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conciliazione al limite dell’impossibile, e, nell’astanza, un possesso individuale assoluto. Tutte condizioni alle quali risponde autonomamente l’opera d’arte
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E in quanto al Finnegans Wake si deve piuttosto parlare di criptografia che di opera aperta, criptografia e stenografia verbale che, nelle varie
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’esistenza nel suo farsi, né di un futuro escatologico, ma del futuro quale dimensione del tempo reale. La riduzione della vita umana al presente, l
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alienazione, la quale, ripetiamo, è un epifenomeno rispetto alla perdita del futuro, è nell’alienazione della coscienza attuale al presente, che sta l
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antinomie accusano solo, senza poterla né esplicitare né dialettizzarla, la bipolarità originaria con cui si presenta l’arte al pensiero: arte come
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Lasciando da parte quanto si riferisce al primo punto di stazione, per cui ci riferiamo a quello che, a diverse riprese, abbiamo scritto in proposito
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Ecco allora che è avvenuto l’ingresso nel nostro discorso di un elemento, l’industria, al cui processo tecnologico dilagante è ricollegato il
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Abbiamo detto che la massificazione è certamente collegata al processo tecnologico industriale ma non intendiamo inferirne che questo ne sia la ratio
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Su questa strada doveva prodursi non solo la perdita del trascendente ma anche quella del futuro: l’attuale riduzione al presente. Di per sé né la
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Se opposizione deve ravvisarsi fra Informale e design, è opposizione anteriore al concretarsi come Informale e design; è l’opposizione al dirigismo
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fusione in bronzo, denunciava non una formulazione ma il distacco dalla lampadina-utensile) al tubo di dentifricio, grande come una foca immonda
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’avanguardia, di porsi come eversiva, non solo innovatrice, verso il passato che approda al presente, non al passato in senso assoluto, per fondare una
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rivolto al passato, al primo astrattismo, e non al futuro, e quindi segnava il passo, il movimento che è venuto dopo, l’informale, non è stato avanguardia
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Eversione rispetto al passato e protensione verso il futuro, non accampamento nel presente: colpo di mano verso il futuro, tale è l’avanguardia. Il
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coscienza, mentre io, in quanto ricevo non già l’arte, ma l’opera d’arte, la intercetto al momento cruciale del suo rivelarsi a me, nella recezione che io
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che nasce e muore a porte chiuse nell'espace d’un matin. L’«avanguardia» diviene allora puramente araldica come un titolo nobiliare al cui predicato non
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flusso esterno della vita, dalla esistenzialità quotidiana, richiamandolo al proprio mondo assuntivo. Il fotografo invece, pur intenzionando l’oggetto
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capire la trasformazione che si è operata nel campo delle arti. Al di là delle motivazioni apparenti, la situazione attuale si vede dunque
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Al riconoscimento, dunque, dell’opera d’arte, in quanto fruisce ab origine e in re di questa singolarissima epoché, corrisponde ineluttabilmente il
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dipende esclusivamente dal fatto che la trascrizione fotografica è ritenuta strumentale mentre è essenziale, per cui, al suo costituirsi di fronte
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’integrazione sonora al colore, al cinema stereoscopico e al cinerama.
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possibili, con 1’«oggettività» che al cinema discende dalla fotografia, per cui è in primo luogo reportage. E come la fotografia è stata intenzionata
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trascritto e non per l’assimilazione al suono fisico che riproduce. Si è reso cosciente il trapasso integrandolo con un trapasso nella coscienza, che lo isola
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netto in realtà ebbe una ragione storica d’essere proposto, finché la posizione della fotografia e del cinema erano isolate nel quadro delle arti. Fino al
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A riprova di ciò sta il fatto che, nel cinema più avanzato, non si cerca tanto l’assimilazione al teatro o al racconto o alla pittura, quanto l
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prelevamento sul vivo al momento in cui l’oggetto dovrebbe costituirsi, oppure da reintegrazione al momento della formulazione dell’immagine. Così
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riconosciuta: ma, al momento che l’opera è compiuta in ciò per cui è opera d’arte, l’opera assurge a causa sui (cfr. cap. II). E se ciò è implicito nel
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dell’avvicinamento all’opera d’arte, e proprio al momento che la considera nel suo ingresso nel mondo, nelle modalità dell’epifania. Quello che noi
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aspetti da esse maggior luce di quanta possano portare, rassegnandosi in anticipo al fatto che la catena meglio congegnata di riferimenti può cedere
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consigliarla al Guercino: [proferuntur in scaenam meae fabulae] et in Arcadia ego [iaceo].
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storico, né che sia possibile far ciò in margine e senza detrimento al suo porsi primario alla coscienza come opera d’arte. Inevitabimente si crederà di
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è due volte impensabile al di fuori della coscienza, al momento della sua creazione e al momento della sua epifania in un’altra coscienza: e perciò
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Vediamo se vi siano, al di fuori dell’arte, manifestazioni che presentino una caratteristica così straordinariamente contraddittoria. Ma è chiaro che
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Dovremmo dunque ricercare qualcosa di simile non in produzioni collaterali al messaggio, ma dove si determini una presenza analoga a quella che si
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quanto possa modificare il comportamento umano, e quindi in primo luogo rispetto al ricevente e in secondo luogo rispetto al mezzo di trasmissione
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la semantica stessa, sicché bisogna contentarsi al più di risultati parziali.
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Ci siamo dilungati nel riportare la critica del Boas al Dewey, perché, essendo una critica formulata in terreno finitimo a quello del Dewey, era
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In quanto al termine «iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un segno simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio una
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Il paradosso della fotografia consiste allora nel fatto che, mentre si pone al primo avvicinamento come messaggio senza codice, messaggio continuo, a
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Sarà chiaro, allora, che la distinzione fra quello che appartenga al primo o al secondo ramo della critica non si è intesa qui formalisticamente, ma
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L’esistenza assoluta di un codice, alla base di una espressione artistica, non è mai una ragione sufficiente per assimilare l’arte al linguaggio
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al pensiero greco, ma, per la concomitanza dell’idea del fato, non potè dar luogo ad un determinismo in senso stretto, che solo il perfezionamento
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Che questa ricerca risultasse vana, è dovuto al fatto, secondo Kant, che non si dimostrano dommaticamente le proposizioni sintetiche. Così la causa
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L’assimilazione del principio di ragione sufficiente al principio di identità è anche ripresa da Heidegger, seppur con altri argomenti 814
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Questa sottilissima deduzione, in quanto riferita al principio di ragione, coinvolgerebbe dunque anche il principio di causalità, se non si stesse
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svolgimento temporale, e per la confusione col principio di ragione veniva addirittura anteposto al principio di identità, poteva veramente opinarsi che ove
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atteniamo al momento naturalistico puro e semplice, alla classificazione e al giudizio classificatorio (che è insieme connessione causale)... il
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che non si adatta né al livello causale né al livello intenzionale. Non si risolve al livello causale, perché tesi e antitesi non sono causa ed
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dell’arte nelle sue grandi successioni: ad esempio, dal romanico, al gotico, al rinascimento, al barocco, tanto per contenersi nello svolgimento
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Si sa che questa sicurezza è naufragata irremissibilmente per la scienza, che ha dovuto assumere come base la probabilità statistica al posto dell
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