di stazione, se non è integrato da quella specie di triangolazione che si produce con l’analisi della struttura del
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D’altro canto il contrasto intimo dell’architettura moderna era proprio quello di avere come tema lo spazio interno (e con ciò tutta la sua polemica
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antinomie accusano solo, senza poterla né esplicitare né dialettizzarla, la bipolarità originaria con cui si presenta l’arte al pensiero: arte come
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, che cerca appunto di recuperare il paradiso perduto con la mitificazione del quotidiano, l’utensile esaltato a vitello d’oro, la saturazione del tempo
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tecnica di produzione dei beni di consumo con la divisione del lavoro, né la macchina avrebbero potuto produrre la massificazione dell’individuo
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realtà, ossia di un’impostazione ontologica, e l’arte rifletterà questa, e non la scienza e la cultura, contrapponendosi o componendo, con un
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attuale, soprattutto con riferimento alla pittura-scultura, anticipa sulla comprensione. Di questo sorprendente porsi in situazione, anche da parte dell
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suo tempo. «Tenendo presente — ha osservato Piero Rafia — il criterio di importanza gerarchica con cui nel suo sistema tutte le attività culturali si
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’istantanea, alla resa diretta del vero, la pittura. Con questo è chiaro che il parallelismo della fase iniziale per la pittura e la fotografia, non poteva
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negare l’identità iniziale dell’assunto per un pittore o un fotografo: anche nell’intento, con opportuni accorgimenti, di trarre in luce l’interiorità
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Vi è allora un’ambivalenza, nel modo di porsi in relazione con l’oggetto: da un lato la coscienza lo visualizza in maniera da isolarlo e farsene un
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Così con l’informale si è avuto la massima distanza fra fotografia e pittura, mentre ora con la pop-art si stanno riaccorciando le distanze. Ma
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Il fotografo è autore nella scelta dell’oggetto e delle modalità con cui appare l’oggetto, e spettatore dell’oggetto intenzionato come tale: come
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Quando dunque la pittura sembrava avere cancellato qualsiasi possibilità di equivoco con la fotografia, si scopre invece che è questo il momento di
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’attitudine del fotografo in quanto si ponga più distante da quella dell’artista, e cioè col minimo o con l’assenza di investimento simbolico. Senza l
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i perfezionamenti, volti tutti a trarre quanto più fosse possibile il film verso l’identificazione con la realtà esistenziale che fotografa. La sua
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trascritto e non per l’assimilazione al suono fisico che riproduce. Si è reso cosciente il trapasso integrandolo con un trapasso nella coscienza, che lo isola
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determinazioni; ma con una media che, senza potere essere fissata a priori, può tuttavia considerarsi una media piuttosto povera rispetto alla
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Il costituirsi addizionale dell’oggetto nella pittura fiamminga spiega come questa pittura poté nascere con un salto qualitativo innegabile rispetto
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un caso in cui l’arricchimento semantico dell’immagine avviene al momento della formulazione, senza con questo determinare un collasso della forma. È
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folgorante dell’astanza che è poi l’essenza stessa della realtà pura. Per cui, a togliere al Caravaggio il Fanciullo con la cesta di frutta e il
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nel mondo, tutti i mezzi sono egualmente disponibili. L’analisi dei mezzi impiegati e del modo con cui sono impiegati appartiene ad un secondo momento
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di lui tutti gli psicoanalisti: quello del nibbio cioè che avrebbe aperto e percosso la bocca del bambino con la coda. E lasciamo pure correre il
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tenera a 5 anni, o da una madre fallica, oppure al fatto di non essere mai stato con la madre ma vissuto in casa del nonno: qui appare chiaramente l
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tre le direzioni che il ricevente potrà assumere come attitudini fondamentali: con la prima, l’opera d’arte sarà accolta quale una presa diretta dell
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filologico con cui si riesce o si tenta di esplicitare il primo e il secondo strato, occorre «un’intuizione sintetica che può essere più sviluppata in un
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alla rottura di un solo anello, né l’opera d’arte, con questo riportata nell’alto mare di una decodificazione imperfetta o irrealizzabile, risultarne
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dipinti come si comportano? Occorre riconoscere che con l’una e con l’altra si comportano indifferentemente. È a questo punto che conviene ricordare la
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Ripetiamo che con questo non intendiamo gettare il discredito su ricerche erudite commendevolissime, che rappresentano il nesso stesso dell’opera d
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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Solo dopo avere documentato con due testi espliciti e di provenienza antitetica, l’ineluttabilità di concettualizzare l’arte come realtà, e sia pure
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presente non contrasta con la coscienza storicistica dell’opera d’arte, poiché a questa, indipendentemente da quello che la fa opera d’arte, e solo
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’originalità. Ossia, mentre nella termodinamica statistica l’entropia rappresenta quel che nell’andamento di un determinato processo fisico, contrasta con
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d’arte convoglia e trascina con sé, come una placenta, dalla sua nascita. Perciò l’opera d’arte non è un messaggio, ma contiene infiniti messaggi
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che trascina con sé si possano desumere infiniti messaggi. Ma non diversamente da come si inferisce l’autunno dalle foglie gialle e l’inverno da una
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, per di più pretendendo di surrogare l’indagine sulla struttura con la registrazione del comportamento del ricevente. Quasi che la trasformazione della
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quanto struttura, è coestensiva alla sola coscienza. Il viraggio che avviene nel percepito interrompe un nesso, con la realtà che si dava esterna nel
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possibili direttrici di marcia, risulterà chiaro che si dovrà essere estremamente attenti a non confondere fra loro le strutture tipiche con cui astanza
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strutture rientra come struttura portante nella poesia esaminata, allo stesso modo che il sistema o statico o dinamico con cui è stata realizzata un
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apologia: «con un’assunzione da parte nostra della perfezione dell’opera da studiare e con un’intera dedizione di simpatia» 15. Ciò che aveva per
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Monadologie 5«principium reddendae rationis sufficientis». Ed è con questa formulazione che passerà principalmente nella filosofia successiva. Ma, con ciò
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L’assimilazione del principio di ragione sufficiente al principio di identità è anche ripresa da Heidegger, seppur con altri argomenti 814
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che spinge ad assimilare il principio di ragione, e con esso il principio di causalità, al principio di identità? L’interna debolezza del principio di
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applicazione nelle scienze naturali. Per l’influsso esercitato dal determinismo che si affermò con la meccanica classica, tutto il pensiero filosofico
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’arte, non c’è flagrante contraddizione, ma nel modo con cui, per rapporto all’arte, si concettualizza la mimesi o la catarsi, la forma o il contenuto
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motiva con la tesi, e la conciliazione o sintesi che oltrepassa tesi e antitesi, non n’è la somma algebrica. Ma la concezione dialettica, che, nella
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Non si tratta dunque di rifiutare la concezione dialettica della storia, purché non si pretenda, con questa, di regolarizzarne il corso secondo uno
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