Le buone usanze
ragioni di convenienza, di deferenza, non ha altro dovere che quello di un regalo alla signora, che le ha fatto o chiesto l'onore di tenere a battesimo la
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giusti diritti, e ne avrà, in compenso, i dovuti riguardi: invece di criticare e disapprovare tutto quello che ella fa, sappia consigliarla affettuosamente
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stesso di quello con cui si è fatto il lutto grave, ma lo si attenua con un nastro viola, grigio, o anche bianco, un mazzo di viole o candidi fiori sul
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tolgono quello che ha di individuale questa maniera di dare forma esterna al nostro pensiero. Preparàti questi varii elementi, si può scrivere la lettera
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speciali, per conservarlo in quello stato di salute e di nettezza che forma la vera bellezza; mi limiterò peraltro a dire che sarebbe necessario introdurre
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tenersi a quello, tanto nel vestito quanto nel fazzoletto, nella carta da lettere, in tutto infine; bisogna che esso diventi un carattere distintivo
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palma, del tessuto di paglia, fatto dalle brune mani di qualche artista selvaggio, del ventaglino giapponese, di quello di semplice carta bianca
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maligni. Occorre dunque una grande rettitudine di pensiero, una gran dose di quello che i francesi chiamano savoir faire per cavarsela senza troppi
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morale di stabilire buone relazioni tra il suo paese e quello che lo ospita o almeno di non turbare l'armonia già esistente. Nelle occasioni in cui non si
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continuamente scontenti di questo o di quello. Si ricordino però che all'albergo non si è in casa propria, e quindi bisogna pensare ai vicini, ai quali
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mangia una metà ed offre l'altra metà al vicino; quello dei due che, nel primo incontro, si lascia prevenire dall'altro nel dire: buon giorno, philippine
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detta a tempo, con una parola sempre buona, animare un circolo di signore anche attempate. In fondo, per una fanciulla, quello del ricevimento e un po
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simpatico è quello che rimprovera al compagno la sua imperizia: se è tanto geloso della propria gloria si mostri più difficile nella scelta del suo
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paragone, direi quasi se ne trovi meno in quello della guerra. Non sarà quindi mai disapprovato abbastanza lo chauffeur che, con la sua macchina, senza
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missione che mi sono imposta, vi lasciò a guida un precetto che non potrà a meno di condurvi a beno agire: Non fate agli altri quello che non vorreste fatto
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se ha seco una giovane amica, fa per cortesia quello che altrimenti dovrebbe fare per dovere. In carrozza, siede a sinistra, anche se la accompagna
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moda, è addirittura insopportabile quello che trascura la propria toeletta intima, che ha unghie poco curate, barba da radere, macchie sugli abiti e
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possibile. Se due uomini accompagnano una signora, questa sta in mezzo, se la strada senza marciapiedi, a destra se il marciapiede esiste; quello dei due
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deve alle sorelle i riguardi, le cortesia che userà più tardi alle sue giovani amiche, altrimenti egli diventerà per abitudine quello che purtroppo
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corteggiata, spaventa l'ammiratore serio, quello che agisce con uno scopo fisso, ossia che ha per meta il matrimonio. Una fanciulla bene educata non
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attende la famigliuola. Se il matrimonio civile è celebrato il giorno prima di quello religioso, la sposa vi indossa un abito da visita elegantissimo, il
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, oltre al gabinetto di toeletta, c'è quello destinato al bagno in tutte le forme dell'idroterapia moderna; ma quando quest'ultimo non si possiede, è
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pomeriggio, e dura fino al momento che si sa, essere quello del pranzo della padrona di casa. In alcune famiglie usa che il servo o la cameriera
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dei piatti delle vivande fredde, le quali hanno un aspetto gaio e attraente per questo pasto del mattino, che è quello del vero appetito. I piatti
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, dei cristalli; non si mostrano ghiotti, nè difficili a contentare; lasciano sul piatto quello che non mangiano e finito il pranzo, a costo della loro
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quanto iI mondo: «Fare agli altri quello che vorremmo fatto a noi stessi». Così insegnavano i benefattori tutti dell'antichità, così ha insegnato il Gran
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Accademia della crusca
