Le Stelle. Saggio di astronomia siderale
Senza pretendere di descrivere per minuto tutte queste capricciose figure, ci limiteremo a scorrere le principali per dare una guida al lettore, che
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Quando la macchia sta proprio sull’orlo del Sole essa ci si presenta per taglio, e realmente è invisibile, ma dalle leggi della rotazione solare si
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dilatarsi delle sue zone di assorbimento. È probabile che le stelle di 4° tipo ed altre stelle ci appaiano piccole per solo assorbimento.
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antichi non ci hanno lasciato che qualche memoria incerta di quelle che già scomparvero, e così mal sicura che non possiamo nemmeno riscontrarne il posto.
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astronomi australi ci invidiano assai la nostra bella Cinosura.
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e il 5 Dicembre essa era già di 5a. Il tempo cattivo ci impedì di osservarla e alli 11 dello stesso mese noi la trovammo di 6a. Il signor Cornu a
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in quinta. Questa stella ci presentò una volta nel massimo di sua luce le righe lucide dell’idrogeno come γ Cassiopea, cosa che non abbiamo più
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una rotazione dell’astro che ci presenta diverse faccie, o una periodica emissione di materie assorbenti. Il terzo di incendi assoluti a distanze di
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essere i Soli. Esse ci avvertono che vi possono essere masse gassose vive e isolate da imitare lo splendore discontinuo stellare. Le stelle nebulose
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Questa struttura così moltiplicata ci richiama alla mente la potenza delle forze centrali che tenderebbero a riunire in un sol centro stellare le
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daremo appresso la spiegazione. La piccolezza dei moti è qui posta in evidenza. Un esame più attento ci svela altre particolarità importanti.
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. Infatti una occhiata data alla tavola precedente ci mostra che in generale le stelle maggiori hanno bensì moti proprii maggiori, ma ve ne sono di quelle
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.° vedere quali movimenti sistematici nelle apparenze deve introdurre la considerazione di un moto proprio dell’osservatore. Di questi due punti ci
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Ci dispiace che la natura di questo scritto non ci permette maggiore estensione in soggetto di tanta importanza, che da sè solo basta ad ampliare non
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Herschel e degli Struve, di Maedler, Smyth, Dawes, South che ci hanno preceduto, dobbiamo molto ai signori Dembowski, Dunèr, Burnham, Powell, Doberck, ecc
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Lo spettroscopio ci ha mostrato l’unità di materia, e le stelle doppie ci mostrano l’unità di forza: la geologia ci apprende le serie immensa di
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soltanto un centro qualunque di forza attraente, non diverso in ciò da quello che ci mostrano in miniatura le minute stille dei liquidi, che ancor esse
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Alcuni pretendono ora che questa luce sia un mero fenomeno terrestre, ma le loro ragioni non ci hanno punto convinto. Il dire che questa luce
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che riguarda le misure assolute. Che se soltanto si cerchino le misure relative, cioè se ci contentiamo di sapere con quale proporzione siano da noi
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Benchè tutti questi siano per noi risultati incomprensibili, tuttavia queste ricerche ci fanno vedere quanto sia immenso lo spazio celeste, e come
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Il titolo di questo capitolo è certamente audace: noi non avremmo osato scriverlo se non ci avesse preceduto il Grande Herschel, e dal trattato si
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lasciata da parte la pretensione di scoprire l’intreccio dei sistemi, ci contenteremo d’investigare la loro distribuzione generale; il nostro studio ci
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Tuttavia vi sono certe forme generali che la scienza ha scoperto, e che ci possono dare una idea di un certo ordine nella distribuzione di queste
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Malgrado che ci sia impossibile penetrare completamente il mistero della costituzione del Mondo, tuttavia dai lavori eseguiti finora in larga scala
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versi nella lingua del Lazio. La descrizione di Ipparco ci venne fortunatamente conservata da Tolomeo sotto il titolo di Catalogo.
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Era interessante il cercare la relazione di questi circoli con quello del moto proprio del Sole nello spazio; qui ci limitiamo a dire che anche l
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1.° Le stelle sono più copiose quanto più ci accostiamo alla Via Lattea ove la densità loro è massima.
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Se le stelle ci appaiono più dense, solo perchè le linee visuali sono più lunghe, come esigeva la prima supposizione di Herschel; la proporzione
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Così pure ci pare giusta l’idea del signor Proctor che considera i fori della Via Lattea presso la Croce Australe e nel Cigno, quali indizi che la
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Benchè la risolubilità in istelle distingua la Lattea dalle Nebulose, tuttavia molti pezzi di essa collo spettroscopio ci hanno dato indizio di righe
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Ma le stelle che ci sono visibili non fanno tutte parte dell’unico sistema galattico. Molti gruppi ne sembrano indipendenti, come le Nebulose
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innumerevoli sistemi di ordine superiore. La forma di questo enorme ammasso ci è ignota; ma esso rapporto al nostro posto non ha profondità uguale in
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6.° Le stelle che apparentemente ci sembrano le più grandi, sono anche le più vicine, e la distanza è la causa principale, benchè non unica, dell
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9.° Le dimensioni assolute che hanno le stelle e le Nebulose e le loro reciproche distanze ci sono affatto sconosciute, mancando esse di parallasse
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Sono dunque, questi mezzi artificiali, semplici aiuti alla nostra incapacità, ma essi in fondo non ci fanno punto meglio comprendere l
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Si è detto che il mondo deve essere infinito; ma se esso fosse infinito, e popolato d’infinite stelle, la vôlta celeste ci dovrebbe comparire lucida
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stessi che lo spettroscopio ci svela nelle ultime Nebulose e nelle atmosfere stellari. Benchè scarso sia il numero di quelli che si sono identificati
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quelle delle stelle simili a quella del nostro Sole, ci persuadono che que’ corpi, o sono in uno stadio simile al presente del nostro sistema, o
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profittando dell’arte e della scienza, ci svela sempre più la grandezza di Dio, e ci fa esclamare col reale Profeta: Che sono magne le tue fatture, o
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fisica celeste che dovremo trattare fra poco, queste ricerche sono interessantissime e quindi ci siamo trattenuti su di esse alquanto a lungo.
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V. Nuovo Cimento del Matteucci, Tom. I.; ma abbandonammo questa maniera perchè lo spettroscopio ci ha insegnato a ben meglio precisare la natura
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laboratorio. Sì grande progresso della scienza è dovuto al piccolo strumento, lo spettroscopio. La luce qual viaggiatrice industriosa è quella che ci reca
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. Era persuasione comune che per fare un prisma da servire per un obiettivo di nove pollici ci sarebbe voluta una massa di flint enorme, ma dalla
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Più facilmente ci riuscì l’intento col piccolo prisma a visione diretta. Questo fu collocato nel tubo del porta oculare alquanto eccentricamente, e
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Crediamo far cosa grata ai nostri lettori dando un sunto di questi lavori che non sono ancora compiuti; ma che le nostre forze non ci permisero di
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forme ben definite e distinte, che per brevità noi chiamammo Tipi. L’esame delle stelle ci ha occupato per parecchi anni: furono esaminate quasi tutte
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da questo si possa trar lume per intendere i fenomeni che ci presentano le stelle.
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Lo studio degli spettri ci ha mostrato diversità interessantissime nelle stelle variabili e che ci possono dar la chiave per la spiegazione di questi
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Il Sole essendo pure una stella, ma a noi più vicina e meno inaccessibile, ci fornirà la spiegazione di ciò che avviene nelle altre.
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Gli esposti fatti ci mostrano una grande analogia fra il Sole e certe stelle: è quindi mestieri dare un cenno della costituzione di questo astro per
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