Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
quartiere Napoleone ai Pitti, gli ornati delle sale dell’Iliade e d’Ercole nella galleria di questa istessa reggia, e finalmente la facciata anteriore e la
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chiostro attiguo alla chiesa di Santa Croce, ed i quattro bassirilievi esprimenti l’origine delle sciagure di Niobe nella Galleria degli Uffizi
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la Venere della villa della Petraia e il Mercurio volante della Galleria degli Uffizi, bronzi di Giovan Bologna; nel 1839 il Perseo di Benvenuto
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parte scroccata. Lo dica agli intelligenti la effìgie che di sè stesso dipinse per la collezione della Galleria fiorentina. — Molto anche operò in patria
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primi, come mostrano le sue pitture della sala di Giove nella galleria de’ Pitti. Questi fu pure maestro assai reputato nella nostra Accademia.
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pregi di disegno; l’amplia tela per la galleria fiorentina de’ principi Corsini, esprimente Priamo trascinato a morte da Pirro, quadro di assai bella
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. Basterebbe ricordare le pitture della sala dell’Iliade nella galleria dei Pitti (1819), e principalmente lo sfondo della volta che figura il
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genere, guadagnando bella riputazione, che bastano a confermargli appresso di noi quei due della regia Galleria di Firenze: i padri Cappuccini che
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per opera del fratello Giuseppe, e questo Aiace, gioiello della regia Galleria moderna, sono le opere più stimate del nostro Francesco; quest’ultima in
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Giuseppe venduto dai fratelli. Dipinse più tardi un salone nella Galleria de’ Pitti, ove intese effigiare il carro del Sole oscurato da Minerva e
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stampa della cappella di San Filippo Neri, e meritano lode quelle ricavale da alcuni quadri della galleria Cerini, e da qualche dipinto di Raffaello. Fu
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sculture del mentovato Camposanto (1820): poi intagliò la Metropolitana fiorentina; le tre porte del Battistero (1821); la Galleria Riccardiana
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Cesari, su disegni cavati dai busti della regia Galleria, e dopo alcuni ritratti di Auguste donne de’ suoi tempi, ebbe presto reputazione nell’arte, e
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fabbriche reali, e molte cose in patria operò. Basti ricordare la scala della Galleria degli Uffizi coi due vestiboli che alla medesima introducono; il
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galleria de’ Pitti. Scopertosi poi in questa città, nel già refettorio di Sant’Onofrio delle monache di Foligno, un mirabile dipinto, che parve ad alcuni
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’artisti, che già ha fatto sotto di lui due stupende pubblicazioni: la Galleria dell’Accademia di Belle Arti, e il San Marco dei Padri Predicatori
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sotto il Perfetti, artista peritissimo nel maneggiare il bulino con franchezza e precisione; che dopo aver lavorato alle opere della Galleria e del San
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poi nel 1779 il disegno della famosa sala della Niobe per la Galleria degli Uffizi, ed è infine sua lodata fatica la riduzione del soppresso ospedale
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