Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Prato (n. 1752, m. 1833) apprese dal padre i rudimenti dell’arte, ma venne poi a Firenze e la studiò col Paoletti. Ritornato in patria dopo aver
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Siena, oggi stanza del Collegio Tolomei, e devesi pure a lui l’ampliamento della chiesa di San Francesco, pregevole edifìzio della sua patria.
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GIUSEPPE MANETTI fiorentino (n. 1761, m. 17 febbraio 1817) studiò in Roma l’architettura eoa molto profitto, e al suo ritorno in patria, appena di
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lavori del bonificamento della provincia grossetana, e nel 1831 professore di fisica teoretica nella patria università. Visitò nel 1836 la Francia e l
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, peregrinando a Roma e in altre parti d’Italia. Di ritorno alla patria fu ingegnere di ponti e strade e anche si piacque della scenografia; ma ebbe merito
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fece in patria. Ricordiamo il Conservatorio della Santissima Annunziata da lui nel 1824 ridotto quale oggi si vede, e dove è ammirabile la scala voltata
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perfezionarsi per munificenza del principe toscano. Tornato in patria con bella fama di abilità, e fatto professore dell’Accademia, si dette più che alle
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carità, che ministrando il pane dell’intelletto educa alla patria una generazione novella! E a lei cosa celeste, divinamente risponde la Fiducia in Dio
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vendicare la patria negandosi ardito di servirne il tiranno, sotto ogni rispetto onora l'arte italiana. — Temistocle Guerrazzi livornese, (nato in sul
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parte scroccata. Lo dica agli intelligenti la effìgie che di sè stesso dipinse per la collezione della Galleria fiorentina. — Molto anche operò in patria
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gli studj, fermò il domicilio, e operò. Che che ne sia, la patria serba di lui poche cose. Ricordiamo tra queste il quadro ov’è espressa santa
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le pitture della cappella del Sacramento nel Duomo della sua patria, e la sala elegantissima detta del Buon Umore, nella Accademia fiorentina di Belle
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nelle nostre ricerche, riprendendo a studio questo povero scritto, cercheremo di renderlo meno indegno del tema e della patria.
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sala del palazzo Estherazy a Vienna, ove rappresentò Giove e gran parte dell’Olimpo; ma tornato in patria, si dette ben presto ai soggetti storici e
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Puccini di Pistoia, fecero subito presagire di lui un’artista che onorerebbe la patria. Franchezza e correzione nel disegno, studio degli antichi
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, disegnò anch’esso e incise assai bene a bulino. Stette prima molto tempo in Parigi, e poi tornato in patria successe al padre nell’insegnamento; ma
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Fioriva intanto, sebbene lungi dalla cara patria, FRANCESCO BARTOLOZZI fiorentino (n. 1730, m. 1813), che fu appellato V incisore delle Grazie
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Domenico Gabbiani, passò a perfezionarsi a Parigi sotto la direzione del celebrato Giovan Giorgio Wille. Dopo sei anni (1776) tornato in patria
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onoranze non chieste e che ci vengon di fuori meglio che l'uomo illustrano la patria.
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fabbriche reali, e molte cose in patria operò. Basti ricordare la scala della Galleria degli Uffizi coi due vestiboli che alla medesima introducono; il
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