Le buone usanze
trama; e forse sapendo che si trattava di una storia vera e vissuta, le donne e le fanciulle avrebbero tratto maggior profitto leggendola. Ma noi
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far mai alcuna cosa che urti in leggi già esistenti o create da noi. Un fanciulletto che entri in chiesa irriverente, che manca di rispetto ad un
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o semplicemente signor Z.; è però sempre meglio eccedere in cortesia verso queste persone che la sorte ha collocato al di sotto di noi e che hanno
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toeletta di un inglese, che in un mese per quella di un italiano,, . È duro, ma vero; noi non siamo puliti; eppure l'igiene e l'educazione impongono
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, una cosa a noi; e appunto per questo esso deve essere molto fine, delicato; una persona davvero elegante non ama circondarsi di tinte forti, di linee
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che inferiori forse a loro in molte cose, noi donne abbiamo però il senso dell'odorato assai più sviluppato. Per casa è raffinato tenere scarpe
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batiste, i merletti preziosi: ma la più modesta condizione permette una rigorosa nettezza in questa parte essenziale del vestiario, quella che tocca noi
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permettono certe posizioni rilassate e un non so che di poco conveniente al carattere di semplicità e di serietà che noi esigiamo nello nostre future spose e
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sentimento, l'igiene e il senso pratico della vita fanno di questa cura una necessità. E prima di tutto, il sentimento: è nel letto che noi apriamo gli occhi
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affascinano, col solo dono della parola. Noi Piemontesi, è vero, lo possediamo più difficilmente: il brutto vezzo di servirci del dialetto, un po' di
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cartoncino per noi di così esigua importanza. Volendo far pervenire un biglietto ad una persona alloggiata in un albergo, o ad un membro di un circolo
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noi perfettamente in regola, ha gli stessi diritti e quindi noi abbiamo il dovere di rispettarlo. Non si mettono i piedi sul sedile di contro: se vi è
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non si deve recare disturbo; ai servi che non possono badare a noi soli; ai mobili che non ci appartengono e perciò richiedono doppia attenzione per
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stropicciarlo, nasconderlo, perderlo, obbligando controllore ad una perdita di tempo, facendo correre al bigliettario il rischio di una multa ed esponendo noi a
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moda. Ciò però serve per noi; in Inghilterra, invece, il più amichevole invito impone l'abito di società, la scollatura, lo strascico, a seconda della
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prende parte l'uomo nella vita, è per noi cristiani, il battesimo. I genitori del nuovo nato, debbono aver pensato prima della sua venuta al mondo, alla
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egli impersona. I francesi parlando con un prete usano la formula: mon père; noi diamo loro il titolo che hanno: signor teologo, signor curato, oppure
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sedentaria e reclusa, noi siamo, quasi per reazione, invasi dalla mania del movimento, noi amiamo l'aria, abbiamo bisogno di respirare in sovrabbondanza
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ultima parola. A Parigi quasi tutte le signore cicliste hanno adottato l'ampio calzone alla zuava; da noi non si usa e non piace. Del resto le inglesi
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vivere! dimenticare noi stessi nella sostanza, e non solo nella forma, sicchè i nostri atti più semplici siano accompagnati dal sorriso sereno e leale
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signori uomini), 169. Rispetto verso noi stessi, 133. Rispetto verso i dipendenti, 9, 10. Ritratti. Vedi Fotografia, fotografo dilettante. Romanzi per
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, è rispetto per sè e sanità per il corpo. Noi italiani manchiamo troppo facilmente di rispetto a noi stessi; non è quindi a stupire se talvolta ci
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conosce (in America ed Inghilterra è la donna che saluta la prima, e l'uso va introducendosi anche da noi ed incontra tutte le mie simpatie, che mi pare
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future generazioni, noi dobbiamo fin da principio porre nel loro cuore le basi di queste buone usanze, avvezzandoli a rispettar tutti nella scuola e
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vestito tanti bows (nodi di nastro), quanti sono i loro adoratori che chiamano con enigmatico francesismo appunto beaux. Da noi la ragazza civetta, troppo
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noi l'uso delle demoiselles d'honneur, che vestono di chiaro e quasi sempre in modo poco dissimile l'una dall'altra. Per il ritorno a casa, dopo la
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pretendere dalla cuoca, o dal cuoco la pulizia piacevole a noi che ci pretendiamo raffinati. Bisogna prevedere i casi di malattia, in cui la più volgare
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troppo impressionanti; infine si agisce come si vorrebbe agissero gli altri verso di noi. II tempo propizio alle visite ordinarie comprende le ore del
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; da noi chi usa il grissino lo mette tagliato corto davanti al piatto; un po' a destra del piatto i bicchieri, due sono indispensabili, uno grande per
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quanto iI mondo: «Fare agli altri quello che vorremmo fatto a noi stessi». Così insegnavano i benefattori tutti dell'antichità, così ha insegnato il Gran
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Sani, buoni, graziosi, essi sono senza dubbio il sorriso, la gioia della nostra vita; ma noi stessi sia per ignoranza, sia per vanità, li rendiamo
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Accademia della crusca
