Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
considerarli nulla lasci a desiderare. Ma per dar mano a questa grande opera, bisognava raccogliere da ogni parte nuovi documenti e memorie, le quali appurando e
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i diversi adornamenti che fece nel palazzo e nell’attiguo giardino dei suoi protettori, i conti della Gherardesca, sono opera sua il così detto
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rispondere ad un partito grandioso e ad una ricca decorazione, seppe cavare un’opera, che che voglia dirsene, per molti pregi mirabile. Nel 1839
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strada che va da Orsanmichele al Bigallo; utilissima opera che non gli fu concesso vedere ultimata.
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anni ventiquattro, ebbe dal principe la cura delle fabbriche dell’Opera del Duomo, e d’altri pubblici edifizi. Fu poi maestro dell’Accademia fiorentina
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palazzo di Viareggio rimasto incompiuto, sono monumenti che basterebbero soli alla fama di un artista. Ma l’opera sua degna dei più bei tempi dell’arte è
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tempi; e il severo e dotto restauro della bella e antichissima chiesa del Santo Sepolcro, opera medioevale del Diotisalvi. Le memorie scientifiche che
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meschini, e il dispendio dell’opera non concesse attuarla. Un decreto del 4 febbraio 1841 ordinava al Bettarini di recarsi a Tolone per istudiare sul
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interposta tra la volta e il piano superiore della strada, opera di singolare difficoltà, e la chiesa collegiata di Pieve san Stefano, che sarebbe
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l’arte, e la fatica più lunga, fu nel monumento che il figlio Anatolio volle modellato da lui per Niccolò Demidoff. Opera è questa da reputare
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Calliope passandogli attorno al collo il braccio sinistro. Opera di ottimo concetto, maestosa ad un tempo e gentile. Ricorderemo in fine, passandoci di
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incompiuto un Giotto fanciullo che disegna la pecora, opera anch’essa modellata con grazia e non comune sapere. — PIETRO FRECCIA di Castel Nuovo di
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anche sua lodata opera il Dante seduto, che sta nelle sale dell’Accademia Labronica in quella città, ma non può dirsi lo stesso di quello che fece
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comparata, che in gran parte sono opera sua, come tutti dovrebbero sapere, se almeno per la storia dell’arte, si ponesse a ciascun lavoro un
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, che serviva alle funzioni dottorali, e quella destinata alla musica nel palazzo de’ Pitti, furono pitturate da lui; ma l’opera che valse a dargli
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una volta, ecco come si opera. Guai ai maestri dell’arte che disputano e scrivono, soleva dire il Canova, è segno che non osano e non sanno fare.
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prima sua opera, quella che allora gli valse la fama, il martirio di San Donato per la cattedrale d’Arezzo. Esposto il quadro agli occhi del pubblico
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’opera nostra faticosa, consentiamo a darla in luce, solamente perchè ci stringe la inchiesta di far conoscere in qualche modo l’arte odierna toscana
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Lorenzo, ove espresse i popolani di quella terra, che ringraziano Dio per essere stati liberati dal terremoto. Se quest’opera, degna di antico
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credito. La Santa Giulia, che fece pe’ suoi concittadini, è opera grandiosa e degna di lode; come il Cristo spirante, bello per effetto e finissima
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giovinetto Francesco, che lo andava aiutando in quell’opera, piacque al principe Leopoldo, il quale postogli singolare affetto, con reale stipendio, che del
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di Lazzaro. È anche opera sua un quadro della galleria Capponi, Michelangelo che fa il modellino del Mosè, figura di molto sentimento e assai bene
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di figura cinquant’anni fa, era stimata opera da levarne il pensiero, l’averla ai nostri tempi tentata e con ottimo risultamento, dimostra chiaro i
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valentissimo. Sono sua prima opera oltre alcuni disegni, fatti in aiuto del padre, di pitture del Camposanto pisano, e di altre del buon tempo, le più
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; opera insigne che, mirabile a dirsi! il nostro incisore condusse appena in tre anni (1797-800), e che mise negli artisti suoi contemporanei lo
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compagna all’altra della Chiesa, miserabile opera eseguita nel 1715 da certo Ruggeri architetto. — Figlio di Zanobi fu Giuseppe Del Rosso (n. a Roma
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suoi primi lavori, il ritratto di Benvenuto Cellini, e l’Agar del Guercino. Venuto a dimorare in Firenze (1825), ivi diede mano a quell’opera, nella
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gli altri rami per l’opera del San Marco, il Paradiso dell’Angelico, con tanto gusto e sapere, che assai bene rende immagine di quella divina
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