Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
e col sentimento. Allora appariranno manifeste le cause certe dello scadere dell’arte dopo Michelangiolo, della totale sua rovina nel cominciare del
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
ordine di date), uscirono dalla sua scuola; laonde anche per questo rispetto merita d’esser chiamato restauratore dell’arte. — Giuseppe Valentini da
Pagina 11
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
salute, e ciò gli permise operare indefesso per l'arte sua che molto amava. Pure l’invidia e la malignità non ristettero dal morderlo e lacerarlo, perchè
Pagina 12
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Non pertanto mentre fiorivano in Toscana gli architetti fin qui ricordati, altri ancora studiavansi esercitare l’arte loro con amore e con gusto
Pagina 14
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
AGOSTINO FANTASTICI da Siena (n. 1782, m. 24 luglio 1845) fu assai diligente nell’arte, che aveva imparata dal padre suo. La cattedrale di Montalcino
Pagina 15
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
) educato agli esempi del Paoletti, molto seppe dell’arte edificatoria, e non mancò di buon gusto nelle decorazioni. E sebbene lavorando sempre in
Pagina 15
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
palazzo di Viareggio rimasto incompiuto, sono monumenti che basterebbero soli alla fama di un artista. Ma l’opera sua degna dei più bei tempi dell’arte è
Pagina 17
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
del Bettarini. Dal 1815 in poi servi lo Stato in più e diversi uffici dell’arte e sempre riportò lode come valente e integerrimo. Il grandioso lavoro
Pagina 19
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Firenze (n. 15 agosto 1803) non saprei dire se sia più valente architetto o erudito conoscitore e scrittore delle cose d’arte. I suoi ponti costruiti in
Pagina 20
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
, nè a sufficenza esposte e dichiarate, da cavarne idee generali, che rispondano al diffìcile quesito se l’arte sia o no veramente in progresso tra
Pagina 24
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
chiarire del fatto. Ogni lume dell’arte, ogni salutare precetto era dimenticato: studiare il vero, inutile; gli antichi, pedanteria; ispirarsi bene al
Pagina 24
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
metropoli. Ma per quanto non mancasse lo Spinazzi di sapere e di gusto, per quanto conoscesse a maraviglia il meccanismo dell’arte, educato anch’esso ai
Pagina 25
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Superiore in merito al Carradori e di gran lunga, come quello che primo stampò un orma sicura sul nuovo campo dell’arte, fu STEFANO RICCI fiorentino
Pagina 26
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
l’arte, e la fatica più lunga, fu nel monumento che il figlio Anatolio volle modellato da lui per Niccolò Demidoff. Opera è questa da reputare
Pagina 27
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Come Antonio Canova restituiva la vita all’arte statuaria richiamandola principalmente allo studio degli antichi modelli greci, Lorenzo Bartolini la
Pagina 29
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
celebrato artista disse in Italia e fuori la fama, e come al suo modo gentile di sentire gli affetti, rispondesse un gusto squisito dell’arte, che non
Pagina 29
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Portoferraio (n. 22 dicembre 1790, m. 28 febbraio 1844), educato all’arte in Toscana e poi a Roma, riuscì scultore lodato. Il suo Ciparisso gli diede
Pagina 31
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
studioso dell’arte. La statua di Galileo Galilei (1839), che ammirasi nell’aula della Università di Pisa, in atto di mostrare agli scolari la sua scoperta
Pagina 32
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
E anche vogliamo dire alquanto della ceroplastica, arte già fino dal secolo XIV praticata in Firenze per le figure votive, che si mettevano nelle
Pagina 39
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
fatto rivivere tra noi V arte di fondere in bronzo statue ed altri oggetti di plastica, dopo Giovan Bologna e Ferdinando Tacca quasi affatto
Pagina 39
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
ai cultori di questi studj la storia dell’arte del tempo nostro, perchè se furon sempre da tenersi in poco conto le istorie contemporanee politiche e
Pagina 4
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
di rilievo assai bene. Datosi con molto amore allo studio dell’anatomia, tanto necessario a chi voglia andare innanzi nell’arte, si dette a modellare
Pagina 40
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
), apprese l’arte nello studio del Calenzuoli; ma le cose sue all’occhio degl’intelligenti rimangono di gran lunga inferiori a guelle del maestro; ed ebbe
Pagina 41
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
laboratorio, in breve rimase solo il Calenzuoli, che innamoratosi dell’arte, studiò indefessamente il disegno e l’anatomia, e si fece valente. Chiamato
Pagina 41
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
evo spuntò l’aurora della nuova civiltà, l'arte bambina promise Raffaello; ma nel passato secolo fatta decrepita, parve invece volesse lasciarsi
Pagina 42
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
cabala d’esser posto alla direzione dell’insegnamento di pittura nell’Accademia fiorentina, ciò fu a maggior danno dell’arte. Poco avea disegnato e meno
Pagina 45
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
, per la ricchezza e convenienza dell’inventare e pel modo di colorire. Anche esso però imparava l’arte a Roma, studiando sotto Niccola Lapiccola e
Pagina 45
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
, fregi, soffitte, facciate, insomma ciò che dicono in arte far quadrature. Dipinse pure a olio con gusto, più specialmente frutta e fiori, e si attentò
Pagina 46
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
lo stato dell’arte quando essi fiorivano. Ingegno e pratica delle matite e dei pennelli non possono loro negarsi, ma erano nulla più che manieristi
Pagina 46
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
giovinetti nei quali parvero riposte le speranze dell’arte toscana. Faceva ammirarsi il primo per aggiustatezza d’ingegno e perseveranza negli studj, il
Pagina 46
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
principii dell’arte, giovinetto ancora concorse ai temi proposti dall’Accademia milanese, e due volte ottenne il premio; la prima (1805) con un gran
Pagina 49
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’opera nostra faticosa, consentiamo a darla in luce, solamente perchè ci stringe la inchiesta di far conoscere in qualche modo l’arte odierna toscana
Pagina 5
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’arte, è GIUSEPPE BEZZUOLI di Firenze (n. 28 novembre 1784, m. 13 settembre 1855). Svincolatosi presto da quella durezza accademica acquistata nella
Pagina 50
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
paese; ma sfornito di studj dell’arte, mal compresa a’ suoi tempi, in quelle molte vedute che fece di campagne svizzere ricoperte di neve, si
Pagina 52
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
venuti in fama, ed ahi! troppo presto rapiti all’arte. FRANCESCO (n. in Firenze 22 febbraio 1803, m. nell’agosto 1830) fu allievo del padre; e fino dalla
Pagina 55
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Passiamo ora agli artisti viventi, a quelli che operarono o tuttora si adoperano ad onore dell’arte italiana! Giuseppe COLLIGNON di Siena (n. 19
Pagina 57
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Quali fossero le condizioni di quest’arte nobilissima in Toscana intorno alla metà del secolo passato, lo dicono chiaro due monumenti allora inalzati
Pagina 6
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Ma se i sovrani della famigia de’ Medici ebbero tutti a cuore quest’arte, ci piace tuttavia confessare, che pei Lorenesi fece nuovi e importanti
Pagina 63
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
E qui ci par conveniente, prima di lasciare la pittura, dire qualche parola dei Lavori di Commesso in pietre dure, arte tutta fiorentina, che può
Pagina 63
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
immagine, lo diremo arte del tempo, perchè nel passato e nel presente secolo anche in Italia saliva grandemente in onore. E siccome gl’incisori toscani
Pagina 64
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
piuttosto alle matite. — Ma chi portò nell’arte toscana qualche miglioramento è GIOVAN BATTISTA Cecchi fiorentino (n. 1748, m. dopo il 1800). Non potendo
Pagina 65
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
, perchè seppe intagliare i suoi molteplici rami con perizia dell’arte e mirabile delicatezza. Fatti in patria gli studj del disegno, passò a Venezia sotto
Pagina 66
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Contemporaneo al Bartolozzi si levò nell’arte un altro fiorentino, VINCENZIO VANGELISTI (n. 1744 circa, m. in Milano nel 1793), meno grande, se
Pagina 67
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
vita nelle opere dell’arte, che in numero straordinario e sempre lodevoli gli uscirono dalle mani. Tra i suoi migliori intagli di genere finito vuol
Pagina 68
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Cesari, su disegni cavati dai busti della regia Galleria, e dopo alcuni ritratti di Auguste donne de’ suoi tempi, ebbe presto reputazione nell’arte, e
Pagina 68
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Ma quegli che avanzò tutti nell’arte, e meritò di essere annoverato tra i primi incisori d’Europa, è RAFFAELLO MORGHEN (n. a Portici presso Napoli il
Pagina 69
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Laonde se fin qui, senza tener conto delle antiche tradizioni, senza nemmeno degnare di uno sguardo gli stupendi monumenti dei bei tempi dell’arte
Pagina 7
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Tra quelli che intesero a maggior castigatezza nell’arte, fu Giuseppe Salvetti fiorentino (n. 1734, m. 1800), che più puro nello stile, più grave e
Pagina 7
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’arte avrebbe fatto nuovi progressi. — Samuele Jesi di Correggio, israelita (n. 4 settembre 1788, m. a Firenze 17 gennaio 1853), fu disegnatore e incisore
Pagina 71
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’impara a scuola, appresi da un mediocre architetto gli elementi dell’arte, non pensò che a francarsi dalla imitazione dei suoi coetanei, e a ripristinare
Pagina 9