Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
dei fatti, sarebbe stato appianare la via in molte parti; laonde a ciò s’intese in quest’ultimi trent’anni, e con molto ardore, dagl’Italiani e dai
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assai correttezza nello stile; tanto che mostrate appena le prime opere giovanili promettitrici, ebbe a vent’anni un pubblico ufficio nello Scrittoio
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anni ventiquattro, ebbe dal principe la cura delle fabbriche dell’Opera del Duomo, e d’altri pubblici edifizi. Fu poi maestro dell’Accademia fiorentina
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alcuni libri di cose d’arte, e fu per molti anni maestro d’Architettura e direttore dell’Accademia Pisana. —RODOLFO CASTINELLI di Pisa (n. 21 novembre
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LUIGI BETTARINI di Portoferraio (m. oltre gli anni sessanta il 21 dicembre 1850) fu architetto di molto valore. Napoleone I nella breve prigionia
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Livorno, da lui incominciata nel 1835 e condotta a termine sette anni appresso. — Telemaco Buonaiuti fiorentino (n. 1802 circa) è architetto di molto
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favellare abbastanza della sua fama. Quando appena in sui venticinque anni (1842) scoperse al pubblicò il suo Abele morente, il Bartolini, vedutolo
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FRANCESCO CALENZUOLI fiorentino anch’esso (n. 4769, m. 46 marzo 4847), fu allievo del Susini, che lo prese seco di quindici anni, quando avuto l
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’Amore nella maggior sala della villa Giuntini a Camerata, e negli ultimi anni del viver suo, la Vergine in gloria nella cupola di una cappella della
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compiuti a quindici anni. A diciannove, quando gli altri appena cominciano, fece per la chiesa di Santa Croce il miracolo di Sant’Antonio per le vie di
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l'Accademia di Siena, dopo alcuni anni lasciò quell’ufficio, astrettovi dalla mal ferma salute. — NICCOLA MONTI di Pistoia (n. 28 agosto 1780) ebbe
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); poi il magnifico altare per la cappella medicea che da molti anni si va con grande studio preparando. Le formelle per il paliotto, le fiancate di
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frutto dalle sue belle fatiche, a trentaquattro anni fermò stanza a Brompton presso Londra. E sebbene colà avesse allora grido lo Strange, il Bartolozzi
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Domenico Gabbiani, passò a perfezionarsi a Parigi sotto la direzione del celebrato Giovan Giorgio Wille. Dopo sei anni (1776) tornato in patria
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fatta negli ultimi anni del viver suo, e che, rimasta incompiuta, fu condotta a termine da Ferdinando suo figliuolo, che pure attende all’incisione.
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. Applicatosi poi all’incisione, venne di ventisette anni in Firenze a cercarvi perfezionamento. Fatto quivi il suo tirocinio, intagliando prima gli antichi
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; opera insigne che, mirabile a dirsi! il nostro incisore condusse appena in tre anni (1797-800), e che mise negli artisti suoi contemporanei lo
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’altar maggiore ivi costruito cinque anni appresso, e infine il nostro teatro Goldoni da lui con belle proporzioni eretto nel 1817, là dove prima sorgeva
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