Le Fate d'Oro
all'alveare, dove il padrone del favo era seduto in mezzo ai suoi numerosi bam- bini, mentre l'operosa consorte preparava il desinare in cucina. - Che
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suoi feudi e le sue immense ric- chezze, ma nessuno lo amava, neppure la moglie, che aveva scelta fra le fanciulle più nobili e belle del regno
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suoi viaggi nel firmamento. La Fata non passò mai. Intanto la famiglia cresceva e le tribola- zioni aumentavano. La sera della Befana i tre bambini lo
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C'era una volta un Re che non sa- peva che cosa fosse soffrire. Lui era bello, lui era amato dai suoi sudditi, lui aveva una moglie che pareva un
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stretto da centinaia di dita ferree e spietate, mentre la risata ineso- rabile echeggiava sempre al suo orecchio. A un tratto sentì sotto i suoi piedi la
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scemavano. Allora incominciò a regalare i suoi ve- stiti, ma gli orecchi non scemavano. Dette tutto quel che le era superfluo, ma gli orecchi eran sempre
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Fiorino, quando rimaneva solo, pian- geva dirottamente, e tutto il bosco, in- torno alla spelonca, echeggiava dei suoi lamenti. Una sera il povero
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. Questi si dilettava ad insegnare il mi- nuetto al proprio erede, il Principino di cuori, e agli eredi degli altri Re suoi ospiti. - Sacra Real Maestà
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, ai quali dava da mangiare, accarezzandoli come se fossero fratelli suoi! Ed essi lo capivano e gli ri- spondevano nel loro linguaggio. Saaud era
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la rupe, si sprofondò nel lago, e il castello sparve come per incanto. Insomma, di tutte le sue praterie, del suo bestiame, dei suoi boschi, del suo
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Principessa ve- dendolo cadere ai suoi piedi, ringrazian- dola di aver sciolto il terribile incantesimo che lo aveva relegato fino allora a vivere
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giù in cantina a guar- dare i suoi tesori. Questi almeno non morivano, e l'oro e l'argento gli avrebbero luccicato sempre davanti agli occhi. Ma quella
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per i suoi traffici visitava tante città del mondo, aveva parlato dell'infermità della figlia a quante persone avvicinava, senza che nes- suno avesse
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Molti, ma molti anni fa, c'era, in un paese di questo mondo, un signore, che aveva ereditato dai suoi antenati il titolo di conte, un bel castello e
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splendeva sempre sui suoi Stati; aveva tanti sudditi, che nessuno era mai riuscito a contarli, ed era più ricco di tutti i sovrani della terra. Il suo
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- stimento; ma intanto ordinò al suo seguito di rinchiudere gli aristocratici nelle sale più belle del palazzo. Quando l'ammiraglio e i suoi infelici
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infelici senza di te! - Fragolina non vedeva più il popolo esultante, non vedeva più nulla, tranne i suoi cari nella piccola capanna, e non sen- tiva
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C'era una volta, nel tempo dei tempi, a Smirne, un mercante turco, che posse- deva ricchezze favolose. Ogni giorno i suoi bastimenti, che
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dalle unghie acuminate che ella cercava di nascondere sotto il grem- biule. Egli suppose che fosse lei che aveva tratto in perdizione i suoi fratelli
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