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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

254902
Saltini, Guglielmo Enrico 14 occorrenze
  • 1862
  • Le Monnier
  • Firenze
  • critica d'arte
  • UNIFI
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Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri

cui riuscì non secondo a nessuno dei contemporanei. A Napoli fece le prime prove nell’operare, aiutando Antonio Niccolini, artista suo compaesano, nella

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fabbriche di privati per la più parte commendevoli. — ANTONIO CORAZZI di Livorno (n. 17 dicembre 1792) che dopo avere nel 1818 architettato in Firenze con

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Come Antonio Canova restituiva la vita all’arte statuaria richiamandola principalmente allo studio degli antichi modelli greci, Lorenzo Bartolini la

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senza abilità la statua di Pier Antonio Micheli, famoso botanico, pel portico vasariano, e nell’anno appresso il monumento a Carlo III di Borbone duca di

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ispeciali cartellini, affinchè tutti potessero di leggeri conoscerne Fautore. — Anche ANTONIO SERANTONI di Firenze (n. 1782, m. 15 agosto 1837

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preparazione, il Susini e il Calenzuoli da lui diretti, e coi disegni di Antonio Serantoni, modellarono la famosa figura, che dimostra quei vasi

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stupendi di PIETRO GIUSTI, ANGELO BARBETTI e ANTONIO ROSSI da Siena, di PIETRO CHELONI di Firenze, di LUIGI BIGOTTI da Lucca e di altri; ma la Esposizione

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A Siena APOLLONIO NASINI, ultimo di questa famiglia di pittori (n. 1689, m. 1768), aiutò nelle opere Giuseppe suo padre e lo zio Antonio. Ma se bene

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associano in coro un loro confratello morto, e la Messa cantata. — ANTONIO MARINI di Prato (n. 27 maggio 1788, m.10 settembre 1861), prese ad imitare ne

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del Carmagnola, ricavato dalla scena ultima della tragedia del Manzoni, e disegnò per la chiesa di Santa Croce il cartone del Sant’Antonio che

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sappiamo che abbia condotto grandi tele, ma l’Agnato, il Ratto e la Seduzione sono assai buoni lavori. — ANTONIO CISERI di Lucarno (n. 25 ottobre 1821

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poco fece nè cose di gran conto. Appartengono pure a questo periodo i fiorentini — ANTONIO GREGORI fratello di Ferdinando, che ebbe una certa dolcezza

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minori fortune, fu in freschissima età inviato a Venezia a studiare il disegno e la pittura sotto il valente Antonio Marinetti detto il Ghiozzotto

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Ma l’allievo del Morghen che più sali in fama tra noi, e che oggi è capo di una bella e fiorente scuola d’incisori, è Antonio Perfetti di Firenze (n

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