Le Fate d'Oro
fontane e dal me- lodioso canto degli usignuoli. Desideroso di un momento di riposo, egli sedè in uno dei viali del magnifico giardino, quando a un tratto
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All'ombra di un tiglio in fiore c'era un alveare che costituiva la ricchezza di un contadino. Quando le piccole celle del favo erano colme di miele
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; quando ella lo vedeva, abbassava gli occhi, tremava, e taceva: neppure il bambino che gli era nato gli voleva bene; quando lo sentiva accostare alla culla
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olio per empire la lucerna; e lui se ne stava al buio, in cucina, a sedere, e fan- tasticava. - Chissà se quando sarò vecchio que- sto figliuolo che
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da terra la so- rellina, la quale bussò lungamente. Tutt’e due, udendo quel lungo mar- tellìo, dissero: - Che cosa ci diranno quando apri- ranno la
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diventato malinconico, e la Regina non si poteva dar pace d'aver messo al mondo quel mostriciattolo. Intanto il bambino cresceva, e quando piangeva
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piangevano per le prepotenze del Principe. Serpolino, così chiamavasi il figlio del Re, quando non era prontamente ubbidito, saltava su tutte le furie; e il
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mettersela sui capelli biondi, e intanto pensava che quei fiori in testa l’avrebbero fatta apparire anche più bella, quando passò una vecchia, e le chiese
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Fiorino, quando rimaneva solo, pian- geva dirottamente, e tutto il bosco, in- torno alla spelonca, echeggiava dei suoi lamenti. Una sera il povero
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ospiti reali, quando accadde un fatto che prova come neppure i re e le regine possano es- sere al coperto dai colpi impreveduti del destino. C'era nella
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sfamava. Un giorno la frittatina era pronta, fu- mante, sulla tavola, quando entrò nella cu- cinina un moscone dalle ali dorate; ronzò da tutte le
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alla Mecca. Saaud era disperato e credeva di do- ver morire di fame, quando sentì di nuovo un rumore di sonagli e una voce che gli diceva: - Alla Mecca
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la Casina del Toro. Il Conte, rimasto così a un tratto senza terre e senza averi, vagava per la campagna afflitto e pensieroso, quando scòrse da lungi
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quella com- pagnia. Quando furono in mezzo agli ospiti del castello, la Principessa scòrse uno spillo conficcato nel cuoio del Bue, glielo tolse, e
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di morire chiamò d'intorno a sè le tre bambine, e le volle benedire a una a una. Disse alla più piccina: - Quando tornerà il babbo, digli che sono
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, poiché erano desiderosi di conoscere la bella Rosalba; ed il mercante accondiscese volentieri ai loro desiderî. Ora avvenne che quando la galera stava per
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Gigante s'inoltrava nella foresta non molto distante dal castello del Conte, quando vide una Fata piccina che, da un ramo di una querce, gli saltò
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fiorita doveva scappare come un barbero se non voleva essere conciato per il dì delle feste. Quando fuggiva, sentiva urlarsi dietro da una vocina
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loro forza di continuare. - Guardate, - disse uno della prima fila - vedete quella finestra lassù? Non siamo più vicini adesso di quando inco- minciammo
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creaturine, perché aveva trovato la bimba sopra un letto di fragole nel bosco, quando andava in cerca di sterpi, e il bimbo al- l'ombra di un gran fungo
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i sultani del- l'Oriente lo trattavano da pari a pari quando dovevano ricorrere ai suoi scrigni per ottenere imprestiti di danaro. - Hamid è grande
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e saggio che il popolo, fin da quando egli era pic- cino, lo aveva soprannominato il principe Celeste; l'altro, che era costato la vita alla madre
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. Quando venne la sera incontrò in mezzo a un bosco un’altra vecchina nuda bruca come la prima, e più grinzosa, se era pos- sibile. Sgricciolina le dette il
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