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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254911
Saltini, Guglielmo Enrico 28 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

Da molto tempo si lamenta mancare all’Italia una compiuta storia delle arti belle, che nello svolgimento dei fatti e nel modo estetico di

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per assai tempo esercitandosi. Datosi con molto amore allo studio dei monumenti greci e romani, ne trasse gusto squisito, pratica delle buone regole, e

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lucchese da onorare il nostro tempo. Fornito di ricca immaginazione e sapiente criterio, raggiunse con le opere grandiose gli antichi esempi. I suoi

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(n. 6 dicembre 1798) venuto in Toscana da assai tempo, vi fece prima i due lodevoli disegni per un Camposanto da costruirsi alla chiesa di San Miniato

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imbarbarito del tempo, che tanto si compiaceva di codesti materiali trovati, in cui tutt’al più si loda l’abilità di un lavoratore. Mancato lo Spinazzi (17

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fu in poco tempo ripetuta dall’artista quattro volte, e bene otto il fanciullo; che poi gettato in gesso a sodisfare il desiderio di tutti, vedi anch

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Mercato Nuovo a Firenze, modellata nel 1857, con fiori, erbe e animali di gusto squisito, sulle tracce dell’antica consunta dal tempo. Avea anche

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di unanime consentimento giudicato una delle più belle sculture sepolcrali del nostro tempo. — GIOVANNI LUSINI da Siena (n. 20 giugno 1809) attese di

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abbandonata tra noi. Il Papi (n. in Roma il 31 agosto 1806) venne per tempo in Toscana e qua dopo ostinata perseveranza e studio indefesso, giunse ad eseguire

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ai cultori di questi studj la storia dell’arte del tempo nostro, perchè se furon sempre da tenersi in poco conto le istorie contemporanee politiche e

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legno ed avorio, che salite già in alto grado nel secolo XVI, rifioriscono oggi mirabilmente. Da qualche tempo si ammiravano in Toscana i lavori

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tempo, a noi basterà ricordare una delle opere sue tenute allora più belle, quella macchinosa cupola della basilica di San Lorenzo, certi dell’aver

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qual tempo si rese finalmente alla patria. Ivi tra le altre si ricordano le sue storie d’Apollo dipinte a fresco nella sala della villa Mansi a

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Ecco quali furono gli artisti principali toscani o fattisi toscani educati alle vecchie scuole; quali i lavori meglio pregiati del tempo loro; quale

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primato nella pittura. Descriverlo non ci concede il tempo, nè d’altra parte lo stimiamo necessario ai nostri intendimenti; basti il dire che finitolo

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, lo fece considerare come uno dei più grandi artisti del tempo, competitore degnissimo-del Benvenuti. Ed entrambi, vicendevolmente stimandosi, si

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XVIII ai dì nostri, può dirsi presso che nuovo, ben poco trovandosene nei libri. Ma comunque la brevità del tempo che ci fu assegnato (poco più di un

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disegno, questo artista del nostro tempo potrebbe dirsi sommo. Nondimeno raffrontandone i grandi meriti coi difetti (alcuni dei quali inerenti forse a

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spese volentieri il tempo, lo distogliessero dall’operare di suo; pure dipinse assai e con sì grande amore da lasciare fama di sè. Le cose sue principali

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polmonare, che troppo da lui spregiata in principio, ora s’era fatta insanabile. E avuto appena il tempo di dar l'ultima mano a un altro suo stupendo

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tempo, e forse un capo scuola; perchè cerca ricondurre in Toscana quella maniera dei così detti puristi, che quando la non si voglia esagerare, più d

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immagine, lo diremo arte del tempo, perchè nel passato e nel presente secolo anche in Italia saliva grandemente in onore. E siccome gl’incisori toscani

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E primo d’ogni altro per ordine di tempo si fa innanzi nella bella schiera dei nostri CARLO GREGORI di Firenze (n. 1719, m. 1759) che fu incisore a

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valentissimo. Sono sua prima opera oltre alcuni disegni, fatti in aiuto del padre, di pitture del Camposanto pisano, e di altre del buon tempo, le più

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(1803); e questa con bell’esempio di non più veduta celerità, avendone al tempo istesso inciso il ritratto all’acqua forte sul rame, e tirate alcune copie

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miseramente; dopo quel tempo qualche sano intelletto non ancora affatto guastato dalla corruzione universale, tentò riprendere i buoni studj, e questi

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del Sanzio, e il ritratto di Carlo V, che è da noverarsi colle opere sue migliori. In procedere di tempo venuto a Firenze, fece per Luigi Bardi

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belle speranze. — E poi quei carissimi, più che allievi, compagni di fatica del Perfetti: DOMENICO CHIOSSONE di Genova, che sta da assai tempo in

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