Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
veduta Roma, si dette ad operare e non senza lode. Sono ivi di suo disegno la Canonica di Santa Maria delle Carceri, la porta del collegio Cicognini e l
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, compiuta nel 1841 per collocarvi la magnifica libreria che il conte Angelo Maria d’Elci aveva donato alla città, e il grandioso progetto per
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, oggi propositura del suburbio senese (1828), e la facciata della chiesa dell’educatorio di Santa Maria Maddalena in quella istessa città sono sue
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lavori del palazzo ducale, sebbene pei capricci di Maria Luisa borbonica non eseguiti secondo il primitivo concetto; il tempietto o nuovo oratorio che
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Santa Maria del Fiore, in stile che più si avvicina al carattere di quel monumento. N’ebbe il pensiero mentre studiava a Roma. — NICCOLA MATAS anconitano
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Maria Del Fiore. Starebbe ai nostri artisti compire il gran monumento d’Arnolfo, di Giotto e del Brunellesco; e se non rimarranno inferiori a sè nel
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quella stessa della Fede, per la chiesa di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi, reputata il suo capolavoro, tu vedi trionfare principalmente le difficoltà
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Santa Maria Novella di Firenze, e gli altri due nel tempio di Santa Croce di questa istessa città, eretti al pollacco Michele Skotnicki, e al celebre
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, a Siena la volta della Chiesa di Santa Maria della Misericordia, presso Livorno le pitture della cupola della Chiesa di Montenero e per Bologna
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de Lellis per quella di Santa Maria Maggiore, e la mezza figura della Sunninese, smentirono la bella espettativa. — Paolo Sarti di Firenze (n. in sul
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in rame nell’Accademia fiorentina di Belle Arti (1800), e da Maria Luisa quello di conservatore del Camposanto di Pisa (1807); dove aperta una scuola
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duomo d’Arezzo, eseguita nel 1796; il suo maggior altare nella chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, inalzato nel 1807, ma nel decorso anno disfatto
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