Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’ufficio che poi sostenne di vice-presidente nell’Accademia fiorentina. Non pertanto ci rimangono di lui alcune opere non indegne di essere commendate, come
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anni ventiquattro, ebbe dal principe la cura delle fabbriche dell’Opera del Duomo, e d’altri pubblici edifizi. Fu poi maestro dell’Accademia fiorentina
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acconciarsi presso un lavoratore di alabastri in Volterra. Applicò quindi al disegno nell’Accademia fiorentina, e ben presto si dette a lavorare di
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mezzo alla nuova fabbrica della Canonica. Erano Arnolfo di Cambio e Filippo di ser Brunellesco, i famosi architetti di quella sacra mole fiorentina che
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’Accademia fiorentina, come saggio de’ suoi studi di Roma, e quella desolata figlia di Sion Ehma, modellata nel 1852, sono òpere degne di grandissima lode
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parte scroccata. Lo dica agli intelligenti la effìgie che di sè stesso dipinse per la collezione della Galleria fiorentina. — Molto anche operò in patria
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le pitture della cappella del Sacramento nel Duomo della sua patria, e la sala elegantissima detta del Buon Umore, nella Accademia fiorentina di Belle
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cabala d’esser posto alla direzione dell’insegnamento di pittura nell’Accademia fiorentina, ciò fu a maggior danno dell’arte. Poco avea disegnato e meno
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A Prato poi lavoravano di prospettive GIUSEPPE CASTAGNOLI (n. 1754, m. 1832) stato maestro d’ornati nell’Accademia fiorentina, e autore di un libro
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. — Il Benvenuti (n. in Arezzo il 18 gennajo 1769, m. in Firenze il 3 febbrajo 1844), fatti i primi e più certi passi nell’Accademia fiorentina
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pregi di disegno; l’amplia tela per la galleria fiorentina de’ principi Corsini, esprimente Priamo trascinato a morte da Pirro, quadro di assai bella
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condusse tre dipinti che l’Accademia fiorentina conserva, Aiace figlio d’Oileo che vuol salvarsi dalla tempesta (1814), il pastore che toglie il fanciullo
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. Sono anche da tenersi buone tele l'Ippolito e Dianora e il Buondelmonte Buondelmonti. Il Servolini è maestro di pittura nell’Accademia fiorentina
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E qui ci par conveniente, prima di lasciare la pittura, dire qualche parola dei Lavori di Commesso in pietre dure, arte tutta fiorentina, che può
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Leopoldo fatto incisore della Zecca fiorentina, ufficio nel quale si meritò molta lode. Poi nel 1789 succeduto al padre nella direzione della
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sculture del mentovato Camposanto (1820): poi intagliò la Metropolitana fiorentina; le tre porte del Battistero (1821); la Galleria Riccardiana
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in rame nell’Accademia fiorentina di Belle Arti (1800), e da Maria Luisa quello di conservatore del Camposanto di Pisa (1807); dove aperta una scuola
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biblioteca dell’Accademia fiorentina di belle arti. — Anche Massimiliano Leonardo De Vegni di Chianciano, terra su quel di Siena (n. 1731, m. 1801), fu
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architetti d’Italia; da Pietro Leopoldo I che ne conobbe il sapere, fu ascritto tra i regi architetti, ed ebbe poi cattedra nell'Accademia fiorentina
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