Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
letteraria sono l’ultima e più vera esplicazione della sua vita.
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e ingrandimento della chiesa dei Cavalieri in Pisa, che poi non vide compiuta. Ebbe il Poccianti lunga la vita e quasi mai scompagnata dalla buona
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architetto dei regi palazzi, vi conducesse la vita. D’ingegno vigoroso e versatile, e fornito di non comune erudizione, lasciò in carta molte invenzioni
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come architetto; le belle qualità dell’animo che l’adomavano traspaiono all’esame della sua vita privata; e le virtù cittadine risplendono chiare nell
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maestri. E da ciò si potrebbe trarre argomento di vita; la quale vogliamo sperare apparirà manifesta a questo concorso aperto per la facciala di Santa
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Come Antonio Canova restituiva la vita all’arte statuaria richiamandola principalmente allo studio degli antichi modelli greci, Lorenzo Bartolini la
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Ora secondo il nostro costume seguiteremo prima a parlare degli artisti mancati alla vita, per accennar poi brevemente ai viventi. FRANCESCO Pozzi di
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vita anche prima dell’estremo sacrifizio; a que’graziosi e tanto differenti fanciulli, festante l’uno per la grassa vendemmia, afflitto l’altro per le
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miseramente si tolse la vita.
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Ettore fuggitivo, soggetti espressi nelle lunette che circondano la sala medesima. E in Firenze fece anche a fresco alcune istorie della vita di Galileo
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loro vita intellettuale per isbalzi dal cattivo al buono, ma camminano lentamente verso il meglio. E noi ogni qual volta ci facciamo a considerare la
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’ suoi dipinti gli esempi dei quattrocentisti, piuttosto che la falsa scuola in voga durante il primo periodo della sua vita artistica. Cercò dunque
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.) non fu nell’arte da meno del padre e del fratello, e forse l’uno e r altro avrebbe superati se più lunga gli fosse durata la vita. Disegnò da prima
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corretto nel disegno e nella esecuzione finito. Fece poco, perchè spese la vita nell’insegnamento; ma i suoi quadri, e quello singolarmente, una selva
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istorie artistiche non ignorano affatto, ebbe più vera e propria vita ai tempi del granduca Cosimo I de’ Medici, che con forte dispendio fondò un ricco
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vita nelle opere dell’arte, che in numero straordinario e sempre lodevoli gli uscirono dalle mani. Tra i suoi migliori intagli di genere finito vuol
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(Firenze, 1812, in folio atlantico); gli ornati delle Logge Vaticane; l’Etruria pittrice; e la Vita di Gesù Cristo. Degli onori che furono tributati
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perfezione. Chiamato poi a Firenze da Ferdinando III, quivi passò il resto della sua vita, e v’ebbe fiorita scuola nell’Accademia, casa, stipendio, ed agio a
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alla vita e agli studj di Giuseppe Ignazio suo padre 1. Dettò poi la Memoria sopra la maniera di costruire, resarcir e e mantenere le sirade della
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, studiò diligente sopra le opere dei migliori, e senza imitare nessuno si fece uno stile proprio e originale. Se la vita gli fosse durata più lunga, l
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