Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Lo stato della pittura a mezzo il secolo XVIII era in Toscana, come in ogni altra parte d’Italia, assai lacrimevole. Quando dalle tenebre del medio
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detto di lui anche troppo. — GAETANO PIATTOLI (n. 1703, m. 1770 circa), seppe di pittura tanto quanto faceva mestieri ai suoi tempi per esser tenuto in
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cabala d’esser posto alla direzione dell’insegnamento di pittura nell’Accademia fiorentina, ciò fu a maggior danno dell’arte. Poco avea disegnato e meno
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, affatto ignoranti della parte più vera e più filosofica della pittura.
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Non pertanto dalla scuola del Petroni, ma non già per le lezioni di lui, uscivano per recarsi a Roma a cercarvi perfezione nella pittura due
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chiesa di San Fiorenzo. A Milano poi ove stette lungamente, chiamato fino dal 1808 professore di pittura in quella R. Accademia, destò singolare
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indietreggiare la pittura in Toscana; o non piuttosto, la spingesse in un sentiero meno lontano dalla perfezione? Le arti e le scienze non procedono nella
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al maestro. Fece anche per la chiesa di San Remigio, l'Arcivescovo di Rems che dà il battesimo a Clodoveo re de’ Galli, pittura di grandi dimensioni
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religiosa, doti principali dei bei tempi della pittura. Di qui il suo valore nel condurre freschi, in ispecie di soggetto sacro, e nel dipingere immagini
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ispecie, dove la pittura parve raggiungere e superare i sublimi omerici canti. — Giuseppe Sabatelli (n. in Firenze 24 giugno 1813, m. 27 febbraio 1843
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quelli de’ suoi coetanei. Nel 1800 ottenne il premio di pittura pel concorso del quadro a olio nell’accademia di Belle Arti di Firenze, col soggetto
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E qui ci par conveniente, prima di lasciare la pittura, dire qualche parola dei Lavori di Commesso in pietre dure, arte tutta fiorentina, che può
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minori fortune, fu in freschissima età inviato a Venezia a studiare il disegno e la pittura sotto il valente Antonio Marinetti detto il Ghiozzotto
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