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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254844
Saltini, Guglielmo Enrico 14 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

dei fatti, sarebbe stato appianare la via in molte parti; laonde a ciò s’intese in quest’ultimi trent’anni, e con molto ardore, dagl’Italiani e dai

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l'ampliamento della istessa Laurenziana, col fine di riunirvi tutti i manoscritti che nelle altre si conservano, e anche isolarla dai pericolosi contatti

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Il conte LUIGI CAMBRAY DIGNY fiorentino (n. 1779, morto 22 febbraio 1843) fu anch’esso della bella scuola. D’ingegno pronto e fatto sicuro dai buoni

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esser breve ricordo solo il teatro d’Arezzo, quello Alfieri di Firenze ricostruito dai fondamenti nel 1828, il palazzo Batelli edificato nel 1831 ad uso

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affatto privi d’ingegno. Incominciamo dai fiorentini.

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’Accademia di San Luca, e del Benvenuti stesso amico suo, che poi lo raccontava con ammirazione, rifece il nudo a penna incominciando a tratteggiarlo dai

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; quindi (1829), l’entrata di Carlo VIII in Firenze, accolto dalla Signoria, dal Clero e dai principali cittadini il 17 novembre 1494, troppo ben nota

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, nelle pareti e nelle lunette della quale dipinse l’Incoronazione della Vergine, la Chiesa Militante, e il voto fatto dai Fiorentini dopo la pestilenza

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invenzioni. Tra i suoi primi disegni giovanili, vogliono essere ricordati Pier Capponi che lacera i turpi capitoli, Giuseppe venduto dai fratelli alla

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Giuseppe venduto dai fratelli. Dipinse più tardi un salone nella Galleria de’ Pitti, ove intese effigiare il carro del Sole oscurato da Minerva e

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magazzino di varie specie di pietre dure italiane e forestiere. Quindi ricevette più largo impulso dai suoi successori Francesco I e Ferdinando I. Quest

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Cesari, su disegni cavati dai busti della regia Galleria, e dopo alcuni ritratti di Auguste donne de’ suoi tempi, ebbe presto reputazione nell’arte, e

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suo comando eresse dai fondamenti nel 1787 il palazzo vescovile di quella città, la cui facciata spartita a pilastri di pietra, con ampia terrazza

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eccellente dei tempi nostri. Ebbe a maestri il Longhi di Milano e il Rosaspina di Bologna, ma si attenne al fare del Longhi, come si vide fino dai

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