Le due vie
È chiaro dunque che, dopo che si è riconosciuta questa posizione dialettica dello spettatore verso l’opera, rientrerà nel metodo di una corretta
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ricevente — si integri, questi, o no — ma sull’apertura che è offerta dalla stessa struttura formale dell’opera. È chiaro che, pur se la possibilità da
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Tuttavia è chiaro che una distinzione così netta fra le opere aperte e quelle che sono solamente oscure 6 non si può fare dal solo punto di stazione
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, che diverrebbe quello che è la ciotola di Spoerri attaccata alla tavola: un oggetto costituito. Quindi è chiaro che, per l’architettura, non si realizza
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spazio esterno, ecco il vero, il nuovo tema dell’architettura moderna 12. Una volta enunciato, risulta chiaro, perché nell’urbanistica moderna
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formale che era. È chiaro che, per chi considera l’opera d’arte nella sua essenza, non ci può essere né moto sacralizzante né desacralizzante, in quanto
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; ed in questo movimento è chiaro che si simula più che si intenzioni effettivamente l’integrazione dello spettatore. Si simula, perché quel movimento
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quanto la può rendere più facile e volgare. È chiaro che intenziona, con ciò, qualcosa di inespresso, e che vale proprio in quanto inespresso, perché
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pittura su fotografia o viceversa, diventa assai più difficile ad essere fermato in un modo unidirezionale. Diventa chiaro allora che tanto per la
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’istantanea, alla resa diretta del vero, la pittura. Con questo è chiaro che il parallelismo della fase iniziale per la pittura e la fotografia, non poteva
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quella del pittore. Ora è chiaro che il pittore, nel costituirsi l’oggetto, non si pone come spettatore dell’oggetto, ma anzi sospende l’oggetto dal
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queste distanze si accorciano nel modo inverso a quanto avveniva quando la fotografia faceva Corot o Courbet o Degas. Allora era chiaro che la visione
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’immagine di Manet o di Renoir, dove non c’è sfocatura ma straordinario lampeggiamento: come del resto in Franz Hals e in Velasquez. È chiaro a questo
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A questo punto dovrebbe risultare chiaro quanto sarebbe ozioso ripresentare la domanda: ma insomma è arte o non è arte il cinema? Questo dilemma
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enunciato resulterà chiaro che nel primo caso si tratterà unicamente di un fenomeno riproduttivo, in cui l’oggetto, come si è spiegato differenziando l
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, prelevamento quasi integrale sull’oggetto percepito, oppure da reintegrazione al momento della formulazione d’immagine. Questa distinzione posta, è chiaro che
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potenziale ricchezza fenomenica. È chiaro, a questo punto, che il momento dell’investitura simbolica difficilmente potrà coincidere con quello di un
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A questo punto sarà chiaro che la bipolarità dell’arte, rispetto ai due punti di stazione da cui l’opera d’arte va indagata, è una bipolarità che si
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documenti, mette in chiaro che l’ipotesi più verosimile è che, Leonardo, con la matrigna non sia mai stato, perché il padre e la matrigna abitavano a
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È chiaro che la strumentazione metodologica altro non è che il metodo induttivo delle scienze, a cui si vuole assimilare anche l’estetica. Ma alla
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’arte come di oggetti fuori della coscienza. È chiaro che, una volta poste le opere d’arte fuori della coscienza, è impossibile reintrodurvele se non
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Vediamo se vi siano, al di fuori dell’arte, manifestazioni che presentino una caratteristica così straordinariamente contraddittoria. Ma è chiaro che
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, percezione e godimento. Denota il punto di vista del consumatore piuttosto che quello del produttore.» 33 Messo in chiaro ciò, sarebbe fuor d’opera un
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Il quadro generale si presenta ormai abbastanza chiaro: i tentativi di concettualizzare l’arte come segno, come messaggio, come comunicazione si sono
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Sarà chiaro, allora, che la distinzione fra quello che appartenga al primo o al secondo ramo della critica non si è intesa qui formalisticamente, ma
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possibili direttrici di marcia, risulterà chiaro che si dovrà essere estremamente attenti a non confondere fra loro le strutture tipiche con cui astanza
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sarebbe stato chiaro che la specificità dell’opera d’arte, in quanto tale, ne restava fuori.
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linguistico, risulta chiaro che ne esula qualsiasi specificità della poesia. Trattata come un messaggio diviene un corpo di dissezione anatomica, da cui lo
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Il problema allora è, se un contrasto simile fra le due meccaniche abbia o no portato ad un conflitto col principio di identità: ma è chiaro che, non
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. Ma è chiaro che la dialettica della storia, appunto perché desunta dalla storia, e cioè dal passato, si constata, ma non si predetermina: è una
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caratterizzazione della pittura fiorentina dei due secoli ricavandola dalle varie interazioni sociali, politiche dell’epoca, con un chiaro intento marxista.
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chiaro che le differenze stilistiche sono dovute non solo alle differenze individuali tra i vari artisti, ma anche al fatto che tali opere furono
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