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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254853
Saltini, Guglielmo Enrico 33 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

letteraria sono l’ultima e più vera esplicazione della sua vita.

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veduta Roma, si dette ad operare e non senza lode. Sono ivi di suo disegno la Canonica di Santa Maria delle Carceri, la porta del collegio Cicognini e l

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dell’istituto. Le cose sue principali sono la chiesa d’ordine dorico ai bagni di Montecatini (1824), la loggia reale per le pubbliche feste tutta in

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, oggi propositura del suburbio senese (1828), e la facciata della chiesa dell’educatorio di Santa Maria Maddalena in quella istessa città sono sue

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che fece sul Serchio, e la ricostruzione in città del teatro del Giglio quale oggi si vede, sono opere pregevoli; singolarmente quest’ultima, che ha

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Livorno la vasta Casa Pia di Lavoro, che immaginò e diresse, sono le sue opere principali. Ma entrati in quel luogo per forza d’arme nel maggio del

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sarebbero compresi nell’antico edifizio molti fabbricati estranei, e tra gli altri la banca dei pagamenti. Ma i troppo magnifici concetti non sono pei tempi

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, nelle fabbriche che fece cercò sempre la purezza delle linee e una certa tal quale grandiosità che ricorda l’antico. Le principali sono in Firenze

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Pompeo Giuseppe Signorini, sono degni di ammirazione; questo singolarmente, ove a ricordare le virtù del defunto, che fu non timido amico del vero, l

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Astianatte dall’alto del palagio di Priamo, sono sculture nuove affatto e miracolose, tanta v'è dentro sublimità di pensiero, arditezza di movenze, studio

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’un cippo al cui piede sono alcuni volumi e un cigno vigilante, posa l’erma del traduttore di Milton, e gli sta presso dolcemente piegata la musa

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diligenza e finitura. Le cose sue più pregiate sono un putto esprimente l’inverno, un San Giovannino e una leggiadra Psiche sedente. Nè vuolsi tacere che

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Buonarroti, che nel 1842 fu posta sotto il portico degli Uffizi, sono opere per concetto, ed esecuzione commendabilissime. Quel Michelangiolo poi che pensa

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rifiorire tra noi, dandole maggiore incremento e molto più utili applicazioni. A chi ha veduto il R. Museo fiorentino di Fisica e Storia Naturale, non sono

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Cellini, poi la testa del David di Michelangelo, e in fine le statue del Duprè, Abele e Caino, per la reggia de’ Pitti. Tutti questi getti sono di una

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Luisiana a Nuova Orléans, la esatta riproduzione cioè di tutti i preparati di anatomia umana e comparata del nostro R. Museo, e i magnifici lavori che sono

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comparata, che in gran parte sono opera sua, come tutti dovrebbero sapere, se almeno per la storia dell’arte, si ponesse a ciascun lavoro un

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accostarsi alla scuola veneta; la terribile scena dantesca della morte del conte Ugolino, eseguita pei signori Della Gherardesca, e in cui sono grandi

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in pènna, alcuni in dimensioni straordinarie, e con figure al vero; come il profeta Eliseo che maledice i fanciulli. Mirabilissimi poi quelli che sono

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dipinto per la chiesa di San Paolo a Napoli. Ma una delle opere che più fece onore al Nenci sono i soggetti che disegnò maestrevolmente sulla Divina

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Tutto quanto si racconta in questo libretto intorno ai principali architetti, scultori, pittori e incisori toscani, che sono stati da mezzo il secolo

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sono: il fresco esprimente Ercole e Jole, eseguito nel salone del palazzo Borghesi; il sipario del teatro Niccolini, ove rappresentò con assai bella

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per opera del fratello Giuseppe, e questo Aiace, gioiello della regia Galleria moderna, sono le opere più stimate del nostro Francesco; quest’ultima in

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. Sono anche da tenersi buone tele l'Ippolito e Dianora e il Buondelmonte Buondelmonti. Il Servolini è maestro di pittura nell’Accademia fiorentina

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benché sia un composto di calce, anch’oggi dura saldissima. Vero è che ambedue queste opere non sono fattura di toscani, dovendosi la prima all

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esso, i fregi che debbono ricorrervi e infine lo stesso paliotto, ove è espressa la cena di Gesù in Emmaus, sono già maestrevolmente condotti. E questo

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valentissimo. Sono sua prima opera oltre alcuni disegni, fatti in aiuto del padre, di pitture del Camposanto pisano, e di altre del buon tempo, le più

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E degni di onorata ricordanza nella storia dell’incisione in Toscana sono i due Lasinio padre e figliuolo. — CARLO LASINIO di Trevigi (n. 10 febbraio

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far prova del suo valore, attendendo liberamente a quelle opere che più gli piacessero. Sono di questi tempi la Madonna della Seggiola, da Raffaello

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Ripoli, incominciata nell’anno stesso, sono belle testimonianze di gusto e sapere. E che il Salvetti fosse uomo culto e d’imparare amantissimo ce lo dice

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scrupolosa esattezza attenendosi all’originale. Le principali sue opere sono un ritratto di Mireweld (1795), il genio della Pace, da La-Sueur (1801), e

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la Bella di Tiziano e la Madonna della Seggiola. E di recente il solerte e valentissimo artista, ha intagliato due rami che ancora non sono di pubblica

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da Raffaello, e il ritratto di Re Vittorio Emanuele II dal quadro di Luigi Mussini, sono due delle principali incisioni da lui eseguite. Nè vuoisi

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