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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254939
Saltini, Guglielmo Enrico 14 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

francese, vide finire a Waterloo la fortuna di Napoleone; quindi dopo varie vicende nel 1817 divenne architetto del re di Wittemberg, e fece per esso molte e

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modificazioni venne poi sott’altro nome eseguito, fu la causa principale della sua alienazione e quindi della morte: tanto accorò l’infelice la

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pisana, essendo ripatriato fino dal 1806. Venne quindi a Firenze e vi attese con grande amore all’architettura e alle matematiche, arti e scienze in

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i suoi studj sotto il Paoletti e il Cacialli, quindi a Roma, e riuscì architetto e perito di non comune valore. Devonsi a lui l’ingrandimento della

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acconciarsi presso un lavoratore di alabastri in Volterra. Applicò quindi al disegno nell’Accademia fiorentina, e ben presto si dette a lavorare di

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molto pregevole statua; quindi (1846) il Bacco fanciullo, che tutto lieto delle trincate tazze danza festoso e sorride con infantile voluttà; e nel 1849

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chi reggeva il paese, di erigere una fonderia, gettò in bronzo una statua di tutto rilievo che fu la Diana succinta, trovata a Gabi. Riprodusse quindi

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meglio sopra i famosi dipinti degli antichi maestri. Operò assai nel Vaticano, quindi per diverse corti d’Europa e per i privati signori; ma la patria

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; quindi (1829), l’entrata di Carlo VIII in Firenze, accolto dalla Signoria, dal Clero e dai principali cittadini il 17 novembre 1494, troppo ben nota

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costretto a indietreggiare. Da Venezia recò una copia dell’Assunta di Tiziano, che si conserva nel palazzo dei Pitti. Fece quindi il bozzetto di un quadro

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fresco nella chiesa dell’Umiltà a Pistoia, Caino maladetto da Dio, e San Felice che esorcizza un’ossessa, quindi passò ad operare in Pollonia e in

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magazzino di varie specie di pietre dure italiane e forestiere. Quindi ricevette più largo impulso dai suoi successori Francesco I e Ferdinando I. Quest

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belle tavole dei preziosi monumenti d’Ercolano e Pompei, pel Museo Borbonico che si pubblicava a Napoli. Fece quindi la raccolta dei sarcofagi, urne e

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Giacobbe dell’Appiani, e la Madonna della Seggiola, lodata fatica che gli dette nome tra i migliori incisori e disegnatori del tempo. Fece quindi la

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