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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254832
Saltini, Guglielmo Enrico 21 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

passo di più e poi invocheremo dalla Provvidenza un forte ingegno, che appropriatesi le moltiplici ricerche, gli studj indefessi, i lavori utilissimi

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ordine di date), uscirono dalla sua scuola; laonde anche per questo rispetto merita d’esser chiamato restauratore dell’arte. — Giuseppe Valentini da

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e ingrandimento della chiesa dei Cavalieri in Pisa, che poi non vide compiuta. Ebbe il Poccianti lunga la vita e quasi mai scompagnata dalla buona

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dalla schiera volgare; e poco dopo inalzata sotto gli Uffìzi quella sua bellissima statua di Donatello (1848), miseramente finì all’Ospedale, lasciando

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raccoglie le facoltà dell’intelletto, nella mano sinistra tiene la sfera, con la destra indica la sua teoria, e dalla espressione vivissima della testa

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. I contorni delle statue rimangono tali, quali escono dalla forma, senza essere alterati da lime o ceselli. E per far meglio conoscere l’effetto di

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Non pertanto dalla scuola del Petroni, ma non già per le lezioni di lui, uscivano per recarsi a Roma a cercarvi perfezione nella pittura due

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condusse tre dipinti che l’Accademia fiorentina conserva, Aiace figlio d’Oileo che vuol salvarsi dalla tempesta (1814), il pastore che toglie il fanciullo

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mese), sia scusa sufficente appresso i saggi e i discreti del poco che abbiamo detto e delle mende che ci fossero uscite dalla penna; non paghi dell

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indietreggiare la pittura in Toscana; o non piuttosto, la spingesse in un sentiero meno lontano dalla perfezione? Le arti e le scienze non procedono nella

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; quindi (1829), l’entrata di Carlo VIII in Firenze, accolto dalla Signoria, dal Clero e dai principali cittadini il 17 novembre 1494, troppo ben nota

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GASPERO MARTELLINI di Firenze (n. 15 febbraio 1785, m. 20 ottobre 1857), venuto anche esso dalla scuola del Benvenuti, riuscì pittore lodato più che

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venuti in fama, ed ahi! troppo presto rapiti all’arte. FRANCESCO (n. in Firenze 22 febbraio 1803, m. nell’agosto 1830) fu allievo del padre; e fino dalla

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l'Accademia di Siena, dopo alcuni anni lasciò quell’ufficio, astrettovi dalla mal ferma salute. — NICCOLA MONTI di Pistoia (n. 28 agosto 1780) ebbe

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Traballesi, cavato dal quadro del Domenichino in Forlì; — SANTI Pacini che adoperava il pennello e il bulino, senza però levarsi dalla mediocrità; e

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Fioriva intanto, sebbene lungi dalla cara patria, FRANCESCO BARTOLOZZI fiorentino (n. 1730, m. 1813), che fu appellato V incisore delle Grazie

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fondata in Milano (1790) una scuola d’intaglio in rame, gliene affidò la direzione. E scuola fioritissima fu questa, dalla quale usci Giuseppe Longhi

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miseramente; dopo quel tempo qualche sano intelletto non ancora affatto guastato dalla corruzione universale, tentò riprendere i buoni studj, e questi

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acque termali di San Filippo alle falde del Monte Amiata, non molto lungi dalla via di Roma. Fece egli conoscere che questo tartaro, poteva depositarsi

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Intanto dalla scuola del Morghen uscirono, com’era da sperare, artisti valenti e degni di un cosi chiaro maestro. ANGELO EMILIO LAPI fiorentino (m

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Ma l’uomo d’ingegno vigoroso, che colle fatiche e l’industria seppe emergere dalla oscurità a cui pareva lo avesse condannato la fortuna, fu GASPERO

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