Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
veduta Roma, si dette ad operare e non senza lode. Sono ivi di suo disegno la Canonica di Santa Maria delle Carceri, la porta del collegio Cicognini e l
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opere non senza pregi. — LORENZO SANTI fu pure di Siena (n. 1783, m. 1839); sebbene, compiuti a Roma gli studj, passasse a Venezia, e nominato
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colonne senza base, alte m. 9,448, e terminato da Cupola, che si eleva da terra m. 19,49.
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cimento, diremo senza timore d’essere smentiti, che qui anche l’architettura aspira al primato.
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da certe norme convenzionali, divenute oracoli per gli artisti; e guai a chi pensasse, per mo’ d’esempio, modellare un panno con gusto, senza avere
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modulare la dolcissima aria del Bellini: "E se un’urna è a me concessa Senza un fior non la lasciate", che già soleva ripetere con arte sovrana e
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Loggia vasariana. Assai grazioso è quel figliuolo di Guglielmo Tell, scolpito in atto di contemplare compiacente la patema destrezza, che senza ferirlo
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straordinaria bellezza, sebbene condotti e finiti nella forma, senza bisogno di altre rinettature o ritocchi, eccetto gl’inevitabili in cosiffatti lavori
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tramandare con le opere ai figliuoli. Chè se questo rimprovero va senza restrizione di sorta ad ogni parte della penisola, molto più grave convien farlo a
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ignobilmente finire, senza nemmeno la gloria della bella morte. Abbandonata la imitazione della natura, e la scelta di quel bello, che in gran parte nel
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debbesi lasciare senza tributo d’onore GIUSEPPE CIPRIANI, per errore chiamato Gio. Battista, pittore di famiglia Pistojese (n. a Firenze nel 1732, m. 1785
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ed affetti, ebbe comune la fama del Mengs. Ma taluno vorrebbe considerarlo, e non senza ragione, più romano che lucchese, perchè a Roma solamente fece
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metodi del suo tempo, amò le cose dei buoni secoli, tutte verità ed espressione; e fece diversi quadri o per chiese o per privati, non senza pregi. Dipinse
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e l’esecuzione. Nè vuol tacersi del San Paolo dinanzi a Poppea, altra sua tela non senza pregi. — ANNIBALE GATTI di Forlì (n. nel settembre 1828) è
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Traballesi, cavato dal quadro del Domenichino in Forlì; — SANTI Pacini che adoperava il pennello e il bulino, senza però levarsi dalla mediocrità; e
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14 giugno 1761, m. in Firenze l'8 aprile 1833). Suo padre Filippo incisore fiorentino non senza pregi, erasi colà recato per intagliare alcuni
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Laonde se fin qui, senza tener conto delle antiche tradizioni, senza nemmeno degnare di uno sguardo gli stupendi monumenti dei bei tempi dell’arte
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, studiò diligente sopra le opere dei migliori, e senza imitare nessuno si fece uno stile proprio e originale. Se la vita gli fosse durata più lunga, l
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