Le Stelle. Saggio di astronomia siderale
Ad occhio nudo sembra che la stella muti continuamente posto, ma ciò non è vero in realtà. Le stelle subiscono certamente delle oscillazioni pei moti
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Moti propri delle Stelle.
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tutto nuovo, e che costituisce un ramo di scienza esatta, di cui gli antichi non ebbero idea. Considereremo in prima i moti generali delle stelle, le loro
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questi moti non lasciavano sicurezza veruna alle conseguenze pratiche. Era riserbato ai tempi moderni il fare osservazioni di tal precisione che si
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variazioni progressive dovute alla precessione degli equinozi e dei moti annuali periodici, esse erano differenti dalle osservate a’ suoi tempi di 37
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Per comprendere la difficoltà del soggetto basta riflettere che nella maggior parte delle stelle questi moti non raggiungono la grandezza di 1" all
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TAVOLA DE’ MOTI PROPRI DELLE STELLE PRINCIPALI.
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TAVOLA DE’ MOTI PROPRI DELLE STELLE PRINCIPALI.
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TAVOLA DE’ MOTI PROPRI DELLE STELLE PRINCIPALI.
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TAVOLA DE’ MOTI PROPRI DELLE STELLE PRINCIPALI.
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– nelle altre 6; ritornano + dalle 12 alle 18, e finalmente prevalgono i + in fine. In Declinazione i moti dominanti sono –i nelle prime 12 ore, e +vi
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2.° Il signor Proctor ha graficamente costruito in alcune tavole i moti proprii principali di molte stelle, ed è arrivato alla conseguenza importante
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daremo appresso la spiegazione. La piccolezza dei moti è qui posta in evidenza. Un esame più attento ci svela altre particolarità importanti.
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Donde risulta che i moti proprii sono in proporzione delle grandezze. Separando però le stelle in semplici e doppie, risulta che le stelle doppie
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4.° Una cosa importante da studiare si è il rapporto che passa tra i moti proprii e le grandezze delle stelle. Qui però è da avvertire che bisogna
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W. Struve da una discussione de’ moti proprii delle stelle più lucide di Bradley in numero di 180 ha concluso i valori seguenti:
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questi movimenti, e perciò l’importanza di questi fatti è assai grande. Ma essa apparirà maggiore quando avremo studiato questi moti in relazione di
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Da questa discussione risulta 1.° che le stelle grandi hanno moti più grandi: 2.° che a pari grandezza le doppie hanno moto più grande delle semplici
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Sia dunque che i moti siano veri e proprii delle stelle, sia che essi dipendano meramente dal moto dell’osservatore secondo il principio delle
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osservazioni che danno per la Lira ‒ 19k, per varie stelle tutti moti negativi, cioè di allontanamento: per l’Aquila moto incerto, per α Pegaso ‒ 20
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Se le stelle hanno dei moti di traslazione loro proprii è ben naturale supporre che anche il Sole deve averne, e che per conseguenza tutto il suo
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non fossero che moti apparenti, e come dicono gli astronomi parallattici. Ma se una gran parte di tali movimenti è dovuta a tal cagione, certamente non
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4.° I moti apparenti saranno soggetti ad una legge molto semplice: le stelle sembreranno divergere dal lato verso cui cammina il Sole, e convergere
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fra loro tutte le stelle supposte immote, tutti i piani dei loro moti apparenti avranno una stessa intersezione comune, cioè un apice o vertice unico
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Questo è quanto deve accadere nella ipotesi che siano fisse le stelle e tutti i moti siano apparenti. Ma se esse pure fossero in moto, la faccenda
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Tal’è il principio che guida la discussione teoretica di questi movimenti. Si devono pertanto definire i moti complessivi delle stelle, e trovare la
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Herschel però non usò tal metodo di precisione, ma semplicemente tracciando sulla sfera celeste i circoli massimi spettanti ai moti proprii di varie
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Stabilito così il moto del Sole, se si ritorna ai moti delle stelle si potrà sottrarre la parte che è di apparenza, e quel che resta mostrerà la
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I moti così trovati formano uno de’ fenomeni residui delle osservazioni, ed essi solo dopo una enorme durata di secoli si potranno ridurre a qualche
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Ma questa probabilità non basta a stabilire il fatto. Un argomento più consistente si ha dalla considerazione de’ moti proprii. Se le stelle sono
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Però anche questo sarebbe un criterio non infallibile, perchè potrebbe essere che i moti proprii si manifestassero solo con piccolissime differenze
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Abbiamo detto altrove che alcune stelle sembravano cinte da astri oscuri, come Algol. Il calcolo de’ moti proprii ha fatto vedere che altre stelle
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Per ciò che spetta ai moti proprii comuni, si ha questo memorabile risultato: «la probabilità che due stelle aventi moti proprii comuni non siano
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Lo Struve però come in anticipazione di ciò ha voluto scandagliare dietro i moti proprii delle medesime doppie quanta sia la probabilità del numero
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moti maggiori che le piccole, onde se non sarebbe difficile trovare due stelle uguali in grandezza con moto uguale o poco diverso (come 61 Cigno), è
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In secondo luogo si trova che i moti orbitali sono più frequenti nelle stelle più vicine, e il loro numero và decrescendo colla distanza: e che
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questo rapporto è indipendente dalle distanze; supposti al solito i moti proprii in ragione inversa delle distanze.
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rilevare da moti proprii identici tra le stelle molto distanti. Tali sono le piccole compagne di Castore, di 40 Eridano, di Alcor cioè la compagna di
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Finora manchiamo di ogni dato per sapere se moti reali si verificano nel loro interno, ma è da sperare che questi oggetti non siano più trascurati. È
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Riusciti vani i tentativi di spiegare i moti celesti per sfere concentriche, gl’ingegni si rivolsero ai moti eccentrici, ma a tutti i tentativi di
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Il fatto dunque era nuovo e non spiegabile coi moti già noti della Terra. Essendo allora recente la scoperta di Roemer della propagazione successiva
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Un altro elemento per giudicare delle distanze relative delle stelle, si ha dai moti proprii. Anche qui è evidente che se tutte le stelle avessero
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Fondati pertanto su questi principii, e utilizzando i numerosi lavori dei moderni, Struve ha computato una tabella dei moti proprii in proporzione
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Tavola comparativa delle distanze stellari, concluse dalla fotometria e dai moti proprii.
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a tali enormi distanze che le loro azioni reciproche devono esser minime ed insensibili, e perciò sono anche minimi i loro moti proprii apparenti.
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alla loro distanza, come sono la fotometria, e i moti proprii.
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indirettamente si potrà conoscere dal confronto di questi raggi sferici colle distanze medie concluse di già dalla fotometria e dai moti proprii. Ecco il
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sistemi a sè; ma malgrado lo stato aereo e gassoso e perciò mobilissimo, tutte sono notabili per le loro forme sensibilmente costanti e perciò di moti
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11.° Calcolando con queste proporzioni dietro gli elementi più probabili della fotometria, e dei moti proprii, la distanza degli altri oggetti a cui
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Catalogo di Argelander fatto a Abo, contiene 560 stelle; opera di molta autorità, che servì a fissare i moti proprii delle stelle con precisione.
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