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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254915
Saltini, Guglielmo Enrico 21 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

eretto nel 1812 sulla piazza di San Francesco di quella istessa città. — Giovanni Salucci architetto fiorentino (n. primo di luglio 1769, m. 18

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, unanime si levò il compianto, e la voce dei contemporanei, a cui farà eco non perituro quella dei posteri, lo disse il primo e il più valente tra gli

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sotto la reggenza borbonica, ingegnere nell’ufficio de’ Ponti e Strade sotto il governo francese, e primo architetto delle Reali Fabbriche dopo la

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annesse, a San Donato nei contorni di Firenze dal 1828 al 31; e per essere stato il primo ai nostri tempi, che facesse un disegno per la facciata di

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Superiore in merito al Carradori e di gran lunga, come quello che primo stampò un orma sicura sul nuovo campo dell’arte, fu STEFANO RICCI fiorentino

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) e d’Amerigo Vespucci (1846) tra le ventotto della loggia vasariana. — LEOPOLDO LORI di Firenze (n. f5 agosto 1795, m. il primo settembre 1822) fu

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opere. Procedendo sempre per ordine di date, si presenta primo — LUIGI GIOVANNOZZI di Firenze (n. 1791), assai valente tra i così detti ornatisti di stile

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Leopoldo I da valenti artisti toscani, ad imitazione di quelli fatti già da Michele Zummo di Sicilia; il primo che adoperasse la ceroplastica a

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giovinetti nei quali parvero riposte le speranze dell’arte toscana. Faceva ammirarsi il primo per aggiustatezza d’ingegno e perseveranza negli studj, il

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e studiata composizione; il giuramento dei Sassoni al primo Napoleone dopo la battaglia d’Iena; gli stupendi freschi della sala d’Ercole nella

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amarono di molto affetto; e quando fu commesso al primo il quadro della Giuditta per la cappella d'Arezzo, volle ad ogni modo che fosse allogato l’altro

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’ suoi dipinti gli esempi dei quattrocentisti, piuttosto che la falsa scuola in voga durante il primo periodo della sua vita artistica. Cercò dunque

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con rara abilità, come ne fanno fede Giuseppe Ebreo che racconta i sogni ai fratelli, e il suo primo dipinto, Cristo che libera un ossesso, lavori

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del Benvenuti, si fece presto una maniera propria e secondo quella operò. Il primo suo quadro giovanile, l’Erminia che scuopre il bel sembiante ai

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la facciata della chiesa di San Marco fatta nel 1777. Il primo è una poco lodevole imitazione di quello costantiniano di Roma, con l’aggiunta di goffi

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E primo d’ogni altro per ordine di tempo si fa innanzi nella bella schiera dei nostri CARLO GREGORI di Firenze (n. 1719, m. 1759) che fu incisore a

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chiaro nome e comodo stato. Dal suo primo lavoro, che fu un San Filippo eseguito in Firenze, fino all’ultimo, la Strage degli Innocenti da Guido Reni

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macchia, coi quali condusse i suoi principali lavori. Appartengono al primo le tavole pel Museo Borbonico e la raccolta dei sarcofagi sopra ricordati

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Raffaello avviato all’arte prima sotto la scorta paterna, e poi da Giovanni Volpato, che teneva allora in Italia il primo luogo tra gl’incisori

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E primo ricordato tra i suoi allievi vogliamo che sia PIETRO NOCCHI di Firenze (n. 29 giugno 1823, m. nel dicembre 1857). Le due Madonne, una detta

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venne in fama del primo architetto dei nostri tempi. Eretta in Modena la chiesa dei Padri Teatini, che ottenne a fare per gara d’ingegno coi migliori

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