Le arti belle in Toscana da mezzo secolo XVIII ai dì nostri
medio evo, alla realità materiale messe avanti l’idea, al disonesto servaggio la libertà e l’eguaglianza, e trionfò delle tradizioni pagane colla fede
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dimostra il libro da lui pubblicato nel 1805: Saggio intorno alla determinazione dell9 ombre nei diversi soggetti dell’architettura geometrica, e l
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, compiuta nel 1841 per collocarvi la magnifica libreria che il conte Angelo Maria d’Elci aveva donato alla città, e il grandioso progetto per
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caso, e molto attese alla correzione dei suoi disegni. La fabbrica detta della Sanità nel porto di Livorno lo mostra artista diligente.
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del Patriarca, al Tribunale Criminale, all’Archivio Generale ai Frari e alla chiesa di San Silvestro. — GIUSEPPE PIANIGIANI di Siena (n. 12 maggio
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teatro che nel 1834 costruiva al Borgo San Sepolcro è tenuto assai bello, e la forma elegante data fino dal 4837 alla prigione delle Stinche, quando si
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palazzo di Viareggio rimasto incompiuto, sono monumenti che basterebbero soli alla fama di un artista. Ma l’opera sua degna dei più bei tempi dell’arte è
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, peregrinando a Roma e in altre parti d’Italia. Di ritorno alla patria fu ingegnere di ponti e strade e anche si piacque della scenografia; ma ebbe merito
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(n. 6 dicembre 1798) venuto in Toscana da assai tempo, vi fece prima i due lodevoli disegni per un Camposanto da costruirsi alla chiesa di San Miniato
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dato anche alla scultura un valente maestro, chiamando da Roma a bella posta INNOCENZIO SPINAZZI, uno dei primarj che allora fiorissero in quella
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carità, che ministrando il pane dell’intelletto educa alla patria una generazione novella! E a lei cosa celeste, divinamente risponde la Fiducia in Dio
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mezzo alla nuova fabbrica della Canonica. Erano Arnolfo di Cambio e Filippo di ser Brunellesco, i famosi architetti di quella sacra mole fiorentina che
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Ora secondo il nostro costume seguiteremo prima a parlare degli artisti mancati alla vita, per accennar poi brevemente ai viventi. FRANCESCO Pozzi di
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a Livorno, quelli magnificamente scolpiti in macigno alla nuova scala del Poccianti nella reggia de’ Pitti, il cammino di stile del cinquecento per la
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Firenze e alla scuola toscana, la quale, spero non vorrà negarmelo alcuno, tiene anch’oggi il primato sopra d’ogni altra italica. Non chiediamo già
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, mostrano anche gli organi che servono alla riproduzione e allo sviluppo progressivo del feto mentre sta nel seno materno, e i differenti parti della
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merito, ma nel disegnare ed incidere le cose anatomiche. Attendono oggi a quest’arte DEMETRIO SERANTONI figlio di Antonio, che ha inviato alla Esposizione
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, che serviva alle funzioni dottorali, e quella destinata alla musica nel palazzo de’ Pitti, furono pitturate da lui; ma l’opera che valse a dargli
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cabala d’esser posto alla direzione dell’insegnamento di pittura nell’Accademia fiorentina, ciò fu a maggior danno dell’arte. Poco avea disegnato e meno
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qual tempo si rese finalmente alla patria. Ivi tra le altre si ricordano le sue storie d’Apollo dipinte a fresco nella sala della villa Mansi a
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accostarsi alla scuola veneta; la terribile scena dantesca della morte del conte Ugolino, eseguita pei signori Della Gherardesca, e in cui sono grandi
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alla grande Inghilterra, che ne ha ospitato alcuni saggi nel palazzo della Esposizione Internazionale di Londra, insieme con quelli delle altre
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di Angeli esultanti che inneggiano alla Madre di Dio (1847); dei restauri, quelli stupendi delle pitture giottesche nel palazzo del Potestà, ove ebbe
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invenzioni. Tra i suoi primi disegni giovanili, vogliono essere ricordati Pier Capponi che lacera i turpi capitoli, Giuseppe venduto dai fratelli alla
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da giovinetto i principii della pittura dal Desmarais; fu poi alla scuola del Benvenuti, e frequentò con plauso l'Accademia di Belle Arti. Dipinse a
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Quali fossero le condizioni di quest’arte nobilissima in Toscana intorno alla metà del secolo passato, lo dicono chiaro due monumenti allora inalzati
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, che i miglioramenti ottenuti nel lavorar di commesso in sul finire del secolo passato e nel presente, devonsi in gran parte alla famiglia Siries
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molta pratica che avea del miniare. Si dà pure a lui il vanto di avere introdotto nell'arte il metodo d’incidere a granito, da lui condotto alla maggior
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artista, abile assai nel lavorare alla maniera del lapis e della matita, è la morte di Piramo e Tisbe da Guido o meglio da Lorenzo De-la-Hire
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lui eseguita in Firenze nel 1787, insieme alla nuova disposizione interiore di quel pio luogo; e la fabbrica non spregevole del Conservatorio di
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, vennero a prendere stanza tra noi, e nella città nostra fino alla morte operarono, il Gara vaglia e l'Jesi.
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; intorno alla più vera effigie della quale lesse (1824) nella Società Colombaria, a cui appartenne, una bella ed erudita memoria. — GALGANO CIPRIANI
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, morte lo rapi alla famiglia, agli amici, all’Italia, che già onorava in lui un figliuolo diletto. Questo artista guidato dall’altissimo ingegno suo
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’onore alla Esposizione Nazionale del 1861. — Filippo LIVY, che studiato prima alquanto sotto il Chiossone e il Granara, venne poi dal Perfetti. Delle
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scaturiscono le acque purgative. Contemporaneamente fece il nostro architetto i due cortili alla Real Villa del Poggio Imperiale in prossimità di Firenze, e
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