Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
considerarli nulla lasci a desiderare. Ma per dar mano a questa grande opera, bisognava raccogliere da ogni parte nuovi documenti e memorie, le quali appurando e
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anche il non lieve ostacolo della straordinaria inclinazione della piazza. Chi verrà dopo noi potrà credere facilmente, che tutta la parte anteriore di
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, per la maggior parte ora esposti a Londra, e anche un bel trovato per migliorare Fattuale metodo di coprirei tetti, che ebbe le lodi dell’accademia dei
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vesti, che stringendo al petto dall’una parte un bambinello nudo e dormente, insegna leggere ad un fanciullo che le sta presso dall’altra. Verace
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tramandare con le opere ai figliuoli. Chè se questo rimprovero va senza restrizione di sorta ad ogni parte della penisola, molto più grave convien farlo a
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comparata, che in gran parte sono opera sua, come tutti dovrebbero sapere, se almeno per la storia dell’arte, si ponesse a ciascun lavoro un
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Lo stato della pittura a mezzo il secolo XVIII era in Toscana, come in ogni altra parte d’Italia, assai lacrimevole. Quando dalle tenebre del medio
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parte scroccata. Lo dica agli intelligenti la effìgie che di sè stesso dipinse per la collezione della Galleria fiorentina. — Molto anche operò in patria
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, affatto ignoranti della parte più vera e più filosofica della pittura.
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primato nella pittura. Descriverlo non ci concede il tempo, nè d’altra parte lo stimiamo necessario ai nostri intendimenti; basti il dire che finitolo
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Concilio degli Dei in Olimpo, quando Giove ordina loro di non prendere parte alcuna nella futura guerra troiana; Giunone che chiede a Venere nell’Olimpo il
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sala del palazzo Estherazy a Vienna, ove rappresentò Giove e gran parte dell’Olimpo; ma tornato in patria, si dette ben presto ai soggetti storici e
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Rimini, gran quadro condotto sopra un bozzetto del padre suo; poi terminò, rifacendola in parte, la tela che gli fa riscontro, cominciata già, come
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intorno alla parte tecnica dell’arte. — Giorgio Berti di Firenze (n. 1794.) ebbe da natura molti di quei doni che al pittore convengono. Benché allievo
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, che i miglioramenti ottenuti nel lavorar di commesso in sul finire del secolo passato e nel presente, devonsi in gran parte alla famiglia Siries
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’apice dell’arte: nondimeno se nella stampa della Trasfigurazione di Cristo, che poi ricavò dal capolavoro di Raffaello (1811), la parte inferiore lascia
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manifattura, tuttora in parte esistente, discorse a lungo egli stesso in una lettera stampala a Bologna nel 1761 e che porta per titolo: Descrizione del
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nel 1776 dette il disegno per la sala degli stucchi nel palazzo dei Pitti; ed ivi anche incominciò quella nuova parte di fabbrica che risponde sul
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