Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
architetto regio, molte e splendide occasioni per far conoscere quanto sapesse; ma noi ci limiteremo a toccare delle principali per desiderio di brevità
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noi; però ci sembrano almeno sufficienti a provare che non dorme neghittosa, nè schiva, secondo lo concedono i tempi, i precetti e gli esempi dei sommi
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Noi abbiamo veduto qual fosse in Toscana l’Architettura innanzi che il Paoletti ed i suoi valorosi allievi la riconducessero a più veri principii; ma
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noi ricordarne brevemente le più famose statue. E prima quella voluttuosa Baccante, la quale menò tanto grido di sè, e che sebbene respiri tutta
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esempi; per virtù dei quali solamente educò tra noi una scuola che non teme rivali.
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può nè deve scordarsi mai d’essere per sua natura monumentale: a noi rimane accennare quali fossero le opere per le quali venne in cosi chiara
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la più bella delle opere sue. — ULISSE CAMBI pure di Firenze (n. 22 settembre 1807), è tra i primi che attendono all’arte tra noi. Compiuto con lode
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fatto rivivere tra noi V arte di fondere in bronzo statue ed altri oggetti di plastica, dopo Giovan Bologna e Ferdinando Tacca quasi affatto
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rifiorire tra noi, dandole maggiore incremento e molto più utili applicazioni. A chi ha veduto il R. Museo fiorentino di Fisica e Storia Naturale, non sono
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: «Io pago e aiuto questi miserabili, ed altri prenderà cura di far imbiancare le volte!» Non pertanto vennero i nuovi tempi per l’arte: ma noi prima di
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tempo, a noi basterà ricordare una delle opere sue tenute allora più belle, quella macchinosa cupola della basilica di San Lorenzo, certi dell’aver
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tempi plauso oltre il merito. È questi LUIGI ADEMOLLO di Milano (n. 30 aprile 1764, m. in Firenze 11 febbrajo 1849), che venuto giovine tra noi, prese a
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scuola del Desmarais (maestro francese allora insegnante tra noi), e a quella istessa del Benvenuti; col molto studio e la lunga pratica dell’arte
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genere, guadagnando bella riputazione, che bastano a confermargli appresso di noi quei due della regia Galleria di Firenze: i padri Cappuccini che
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alla vista del pubblico il San Donato del Benvenuti, si gridò da ogni parte la pittura risorta e da un secolo non essersi veduto altrettanto; noi
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, oriunda di Francia, ma da lungo rimasta tra noi, la quale di padre in figlio eredò l’amore all’arte, e n’ebbe sempre sotto i Lorenesi la direzione. E
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, vogliamo brevemente intrattenerci, per compiere meglio che per noi si possa l’ufficio nostro.
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dei meriti speciali delle stampe del Bartolozzi noi lasceremo agl’intendenti; ma non vogliamo passarci dal ricordare, con la scorta dei migliori che fin
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che la raccolta de’ suoi intagli ascende a poco meno di trecento. Onori e ricompense non gli mancarono, ma noi ci passeremo degli uni e delle altre
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, vennero a prendere stanza tra noi, e nella città nostra fino alla morte operarono, il Gara vaglia e l'Jesi.
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Ma l’allievo del Morghen che più sali in fama tra noi, e che oggi è capo di una bella e fiorente scuola d’incisori, è Antonio Perfetti di Firenze (n
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