Le Stelle. Saggio di astronomia siderale
comunemente, ma che pure si manifesta in alcune circostanze. Senza questo inviluppo il Sole ci presenterebbe uno spettro continuo come conviene ai gas
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Nelle ecclissi solari si vede ordinariamente il Sole circondato dall’aureola o corona luminosa e inoltre da vive fiamme rosse di forme assai variate
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Si deve al signor Janssen l’avere insegnato come esse si potevano vedere anche fuori dell’ecclisse mediante lo spettroscopio. Queste si vedono
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dicesi ombra o nucleo, le righe del sodio e di altri metalli, come calcio, ferro, magnesio, ecc., si veggono più dilatate e rinforzate e spesso
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Se si osserva collo spettroscopio il luogo dove una macchia grande sta precisamente sull’orlo del Sole, sia nascendo, sia tramontando, si vede
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Quando la macchia sta proprio sull’orlo del Sole essa ci si presenta per taglio, e realmente è invisibile, ma dalle leggi della rotazione solare si
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Lo spettro del quarto tipo sembra dunque del carbonio in qualcheduna delle sue molteplici forme. Non è da dissimulare che non sempre si è trovata
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80° di altezza. Le dimensioni però di questo spettro presso l’orizzonte non sono mai stabili, perchè esso si allunga e si accorcia visibilmente e
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Ma se al Fig. 29 luogo del cartone mettasi l’occhio e si guardi la fessura attraverso il prisma essa fessura apparirà col rosso in basso e col
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Questo è il caso della stella, onde si vede che il raggio r che viene all’occhio è partito da un punto più alto che il raggio r.
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tenderà ad abbassarlo, e con ciò a camminar verso il rosso. Se l’aria fosse immobile questo movimento si farebbe con una continuità rigorosa, ma per
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notabilmente le altre conosciute non era sperabile che vi si facesse attenzione. Però ben più esteso e generale è il movimento che regna effettivamente
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Nel 1690 i missionari Europei a Peking ne osservarono una nel collo del Sagittario, ma pare che le notizie esatte di essa si siano perdute.
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Adesso sì che si può dire veramente mirabile. (Estratto del giornale di osservazioni).»
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anche queste appartengano alla massa integrale, la quale si è andata condensando e solidificando in astri speciali, mentre la centrale non è ancora
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Si misurarono gli angoli alle stelle vicine, e furono trovati identici con quelli di H. I. Quindi questi corpi devono essere lontanissimi.
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che essi sono forniti di non debole luce intrinseca, e che nello spettro questa non si diffonde in uno spazio continuo allargato come nelle stelle, ma
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questo fondo è così uniforme, che appena si rileva la sua presenza da alcuni fori neri che si trovano quà e là per esempio a 17h 52m e − 27° 51'. Noi
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Molte sono le nebulose di questa categoria e vastissime. Si consulti l’opera di Herschel fatta al Capo di B. Speranza ove sono disegnati gli oggetti
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e ricapitolando e riducendo tutto all'intervallo di 30 anni si ha
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Vi è però un caso che non si può esaurire con tali principii, ed è quando l’orbita vera si proietta in una linea retta, sulla quale il piano dell
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In secondo luogo si trova che i moti orbitali sono più frequenti nelle stelle più vicine, e il loro numero và decrescendo colla distanza: e che
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Le nebulose spirali, dove molte piccole nebulose si trovano far corteggio ad una grande centrale congiunta ad essa per archi estesissimi, convalidano
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Ma in realtà anche il semplice contare le stelle non è facile. La vista si confonde, e quando si è al trarre delle cifre precise il loro numero
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Da queste cifre non si può facilmente rilevare la grandezza dello spazio in cui tanti corpi sono diffusi, se non si ha una approssimata misura delle
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Dette a e a' le distanze medie e T, T' i tempi periodici dei due pianeti, si ha
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contemporaneamente. Si potranno da questi due angoli concludere i loro supplementi LBC, e LSC. Ora dalla posizione, nota sul globo dei due osservatori, si
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Le osservazioni fatte a questo modo sono molto più sicure che non le altre fondate sulle distanze zenitali dirette. Il metodo si riduce a confrontare
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che proiettandosi da essi il pianeta sul Sole, ciascuno lo vedrà descrivere una corda differente. Da A si avrà la corda aa' e da B la bb', le quali
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sua periferia: quindi se in m il moto diurno della Terra si fà nel senso stesso del corso di Venere sul Sole, in n si farà nel senso opposto: se
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Però questa grande precisione che si aspettava non fu facile ad ottenerla in pratica per molte cagioni che rivelò l’esperienza. Primieramente dei 4
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Dal passaggio del 1769 si era conclusa la parallasse seguente dai diversi calcolatori
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Viceversa pertanto conoscendo la velocità della luce si può calcolare la distanza del Sole, e la sua parallasse. Questa velocità si è determinata con
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La grandezza del Creato è una di quelle idee che spaventano la piccola mente umana. Quando si annunziò la prima volta, che rotte allo spazio etereo
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Le distanze degli astri in genere si calcolano mediante la parallassi; ma per le stelle, anche colle antiche idee, la parallassi diurna dovea essere
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La Polare e la Capra avendo meno di un decimo di secondo, si lasciano. Ne segue pertanto che mancando le stelle generalmente di parallasse, la loro
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4.° Tra 25 e 35 operando allo stesso modo si trova da 35 scandagli la densità di 17,68 per densità a 30°, e così seguitando si è formato il seguente
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Qui si vede senza difficoltà come le stelle maggiori sono quasi egualmente distribuite; ma che le minori sempre più si addensano fino ad essere 12 e
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abbiano maggior vicinanza reale. Se dunque si cerchi la densità relativa dello strato stellare Herscheliano nei vari piani paralleli al piano
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Non si possono nemmeno mettere in questa categoriale Nubi di Magellano ove la massa vastissima si risolve in stelle e Nebulose minutissime, formanti
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(v. Holden Am. jour. of science May 1876, che sostiene che sì, specialmente la nebulosa in forma di Ω e quella di Orione.
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Appresso si succedono questi lavori troppo numerosi e noi qui diremo solo dei principali rimandando per notizia degli altri all’opera di Chambers
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24.° Nè siamo ancora alla fine delle maraviglie, lo saremo soltanto quando cesseremo di studiare. Fu già un tempo in cui tutto il sistema solare si
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I rimandi si riferiscono alle pagine dell'edizione cartacea nota per l'edizione elettronica Manuzio.
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Se ogni stella differisce dall’altra in grandezza, non differisce meno nel colore. Comunemente le stelle si dicono bianche, ma anche all’occhio più
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4° Le stelle isolate sono più difficili a rilevarsi che le doppie, mancando ogni termine di confronto anzi piuttosto si ha un termine che le
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L’astronomia si era sempre esclusivamente occupata fino ad ora della grandezza e distanza degli astri e di alcune poche particolarità fisiche di non
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cannocchialino per gli oggetti più deboli, che si invita direttamente nel piatto XY. Il braccio obliquo K contiene all’estremità una capsula con una scala
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Il collocamento esatto di questi pezzi si ottiene facilmente di giorno usando il Sole. Così le osservazioni sono facili e le stelle non possono
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È bene avvertire che in parecchie di questo tipo, come in Procione, α Aquila, α Vergine ecc. si scorgono molte righe fine abbastanza ben visibili, ai
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