Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
considerarli nulla lasci a desiderare. Ma per dar mano a questa grande opera, bisognava raccogliere da ogni parte nuovi documenti e memorie, le quali appurando e
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Ma se al regio architetto Paoletti si deve grande riconoscenza per quello che fece, più assai conviene tributargliene per quello che seppe insegnare
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cisterne e frequenti cascatelle. Ivi si versano in un grande ricettacolo rotondo tutto di pietra e decorato di una cupola, dal quale passano sopra
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ALESSANDRO GHERARDESCA pisano (n. 11 marzo 1779, m. 11 gennaio 1852) coltivò con grande amore le arti belle, alle quali era andato educandosi
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Simone del Pollajolo detto il Cronaca), che adesso con la direzione dell’autore, e a spese della pietà cittadina, si va con grande espettativa
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bastevole alla fama di qualsivoglia più grande artista, tanto la esperienza della mano secondò la mente nell’immaginare fecondissima. Sopra una larga base a
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monumento di Genova, che quel grande statuario lasciò incompiuto. Ma neppure al Freccia bastava la vita a condurre l’opera, di cui solamente fece il
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fattasi arme di alcuni falli tal volta dal grande artista commessi, dissero stoltamente che non sapeva disegnare.
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alla grande Inghilterra, che ne ha ospitato alcuni saggi nel palazzo della Esposizione Internazionale di Londra, insieme con quelli delle altre
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’ingegno, secondo i tempi in che visse, e secondo la propria natura porta la pietra al grande edifizio; e quando i progredimenti sieno innegabili, non è
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, specialmente nel rappresentare interni e prospettive con buon disegno, grande verità e bellissimi effetti di luce. Colori molti quadri di cosiffatto
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mentre con affetto caldissimo andava vestendo di colori questo disegno, sentì il grande e infelicissimo giovane venirgli meno le forze per etisia
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1804) venne fanciullo in Firenze, e attese all’arte chiamatovi da naturale disposizione. Ricco di molta immaginativa e grande facilità nell’operare
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); poi il magnifico altare per la cappella medicea che da molti anni si va con grande studio preparando. Le formelle per il paliotto, le fiancate di
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Contemporaneo al Bartolozzi si levò nell’arte un altro fiorentino, VINCENZIO VANGELISTI (n. 1744 circa, m. in Milano nel 1793), meno grande, se
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quale non sapresti dire se riuscisse più grande nel disegno o nella incisione, vogliamo dire del ritratto di Leone X di Raffaello, esistente nella
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