Le Fate d'Oro
grande meravi- glia si accòrse che là dentro era sereno. Un dolce chiarore lunare illuminava le piante più rare; e vento, pioggia, gran- dine, fulmini
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il varco fra le api, e volò via per appagare il deside- rio della Regina. Egli penetrò, ronzando, dalla piccola finestra aperta nella casa più vicina
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suoi feudi e le sue immense ric- chezze, ma nessuno lo amava, neppure la moglie, che aveva scelta fra le fanciulle più nobili e belle del regno
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destra, guardava a sini- stra, e ogni tanto ne contava uno. Quando furono nel più folto del bosco, accennò alla Fata un tronco di pioppo scortecciato e
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sorella alla conchiglia; Or chi ignora le mie pene Prigioniera mi trattiene; Non più fender posso l'onda, Nè cantare sulla sponda, Con la rete fui
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vide rimase di sasso, e la Regina pianse dirottamente. Il bambino aveva intorno al collo un rigo color san- gue, e più glielo lavavano, più diventava
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, i cortigiani, i soldati, tutti, insomma, ubbidivano a Serpolino; ma questi più si vedeva ubbidito e più diven- tava impetuoso di carattere, irrequieto
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mettersela sui capelli biondi, e intanto pensava che quei fiori in testa l’avrebbero fatta apparire anche più bella, quando passò una vecchia, e le chiese
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affettuosamente la buona fami- glia di montanari che lo aveva ricoverato. Questa volta il viaggio fu più agevole, poiché la volpe lo precedeva sempre, in
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, che lì non c'era più aria per lui. Mentre faceva queste riflessioni, sentì capitarsi fra capo e collo un colpo di scet- tro, e volgendosi per reagire
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parti, poi si fermò sull'orlo del piatto, prese in bocca la frittatina e volò via. La vecchina rimase brutta, più brutta del solito, e per quel giorno
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Non v'era al mondo ragazzo d'aspetto più povero e miserabile di Saaud; aveva la camicia strappata, un colletto di vecchio ricamo, la giacchetta a
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il tetto della Casina del Toro e si diresse verso quella. Non c'era mai entrato quando era ricco; ma ora che non aveva più nulla, quella casina gli
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C'era una volta un Re, che aveva tre figliuole: le due maggiori eran superbe e cattive, la minore, invece, era la più bella e buona creatura che ci
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struggeva come una candela a veder patire le sue tre bam- bine, e un giorno si mise a letto e non ne uscì più, altro che per andare sottoterra. Prima
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tre di nascosto dove abitasse la più ce- lebre fattucchiera del paese, per farsi spie- gare il sogno avuto poco prima; e il caso volle che capitassero
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fuoco più misero di quello. Anche i poveri si scaldavan meglio: essi potevano andare a far legna nei boschi; ma il vecchio servo del Conte, aveva già
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quelle frustate non ci tornava più; ma della gente che ten- tava di cogliere una ciocca di caprifo- glio ce n'era sempre, e veniva di lontano lontano
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veder qualche cosa. La nave aveva toccato più volte diverse città del littorale, e i ragazzi erano scesi a terra; ma gli abitanti erano sempre andati dall
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avevano tanto incurvata la donna, che era diventata più piccina di Fragolina, più piccina di Mo- reccino. La vecchia chiamava così quelle due
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restava più che Fatima, una bella fanciulla di sedici anni, che egli sfuggiva, perchè la vista di lei gli rammentava la morte degli altri figli e della
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più al prin- cipe Celeste, che era saggio e buono, e al principe Duolo, che cresceva gentile e de- licato. La Regina, che ne era gelosa morta per
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. Quando venne la sera incontrò in mezzo a un bosco un’altra vecchina nuda bruca come la prima, e più grinzosa, se era pos- sibile. Sgricciolina le dette il
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