Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
questi avea fatta al palagio dal lato della meridiana; e sebbene molte e non comuni difficoltà gli si parassero innanzi, seppe vincerle tutte, e la
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novembre 1798), gli successe FRANCESCO CARRADORI pistoiese (n. 1747, m. 23 dicembre 1824). Avendo questi tuttora giovinetto dato saggi di non comune
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’artista effigiò, maggiore del naturale, la Filosofia in preda al dolore. E furono questi due ultimi i monumenti del Ricci che il Possagnese stimò degni
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è meraviglia del mondo. La fama che godono questi due capilavori ci dispensa dal lodarli: diremo solo che ambedue le statue stanno sedenti; Arnolfo
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adesso quella dei forestieri nel palagio di Londra. Il Salvini oggi professore nella R. Accademia di Bologna, ha inalzato a questi giorni nel
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certamente sfuggite le numerose preparazioni anatomiche, e le piante eseguite in cera con mirabile verità. Questi lavori si fecero per volontà di
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Cellini, poi la testa del David di Michelangelo, e in fine le statue del Duprè, Abele e Caino, per la reggia de’ Pitti. Tutti questi getti sono di una
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ai cultori di questi studj la storia dell’arte del tempo nostro, perchè se furon sempre da tenersi in poco conto le istorie contemporanee politiche e
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studio della zootomia e della filologia fu sua cura principale. E di questi lavori è ricco il nostro Museo, ma anch’essi si vorrebbero indicati con
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: «Io pago e aiuto questi miserabili, ed altri prenderà cura di far imbiancare le volte!» Non pertanto vennero i nuovi tempi per l’arte: ma noi prima di
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A Pisa fiorì in questi tempi Giovan Battista Tempesti, che nel dipingere a fresco non mancò di merito. La sala nell’Arcivescovado di quella città
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primi, come mostrano le sue pitture della sala di Giove nella galleria de’ Pitti. Questi fu pure maestro assai reputato nella nostra Accademia.
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tempi plauso oltre il merito. È questi LUIGI ADEMOLLO di Milano (n. 30 aprile 1764, m. in Firenze 11 febbrajo 1849), che venuto giovine tra noi, prese a
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Contemporaneo a questi due grandi artisti fu FRANCESCO NENCI d’Anghiari (n. 10 aprile 1781, m. in Siena il 4 marzo 1850). Ammaestrato in Firenze nei
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’ogni altra ritiene delle nostre artistiche tradizioni. Si osservino sotto questi principii i suoi bei quadri: l’Elemosina secondo il Vangelo, i
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sotto gli occhi di Lei. E fu per questi lavori che Lasinio ebbe particolare rinomanza, e ottenne prima dal Granduca il carico di maestro d’intaglio
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far prova del suo valore, attendendo liberamente a quelle opere che più gli piacessero. Sono di questi tempi la Madonna della Seggiola, da Raffaello
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miseramente; dopo quel tempo qualche sano intelletto non ancora affatto guastato dalla corruzione universale, tentò riprendere i buoni studj, e questi
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