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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254964
Saltini, Guglielmo Enrico 30 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

Ma se al regio architetto Paoletti si deve grande riconoscenza per quello che fece, più assai conviene tributargliene per quello che seppe insegnare

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per assai tempo esercitandosi. Datosi con molto amore allo studio dei monumenti greci e romani, ne trasse gusto squisito, pratica delle buone regole, e

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studi, operò quasi sempre con assai correzione ed eleganza, e n’ebbe onore in Italia e fuori, singolarmente appresso i Francesi che lo vollero membro

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buono stile ed elegante. — FRANCESCO LEONI fiorentino (n. 2 aprile 4795, m. 28 ottobre 4850) studiò con assai profitto architettura nell’Accademia di

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AGOSTINO FANTASTICI da Siena (n. 1782, m. 24 luglio 1845) fu assai diligente nell’arte, che aveva imparata dal padre suo. La cattedrale di Montalcino

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dell’Elba lo ebbe carissimo, e benché assai giovane designava affidarli opere importanti nell’isola. Nè l’età provetta smentì la gioventù promettitrice

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a spirale con assai vaghezza ed accorgimento; la Tribuna di Galileo eretta nel 1840 al Museo di Fisica e Storia Naturale, e il palazzo della prima

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(n. 1765, m. 23 novembre 1837) suo allievo e poi successore nell’insegnamento. E che riuscisse assai valente scultore, lo dicano gli elogi di alcune

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Sarzana (n. 26 luglio 1814, m. 22 luglio 1856) fu aggraziato statuario, se non molto nuovo nei suoi concetti, abilissimo però a condurli con assai

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opere. Procedendo sempre per ordine di date, si presenta primo — LUIGI GIOVANNOZZI di Firenze (n. 1791), assai valente tra i così detti ornatisti di stile

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letterarie, peggio assai sarebbe di queste artistiche; ma si domandano raccolte di fatti e di date, cronache fedeli insomma, che riescano guida sicura

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di rilievo assai bene. Datosi con molto amore allo studio dell’anatomia, tanto necessario a chi voglia andare innanzi nell’arte, si dette a modellare

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Lo stato della pittura a mezzo il secolo XVIII era in Toscana, come in ogni altra parte d’Italia, assai lacrimevole. Quando dalle tenebre del medio

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un certo trovato del dipingere con sughi d’erbe sopra panni bianchi a guisa d’arazzo. — Migliore assai fu TOMMASO GHERARDINI (n. 1715, m. 1797

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meglio sopra i famosi dipinti degli antichi maestri. Operò assai nel Vaticano, quindi per diverse corti d’Europa e per i privati signori; ma la patria

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primi, come mostrano le sue pitture della sala di Giove nella galleria de’ Pitti. Questi fu pure maestro assai reputato nella nostra Accademia.

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pregi di disegno; l’amplia tela per la galleria fiorentina de’ principi Corsini, esprimente Priamo trascinato a morte da Pirro, quadro di assai bella

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in casa del marchese Gino Capponi, Adamo ed Èva, Armida e Rinaldo, Minos giudice infernale, ed altri assai; ed infine quei suoi grandiosi intagli all

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Commedia. Quelli della cantica del Paradiso furono incisi a mezza macchia per la edizione del Dante dell’Ancora (Firenze, 1817). Disegnò pure assai

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, acquistò bella fama. Colorito bellissimo e generalmente armonioso, assai rilievo nelle figure, larghezza nel disegnare, ed effetto sempre stupendo, ecco i

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amori d’Angelica e Medoro, opere che menarono assai grido in Firenze. Fu allora che il Benvenuti lo chiamò ad insegnare nell’Accademia, ove poi successe

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o peggio ricoperti di bianco. Molte opere condusse a fresco e in olio, più assai ne restaurò. Dire di tutte non ci è possibile, ne citeremo alcune tra

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marzo 1776), contemporaneo del Benvenuti e di Luigi Sabatelli, attese all’arte con assai amore, ma seguitò gli esempi delle vecchie scuole piuttosto che

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specialmente, che vedemmo anche all’Esposizione Italiana del 1861, era d’assai difficoltà, dovendosi con le moltiplici pietre imitare i naturali

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, disegnò anch’esso e incise assai bene a bulino. Stette prima molto tempo in Parigi, e poi tornato in patria successe al padre nell’insegnamento; ma

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artista, abile assai nel lavorare alla maniera del lapis e della matita, è la morte di Piramo e Tisbe da Guido o meglio da Lorenzo De-la-Hire

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1759, m. in Pisa 15 marzo 1838) fu nell’intaglio a bulino e all’acqua forte reputato valentissimo. Di famiglia assai chiara, sebbene travolta in

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dopo la morte del padre, attese assai alle cose toscane, come mostra quel suo bel trovato per dare qualunque figura ai tartari, che si depongono dalle

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belle speranze. — E poi quei carissimi, più che allievi, compagni di fatica del Perfetti: DOMENICO CHIOSSONE di Genova, che sta da assai tempo in

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nella Maddalena da Paolo Veronese, nel Bacio della Reliquia da Andrea, e nella Santa Famiglia da Raffaello, mostrò assai capacità nel maneggiare il

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