Le Stelle. Saggio di astronomia siderale
Il chiarissimo Prof. Respighi ha invocato il moto di rotazione della terra come causa influente in tale movimento ottico. Secondo noi questo potrebbe
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Da questi fatti la probabilità di un moto nelle stelle era divenuta certezza, ma le osservazioni grossolane de’ tempi anteriori, e la piccolezza di
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Declinazione δ in gradi e decimi soltanto, la quarta un coefficiente λ di cui daremo appresso il significato, la quinta e sesta il moto proprio
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certa legge di moto comune, cosa assai difficile ad ammettersi. Ma possono anche essere apparenti e dovuti al moto dell’osservatore nello spazio, cioè
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Sia dunque che i moti siano veri e proprii delle stelle, sia che essi dipendano meramente dal moto dell’osservatore secondo il principio delle
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Da questa discussione risulta 1.° che le stelle grandi hanno moti più grandi: 2.° che a pari grandezza le doppie hanno moto più grande delle semplici
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come. Fino dal 1842 Doppler fece osservare che se una stella aveva un moto proprio qualunque, essa doveva cambiare di colore. Infatti si sa che i moti
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Il moto dell’osservatore però deve produrre l’effetto di allungamento o di accorciamento nell’onda per il fatto che nel medesimo tempo esso riceve
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spazio che percorre la trasmissione del moto vibratorio nel mezzo durante esso tempo Θ, la lunghezza della prima onda sarà (σ – ω) ciò è chiaro; ma non
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risultato sperimentale non basterebbe a risolvere il dubbio teorico, giacchè le variazioni spettrali dipender potrebbero solo dal moto vero della terra che
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Moto proprio del Sole.
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unica geometrica (cosa assurda), se il nostro Sole è in moto, per questo solo fatto appariranno tutte in movimento; a quella guisa che chi cammina in una
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A questa conclusione erano giunti naturalmente gli astronomi non appena ebbero una idea esatta del sistema solare; ma il verificare tal moto
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1.° Primieramente il moto apparente si farà sempre in un piano che passerà per la stella, e per la linea percorsa dal Sole ossia (il chè è lo stesso
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, benchè poste a distanze diverse, e vediamo quali sarebbero le conseguenze dovute al solo moto solare.
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2.° Per un’altra stella (sempre supponendo questa priva di moto particolare) accadrà lo stesso, e siccome i due piani s’intersecano nella stessa
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Questo è quanto deve accadere nella ipotesi che siano fisse le stelle e tutti i moti siano apparenti. Ma se esse pure fossero in moto, la faccenda
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loro risultante assoluta, e questa si potrà considerare come la risultante definitiva del moto solare, gli altri movimenti dovendosi considerare come
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con quello di Bradley, concluse il moto proprio di molte stelle, e ne trasse per coordinate del vertice di traslazione
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È però necessario saper le distanze stellari per valutare il moto assoluto del Sole nello spazio. Struve fondandosi sui principii delle distanze
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Pare pertanto non potersi dubitare che assai vicino al vero è un tale risultato. Si vede inoltre che per trovare la direzione di questo moto non è
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Considerando questo moto nello spazio dietro le distanze ipotetiche suddette, risulterebbe essere di poco più che un raggio e mezzo (1,623) dell
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Naturalmente tal moto non può essere rettilineo e la direzione varierà col tempo; ma su di ciò la risposta ai tardi nepoti. Ove sia il centro di tale
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Stabilito così il moto del Sole, se si ritorna ai moti delle stelle si potrà sottrarre la parte che è di apparenza, e quel che resta mostrerà la
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dimostrato che la direzione del moto solare poco altera i moti particolari, come può rilevarsi dalla tavola stessa, confrontando il moto della colonna II con
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attività appena concepibile, e che vi sono centri di moto, e orbite con velocità ben più considerabili che quelle che si trovano nel nostro sistema
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’Orsa Maggiore, e una infinità di altre le quali sono disuguali. α Centauro appena separabile al tempo di Lacaille ha tal moto proprio che le due
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Se della parallasse annua era così svanita ogni speranza, aveasi però indizio di una parallasse di ordine superiore dovuta, sia al moto generale del
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’orbita passa per l’occhio dell’osservatore. Allora si deve ricorrere ad altri espedienti e bisogna aspettare che la stella o rallenti il moto, o ritorni
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facilmente dalle epoche delle osservazioni colle formole che servono al moto ellittico de’ pianeti.
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quindi anche la massa del sistema dietro la costante generale ammessa per l’attrazione della materia, e il moto medio o il tempo della rivoluzione.
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moti maggiori che le piccole, onde se non sarebbe difficile trovare due stelle uguali in grandezza con moto uguale o poco diverso (come 61 Cigno), è
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fatto!» Onde si ammette come postulato che due stelle aventi moto proprio comune sono unite insieme da legame fisico.
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secondo O. Struve un moto epicicloidale assai curioso (v.fig. precedente n.° 50) che indica avere essa un moto attorno a qualche centro oscuro che si va
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’Equatore, spostansi in cielo per quel moto che gli astronomi chiamano precessione degli equinozi. Le leggi di questo moto, essendo conosciute
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’Ecclittica, relativamente alla quale la precessione non altera che poco le latitudini celesti, ma solo le longitudini di una quantità uguale al moto del
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cannocchiale può seguire la stella con un semplice moto angolare attorno all’asse orario, e per commodità questo movimento vien dato alla macchina per mezzo
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Ora in queste due regioni la Terra ha una rotazione opposta rapporto ad un punto esterno; come accade in ogni moto circolare veduto dal difuori della
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tangente all’orbita terrestre nel senso del moto stesso della Terra.
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scostavano periodicamente nell’intervallo di un anno per lo spazio di circa 40". Questo moto annuale dell’altezza della polare fu da alcuni creduto effetto
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della luce, Bradley ravvicinò i due fenomeni, e concluse che lo spostamento era apparente, e dovuto al moto successivo di questa combinato col moto
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3.° Che questo moto non era dovuto alla parallasse, perchè da questa la stella sarebbe stata spostata in un piano passante per la direzione del Sole.
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campo del cannocchiale principale. Senza questi aiuti sarebbe impossibile far le misure delle stelle vicinissime, poichè il moto diurno della sfera è
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. 75 i suoi raggi SA normali al piano dell’orbita terrestre; l’osservatore in moto secondo la tangente dell’orbita AB, dovrà vedere la direzione del
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La proposizione non è meno vera se al moto lineare delle molecole luminose nella teoria dell’emissione si sostituisca il moto di propagazione nella
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Era interessante il cercare la relazione di questi circoli con quello del moto proprio del Sole nello spazio; qui ci limitiamo a dire che anche l
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pure apparisce dal moto proprio delle medesime, quindi concludiamo essere non solo apparentemente, ma anche realmente le stelle più dense presso la
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lentezza dei loro movimenti non apparisce vestigio di centro di moto nè legge di regolare concentrazione; ma non è a disperare che col tempo sia per
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seconda, la grandezza usuale, la terza l’ascensione retta, la quarta la variazione annuale di questa per la precessione, aberrazione, nutazione, e moto
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difficili e si richiede per l’impressione fotografica da 20 a 30m di tempo con immobilità assoluta dell’aria e moto perfetto dello strumento. Cosa ben rara
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