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per ciò non più un’immagine ma un segno. Ripetiamo che queste due ipotesi, se non sembrasse, ove si parla di storia, di lasciarsi andare ad un gioco
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sfracella sulle autostrade, fiduciosa, prima di quell’attimo fatale, di rientrare nella percentuale degli scampati, e non in quella soccombente. Ciò
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D’altro canto il contrasto intimo dell’architettura moderna era proprio quello di avere come tema lo spazio interno (e con ciò tutta la sua polemica
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di opposizione, per qualcosa che è arte o intende essere arte come fu appunto l’informale, non può ravvisarsi in ciò che, dichiaratamente, non vuole
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ciò non bastava e scaturì, allora, e da fonti varie, e in luoghi distantissimi, senza poetica, senza ideologia comune, come tutti riconoscono, l
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, dialettico, oppure col Banfi per cui, ciò che muore con l’arte moderna è semplicemente l’arte bella ove contenuto e forma coincidono» 14.
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della vita come un sasso in mezzo alla corrente e, facendo ciò, istantaneamente l’accettiamo come tale, in sé e per sé.
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quanto la può rendere più facile e volgare. È chiaro che intenziona, con ciò, qualcosa di inespresso, e che vale proprio in quanto inespresso, perché
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questo estratto anche se in moto, appunto estratto in moto e non ricondotto alla stasi); una volta detto e riconfermato tutto ciò, non designi la
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creativo, che abbiamo chiamata costituzione d’oggetto. E perciò il fenomeno così isolato non dà parallelamente, rispetto a ciò che abbiamo chiamato
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quanto resa scrupolosa dell’oggetto, ciò che implica non già mancanza di oggettualizzazione, ma proprio una oggettualizzazione intenzionata sull
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indagata alla stregua degli altri fenomeni. E ciò valga anche per la categoria della causa.
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la direzione prevalente verso cui si muoveva la pittura. Ciò non tende ad escludere che nella vicenda storica vi siano state collusioni, del resto già
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. Ciò, dunque, accade indipendentemente dal fatto che l’oggetto possa essere intenzionato per un investimento simbolico, come accade nella costituzione d
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Ed è ciò che riuscirà così ostico a capirsi dagli imitatori che non avranno un’altezza pari alla sua. E sarà la gloria di Vermeer di avere saputo
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riconosciuta: ma, al momento che l’opera è compiuta in ciò per cui è opera d’arte, l’opera assurge a causa sui (cfr. cap. II). E se ciò è implicito nel
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all’uno. E se la pluralità delle opere ha potuto rappresentare come uno scoglio insormontabile alla concettualizzazione dell’arte, ciò si deve alla
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profano di talento che in un erudito specialista» 14. E con ciò si ammette senza ambagi che all’indagine sull’opera si sostituisce la proiezione di quello
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infatti il preannunzio di Cristo che morì per amore dell’umanità. Ciò spiega anche l’acqua nel sepolcro, l’acqua, eau de jouvence, della giovinezza e
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dell’umana fallacia, si rischia di far passare l’accento, per l’opera d’arte, dall’astanza alla semiosi, ciò che è inammissibile. Così sarà pure una
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storico, né che sia possibile far ciò in margine e senza detrimento al suo porsi primario alla coscienza come opera d’arte. Inevitabimente si crederà di
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fare ciò, si può anche subire l’illusione che, avendo accantonato l’opera come opera d’arte, senza cioè porla in discussione sotto quest’angolo, non si
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’arte, non può dunque mai essere controbilanciato, né compensato da ciò che si trova presente e disponibile [dalla realtà esistenziale]» 8.
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opere d’arte, proprio perché è «senza senso» discettare su ciò che non si sa che cosa sia, di cui non si arriva a dare definizione di sorta, né potendosi
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«Messaggio è un gruppo definito, ordinato, di elementi di percezione attinti da un repertorio e raggruppati in una struttura» 22; se in ciò consiste
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messaggio è ciò che serve a modificare il comportamento di chi lo riceve 23, e perciò, nel messaggio, quel che conta, non è la sua lunghezza, ma quel che
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che è stata o sarà, altrimenti non comunicherebbe, si darebbe in proprio. Naturalmente ciò non esclude affatto che alcuni caratteri che possiede la
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del concetto di ridondanza a tutto ciò che è noto in un’opera d’arte e quello di originalità per tutto ciò che vi appare di improbabile, essendo
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, percezione e godimento. Denota il punto di vista del consumatore piuttosto che quello del produttore.» 33 Messo in chiaro ciò, sarebbe fuor d’opera un
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che non esiste e non è mai esistita. Ma se anche supponessimo che la comunicazione è capace di rendere comune un’esperienza, che ciò sia fatto
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In quanto al termine «iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un segno simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio una
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ricevente, sia che ciò avvenga per un contemperamento con le richieste del ricevente, sia che l’artista accetti di trasporsi, coscientemente o no, e più
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considerazione dell’opera in sé e per sé, che rappresentava proprio il momento liberatorio dell’artista. Ciò che soprattutto va tenuto presente in sede
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contrapposizione di una realtà non astante di cui quella astante assume la rappresentanza. Nel far ciò la presenza dell’oggetto, l’imminenza del percepito, è
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apologia: «con un’assunzione da parte nostra della perfezione dell’opera da studiare e con un’intera dedizione di simpatia» 15. Ciò che aveva per
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manifesta. Il codice in cui è redatta deve essere conosciuto in se, ma non, come il codice di una lingua, per i significati che convoglia. E ciò spiega
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’immagine architettonica 20. Che sempre immagine sarà, anche se di marmo o di granito. Ma con ciò non si nega l’esistenza di un codice architettonico che
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Monadologie 5«principium reddendae rationis sufficientis». Ed è con questa formulazione che passerà principalmente nella filosofia successiva. Ma, con ciò
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più caratteristico. Ciò che introduce all’interpretazione duplice che dà Heidegger del principio di ragione, da un lato come principio che riguarda l
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veritatis in universum seu connexio inter terminos enunciationis» 13. Con ciò si statuisce un’identità, e quindi la ratio come causa risulta implicita nell
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rivela questo carattere della base, come di ciò su cui ed in cui riposa l’appartenenza mutua di cose differenti.
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Noi vediamo già, per quanto in un modo ancora impreciso, che l’identità, in ciò che essa è, non va lontano senza il fondo (Grund). Ma il principio di
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lei [la causalità] vengono a collegarsi in maniera estrinseca e accidentale» scriveva ancora Hegel 17, e con ciò la causalità, appartenga pure alla
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, dell'infinitamente piccolo) la probabilità statistica, donde la meccanica quantistica si rivela una disciplina statistica, e ciò costituzionalmente e non faute de
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, anche nel campo dell’azione umana, non si potesse arrivare a imputazioni indubitabili, ciò si doveva ad uno stadio transitorio di ignoranza, a
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quantistica, ciò non toglie che il campo in cui gravita, ed in cui è stato formulato, sia lo stesso del principio di causalità, la logica.
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perché sussiste anche senza alcun seguito. Ciò che corrisponde alla necessaria distinzione che ogni diritto ha dovuto fare nelle imputazioni fra dolo e
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osserva che se «qualsiasi caso doveva fare scoppiare ugualmente il conflitto, ciò vuol dire che nella costellazione storica data possono venir isolate
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soppressione della causalità stessa nella storia. Non si può sopprimere la causalità, come non si può ridurre tutta la storia alla causalità. Ciò è
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le forme della coscienza, religione, filosofia, morale, ecc. ecc., e seguire sulla base di queste il processo della sua origine, ciò che consente
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