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Risultati per: luce

Numero di risultati: 120 in 3 pagine

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

477983
Angelo Secchi 50 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

sua luce era vivissima quanto la luna al 1° quarto! Durò 4 mesi.

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Anno 1670 scoperta dal Certosinop. Antelmo nella testa della Volpetta accanto al Cigno, ora detta l’11 della Volpe. Essa avea luce bianca ed arrivò

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sia associato un periodo più lungo di 88 anni che ne varia i massimi e la loro durata di circa 25 giorni. Nella sua piena luce è gialla, ma quando è

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«27 novembre 1867. La luce è uguale a ζ Balena onde è di terza grandezza decisa. Il colore è un bel rosso rubino. Lo spettro è magnifico e del tipo

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dello spettro. Quando sono nella massima luce sono gialle; le loro righe sono fine, e lo spettro si accosta al secondo ordine ben deciso, ma quando

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’attività costante, e che perciò esso deve variare, anche nella intensità della luce. Ma la valutazione diretta della quantità di questa variabilità e dei

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centro, sfumata agli orli, e allungata forse nella direzione del suo equatore. Benchè paia un disco, pure colla luce nel campo si vede che resta solo la

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Un altra simile è nell’Aquario, (H. 4628 A. R. 20h 56m 31s Decl.= 21° 55' 5") ma essa è più difficile; la sua luce è più debole pure sull’asse

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A questa classe appartiene quella del Delfino (H. 4572, A. R. = 20h 16m 8s Decl. + 19° 39' 41") la quale sembra uniforme, ma con la luce nel campo si

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presenta così punteggiato, nel resto si ha solo luce continua. Essa è sfumata dentro e fuori, come apparisce illuminandola, e il foro centrale è più

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hanno di simile. La nebbia pare staccata dalla stella centrale e formare un anello, ma ciò può essere illusione della luce della parte centrale che

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luce impiegando un tempo notabile a propagarsi dalle stelle a noi, se queste si accostano o si scostano, le fasi del movimento apparente non

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effetto di una diffusione di luce attribuita all’irradiazione, ma sembra piuttosto che sia propria dei cannocchiali in genere ancorchè ottimi come ha

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Parallasse solare conclusa dalla velocità della luce.

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La velocità della luce è così grande, che la sua propagazione fu per molto tempo creduta istantanea. Galileo cercò di determinarla sperimentalmente

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Viceversa pertanto conoscendo la velocità della luce si può calcolare la distanza del Sole, e la sua parallasse. Questa velocità si è determinata con

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dal tempo che la luce impiegava ad attraversare l’orbita terrestre. Infatti queste tavole erano concluse da moltissime osservazioni di ecclissi fatte in

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un dente della ruota a passare nel campo di visione, e questo tempo esprime quello in cui la luce parte dal piano ove è la ruota stessa, e vi ritorna

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al Sole mediante la velocità di propagazione della luce. Questa è l’aberrazione delle stelle fisse. Ecco in che questa consiste:

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della luce, Bradley ravvicinò i due fenomeni, e concluse che lo spostamento era apparente, e dovuto al moto successivo di questa combinato col moto

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consistere la luce, e alla barca si sostituisca la Terra; considerando una stella collocata presso il polo della ecclittica in S, fig. 75) essa invierà Fig

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L’aberrazione della luce, essendo un fenomeno tanto generale che spostava tutte le stelle e dipendendo da due fattori, cioè lo spazio percorso della

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Alcuni pretendono ora che questa luce sia un mero fenomeno terrestre, ma le loro ragioni non ci hanno punto convinto. Il dire che questa luce

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Luce zodiacale. Nelle ecclissi solari abbiamo veduto che il Sole apparisce cinto da una corona di luce, dovuta ad una atmosfera gassosa. Questa

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perciò che si usa piuttosto esporla pel tempo che la luce impiega a percorrere queste immense distanze. La velocità della luce essendo 300 mila

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Risulta dunque che dando alle stelle di prima grandezza la parallasse di un decimo di secondo, avremo per esse il tempo della luce = 32 anni, e per

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1.° Le stelle sono altrettanti Soli simili al nostro, e dotate di luce propria. Alcune sono fornite di uno o più satelliti luminosi, altre di

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unità il viaggio della luce nel tempo di tre anni e un quarto (quale sarebbe per una stella che avesse un secondo di parallasse), ma questa distanza

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contro il testimonio dei sensi, si è supposto che dovea esservi un mezzo assorbente che impedisse alla luce degli astri lontani di arrivare a noi

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combinati col proteiforme Carbonio, elemento pure rinvenuto in alcune stelle. La loro luce non è solo la riflessa dal Sole, ma anche la diretta e loro propria

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» 27. È la celebre stella cremisi di Hind. Oggetto veramente degno di attenzione: secondo Schmidt nel 1865 era crescente in luce e calante in colore

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rovesciato il problema e cercato di determinare in qual rapporto cresca la luce delle stelle secondo i varii ordini di grandezza convenzionale.

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successive comparandone la loro luce con una stella presa per campione sia naturale, sia artificiale, o coll’imagine della Luna fatta da un piccola

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Dai valori assegnati da varii astronomi si conclude che i rapporti colla luce delle varie grandezze non sarebbero a rigore costanti, ma decrescenti e

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rapporto della luce di due stelle che differiscono di una grandezza vedute nei telescopi.

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Il Sole essendo una stella, si è cercato che rapporto abbia la sua luce con quella delle altre, il che giova a farci apprezzare l’intensità assoluta

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valore e intensità assoluta di luce sarebbe 2,32 volte quella del Sole. La luce di α Centauro poco differisce da quella di Arturo e di α Lira ed è 1/4

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La luce generale del cielo stellato non è tanto scarsa quanto potrebbe sembrare a prima vista. Su di un’alta montagna o in aria pura dopo essere

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ed appariva anzi molto inferiore quando se ne esaminava lo spettro: allora appena era uguale a Regolo. Una luce elettrica regolare fatta con pila di 50

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parallatticamente a modo di cannocchiale, giudicandola opportuna per raccogliere gran luce: cosa essenziale in queste ricerche. Sotto la direzione del

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deviazione del prisma, l’Amici inventò un prisma che senza deviare la luce ne desse però lo spettro completo, come nei prismi angolari.

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graduata che è riflessa nell’oculare dalla faccia del prisma. Siccome questa scala dava troppa luce nel campo, io vi sostituii una semplice fessura che

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I fili di ragno per lo studio degli spettri delle stelle sono affatto inutili perchè non vi è luce sufficiente per vederli: perciò noi introducemmo l

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lagna della poca luce avuta col prisma che in realtà avea un angolo refringente troppo forte.

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la luce delle stelle permette di esaminarne fino talune di nona grandezza.

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certo artifizio si possono avere le posizioni delle righe rapporto alla luce diretta della stella. Col prisma obiettivo si può avere la deviazione

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essi sono formati di forti linee fosche sfumate che separano dei tratti più luminosi di ineguali densità e luce e che danno allo spettro l’aspetto più o

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con curve l’intensità loro nei varii gradi di luce.

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Le ordinate delle curve sono prossimamente proporzionali all’intensità della luce, e le lettere poste sotto, sono quelle delle righe principali dello

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sono illuminate in senso contrario, cioè che mentre nel 3° tipo la luce è più viva dal lato del rosso, Fig. 18 Curve della luce nel 3° tipo. Fig. 19

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