Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
per assai tempo esercitandosi. Datosi con molto amore allo studio dei monumenti greci e romani, ne trasse gusto squisito, pratica delle buone regole, e
Pagina 12
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Non pertanto mentre fiorivano in Toscana gli architetti fin qui ricordati, altri ancora studiavansi esercitare l’arte loro con amore e con gusto
Pagina 14
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
ALESSANDRO GHERARDESCA pisano (n. 11 marzo 1779, m. 11 gennaio 1852) coltivò con grande amore le arti belle, alle quali era andato educandosi
Pagina 18
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Santa Maria del Fiore pel concorso del venturo anno. — Francesco Mazzei fiorentino (n. 1806) è salito in bella fama pel suo amore agli antichi monumenti
Pagina 20
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
monumento la tavola che il Bartolini scolpì pel principe istesso. Cinta attorno dallo Zodiaco, rappresentazione del mondo, sostiene il dio Amore inteso a
Pagina 27
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
. 1795, m. 14 maggio 1853) ebbe da natura e dallo studio l’amore e la pratica dell’arte; ma per avversità di fortuna, non riuscì che tardi a levarsi
Pagina 31
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Santarelli fiorentino (n. primo d’agosto 1801) trasse dall’esempio del padre, sommo incisore di numismi1, l’amore al far di rilievo; e studiata l'arte
Pagina 32
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
di rilievo assai bene. Datosi con molto amore allo studio dell’anatomia, tanto necessario a chi voglia andare innanzi nell’arte, si dette a modellare
Pagina 40
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
secondo per la immaginazione feconda e per la prontezza nell’operare, ambedue per amore indefesso alle arti belle. Erano PIETRO BENVENUTI e LUIGI SABATELLI
Pagina 46
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’Amore nella maggior sala della villa Giuntini a Camerata, e negli ultimi anni del viver suo, la Vergine in gloria nella cupola di una cappella della
Pagina 48
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
’Apelle, ai Pitti, la caduta dei gravi nella Tribuna di Galileo, quella stupenda Follia che guida il carro d’Amore in una sala del palazzo Gerini in
Pagina 52
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
religiosi, e poi con amore grandissimo ai restauri degli antichi dipinti, che una barbarica ignoranza da un pezzo aveva lasciati in vergognoso abbandono
Pagina 52
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
dolci lusinghe d’amore. E vuolsi notare come dipingere donne avesse in uggia; e ad un amico che lo richiedeva di un ritratto femminile rispondesse
Pagina 55
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
marzo 1776), contemporaneo del Benvenuti e di Luigi Sabatelli, attese all’arte con assai amore, ma seguitò gli esempi delle vecchie scuole piuttosto che
Pagina 57
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
, oriunda di Francia, ma da lungo rimasta tra noi, la quale di padre in figlio eredò l’amore all’arte, e n’ebbe sempre sotto i Lorenesi la direzione. E
Pagina 63
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
metallica, nè celano abbastanza la immensa fatica dell’artefice; pure lavorò moltissimo, e sempre con amore. Una delle cose sue principali è la
Pagina 65
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
una delle cose della prima maniera di Raffaello, Jesi si pose a disegnarlo con amore grandissimo; e in breve compiuta l’opera, che riusciva stupenda
Pagina 71
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
infine tacere che il Bonaini va da assai tempo intagliando con amore grandissimo la Madonna di Foligno, celebrato dipinto di Raffaello.
Pagina 73
Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
Nè tra gli artisti che in Toscana hanno atteso all'intaglio sul rame con amore, è da passarsi inosservato GIROLAMO SCOTTO, scolaro del Longhi, che
Pagina 74