Le due vie
bipolarità, attraverso le varie dottrine, non si presenti mai esattamente la stessa. Da Platone ad oggi, si assiste ad una fluttuazione che per altro finisce
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per ciò non più un’immagine ma un segno. Ripetiamo che queste due ipotesi, se non sembrasse, ove si parla di storia, di lasciarsi andare ad un gioco
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D’altronde nei casi che non possano attribuirsi ad incapacità o ad impotenza — e troppi di cotali esempi se ne può dare in ogni epoca e per qualsiasi
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fatto che quei modi nuovi in realtà rispondono ad uno status della coscienza attuale estremamente diffuso anche se confuso, e che si propaga ovunque
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artistici nei quali si era più espressamente dichiarata la riduzione ad una sola fase del processo creativo, e cioè la fotografia ma soprattutto il
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Naturalmente questa insoddisfazione, che colpisce l’architettura come esterno non realizzato, porterà e ha portato invece ad una intensificazione
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Si deve allora arguire in definitiva che le antinomie che incontra il pensiero sull’arte risalgono ad una riduzione fenomenologica errata e che tali
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fenomeno sociale più grave del nostro tempo, la massificazione che è alienazione, riduzione dell’individuo ad un essere eterocomandato, spossessato, inerte
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di tendenza, e non certo ad una maggiore gradevolezza della pop-art rispetto all’informale.
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presentazione dell’oggetto tout court tende ad affievolirsi, ad attenuarsi; a recuperare una ritmica diversa da quella dell’oggetto del mondo della vita
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propongono un oggetto ma non lo formulano, e nell’assimilazione imperfetta al vero indiziano il trapasso da una realtà materiale ad una posizione
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, non è ricollegata nessuna sussunzione ad un concetto empirico o ad uno schema preconcettuale. Incontrandomi con una bestia o una pianta che non ho mai
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approfondita. Pure, ad un nocciolo segreto deve, la fotografia, tanto le sue aspirazioni ad essere annoverata come arte, quanto il fatto di non riconoscersi
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Nella prima parte di questo saggio, riportandoci ad una analisi strutturalista di Barthes, abbiamo rilevato che il messaggio implicito nella
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particolare e ineffabile simbolo, dall’altro la stessa coscienza non può arrivare ad interiorizzarlo interamente. Il modello resta esterno, la lastra
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’opera d’arte è: altrimenti consisterebbe solamente in un fenomeno fra i fenomeni, come ritorna ad essere, nella sua mera risultanza fisica, quando non
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fotografica nel cinematografo, stabilendo un’opposizione recisa fra le due. Il ragionamento è il seguente: la fotografia induce non già ad una coscienza dell
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La massificazione della cultura è infatti un fenomeno irreversibile, conseguente alla industrializzazione, ed è destinato ad aumentare ed estendersi
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isola o si preleva degli aspetti particolari per adattarli ad una transeunte intenzionalità. Un tale declassamento dell’opera d’arte a fenomeno è sempre
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la direzione prevalente verso cui si muoveva la pittura. Ciò non tende ad escludere che nella vicenda storica vi siano state collusioni, del resto già
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Appunto per questo, non potendo, per il fine che ci muove, analizzare tutti i casi che a noi sembrano si siano dati, siamo costretti ad anticipare le
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Il problema della pittura fiamminga sarà ora più facile ad inquadrarsi.
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dipende perché, ai fini logici a cui deve servire la concettualizzazione, l’esistenzialità della cosa sarebbe un inutile ingombro, donde, riducendo ad
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’arte sono comprese fuori da ogni altra considerazione che sia ad esse estranea, non è meno legittimo di considerarle come ricercatrici e donatrici in
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nel mondo, tutti i mezzi sono egualmente disponibili. L’analisi dei mezzi impiegati e del modo con cui sono impiegati appartiene ad un secondo momento
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secondo è il soggetto secondario o convenzionale, ed è costituito da un certo ordine di connotazioni, ad esempio un coltello aggiunto ad una figurazione
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, arbusto di rose, e coniglio alludono all’amore di Venere per Adone, e cioè ad un mito in cui il Rinascimento vedeva sia una prefigurazione della passione e
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Ora, la storia si fa del passato, non c’è storia del presente: nel presente, per la storia, c’è uno svolgimento in atto che viene ad essere
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Né, con l’interrogare la presenza che realizza l’opera d’arte nella sua struttura formale, se ne verrà ad infrangere l’unità, ché anzi, da una tale
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Se io mi trovo di fronte ad una montagna, sentirò di colpo la montagna, in modo diretto e immediato: solo in un secondo momento potrò indagare
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’arte, propria ad una determinata concettualizzazione della realtà, sicché, cambiando le basi del sistema speculativo, l’arte non debba essere concepita
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E ancora: «L’individualità dell’opera d’arte si distingue da tutte le altre forme di rispecchiamento (ad es. quello scientifico) in quanto essa
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Questo sotterfugio introdotto dal Grosse (che aspirava ad una storia dell’arte come una storia naturale) è accettato sostanzialmente dal Garroni che
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procedimento fenomenologico ci porrà di fronte ad un’attitudine in base alla quale non dovremo più ricorrere ad una categoria prefabbricata e neppure
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Infine non sarebbe giusto obbiettare che la verifica della realtà senza esistenza non si può dare nello stesso modo col quale la scienza verifica ad
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’arte intesa nella presenza che realizza. L’opera d’arte si trova ad essere configurata, una volta rescisso il cordone ombelicale con l’autore, come
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Shannon e Weaver oltre che di Wiener 27, che la separazione fra informazione e significato viene ad essere legittima solo nella formulazione della teoria
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Di qui possiamo giungere ad una importante constatazione sulla natura del messaggio e dell’opera d’arte. L’uno e l’altra hanno in comune, dalle
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In un primo momento, delineando la Teoria dei Segni, il Morris si limitava ad includere anche le opere d’arte fra i segni, definendo l’estetica
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In quanto al termine «iconico», nella terminologia del Morris, «icone» è un segno simile, per alcuni aspetti, a ciò che denota: ad esempio una
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già si è detto 50, riuscirà ad esplicitare, mantenendosi nell’area empirica da cui si prefigge di non sconfinare, in che cosa consiste il sui-generis
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intenzionale delle strutture verbali» 6, è costretto ad osservare che qualsiasi genere di condotta verbale è orientato verso un fine, è intenzionale cioè: ma
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che ad un’indagine linguistica resisterebbe. Per questo, prima dell’immagine pubblicitaria aveva fatto la mirabile analisi del messaggio fotografico
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della sua astanza e il suo presentarsi come realtà astante: l’opera d’arte è una parola che al tempo stesso è la cosa che significa. Non rimanda ad
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che spinge ad assimilare il principio di ragione, e con esso il principio di causalità, al principio di identità? L’interna debolezza del principio di
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tornerebbe ad essere assoluta e non riferita ad una media statistica. Ma le cose non stavano così come si sperava, l’indeterminazione della meccanica
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Il problema allora è, se un contrasto simile fra le due meccaniche abbia o no portato ad un conflitto col principio di identità: ma è chiaro che, non
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, anche nel campo dell’azione umana, non si potesse arrivare a imputazioni indubitabili, ciò si doveva ad uno stadio transitorio di ignoranza, a
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, il sentimento o la forma, è inevitabile che ognuno di codesti termini venga ad aggregarsi delle connotazioni che contraddicono a quelle dell’altro.
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dell’arte nelle sue grandi successioni: ad esempio, dal romanico, al gotico, al rinascimento, al barocco, tanto per contenersi nello svolgimento
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