Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254855
Saltini, Guglielmo Enrico 16 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

considerarli nulla lasci a desiderare. Ma per dar mano a questa grande opera, bisognava raccogliere da ogni parte nuovi documenti e memorie, le quali appurando e

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Ma se al regio architetto Paoletti si deve grande riconoscenza per quello che fece, più assai conviene tributargliene per quello che seppe insegnare

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cisterne e frequenti cascatelle. Ivi si versano in un grande ricettacolo rotondo tutto di pietra e decorato di una cupola, dal quale passano sopra

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ALESSANDRO GHERARDESCA pisano (n. 11 marzo 1779, m. 11 gennaio 1852) coltivò con grande amore le arti belle, alle quali era andato educandosi

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Simone del Pollajolo detto il Cronaca), che adesso con la direzione dell’autore, e a spese della pietà cittadina, si va con grande espettativa

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bastevole alla fama di qualsivoglia più grande artista, tanto la esperienza della mano secondò la mente nell’immaginare fecondissima. Sopra una larga base a

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monumento di Genova, che quel grande statuario lasciò incompiuto. Ma neppure al Freccia bastava la vita a condurre l’opera, di cui solamente fece il

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fattasi arme di alcuni falli tal volta dal grande artista commessi, dissero stoltamente che non sapeva disegnare.

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alla grande Inghilterra, che ne ha ospitato alcuni saggi nel palazzo della Esposizione Internazionale di Londra, insieme con quelli delle altre

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’ingegno, secondo i tempi in che visse, e secondo la propria natura porta la pietra al grande edifizio; e quando i progredimenti sieno innegabili, non è

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, specialmente nel rappresentare interni e prospettive con buon disegno, grande verità e bellissimi effetti di luce. Colori molti quadri di cosiffatto

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mentre con affetto caldissimo andava vestendo di colori questo disegno, sentì il grande e infelicissimo giovane venirgli meno le forze per etisia

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1804) venne fanciullo in Firenze, e attese all’arte chiamatovi da naturale disposizione. Ricco di molta immaginativa e grande facilità nell’operare

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); poi il magnifico altare per la cappella medicea che da molti anni si va con grande studio preparando. Le formelle per il paliotto, le fiancate di

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Contemporaneo al Bartolozzi si levò nell’arte un altro fiorentino, VINCENZIO VANGELISTI (n. 1744 circa, m. in Milano nel 1793), meno grande, se

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quale non sapresti dire se riuscisse più grande nel disegno o nella incisione, vogliamo dire del ritratto di Leone X di Raffaello, esistente nella

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