Le Fate d'Oro
abbattuto, se il pensiero costante della madre, stesa su quel letto di sofferenze, non lo avesse sostenuto; il suo amore dominava la stan- chezza, ed egli
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guarirmi sollecitamente; affrettati a portarmi questo desiderato saluto, e fa' che non mi giunga troppo tardi. Vola prima fra gli uomini; essi non si
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, incominciava a pian- gere, e si copriva il visino con le mani, impaurito. - Che vale che tutti obbediscano ai miei ordini quando non posso ottenere
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C'era una volta un Manovale povero, ma povero, che aveva tre figliuoli. La notte che gli nacque il maggiore, in casa non c'era neppure un pochino di
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. - Chi sa quel che ci sarà dentro, - disse Nennella al fratello. - Bussiamo, - rispose Felice; ma non poteva arrivare al battente. Allora pensò di alzare
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C'era una volta un Re che non sa- peva che cosa fosse soffrire. Lui era bello, lui era amato dai suoi sudditi, lui aveva una moglie che pareva un
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C'era una volta un Re che aveva un figliuolo, tanto ma tanto capriccioso. Siccome il padre suo aveva un gran regno e non aveva altro erede che lui
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C'era una volta una bambina, che non aveva nè fratelli nè sorelle, nè babbo nè mamma. Stava con una nonna vecchia vec- chia, che non faceva altro che
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C'era una volta un bimbo per nome Fiorino. Questo bimbo non avendo nè bab- bo nè mamma, nè alcun parente, fu adot- tato da una strega cattivissima
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delle reali cucine e la Regina di cuori ebbe gli encomî del Re suo sposo per la non comune abilità dimostrata nel manipolare la pasta. Le otto torte
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C'era una volta una vecchina piccina, ma piccina, che stava sulla vetta di un monte alto, ma alto. Questa vecchina non aveva che una gallina piccina
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Non v'era al mondo ragazzo d'aspetto più povero e miserabile di Saaud; aveva la camicia strappata, un colletto di vecchio ricamo, la giacchetta a
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castello, non rimase al Conte altro che una casina piccina piccina, in mezzo a un prato, dove teneva custodito un toro furiosissimo, ed era chiamata
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fosse al mondo. Non soltanto il padre e la madre anda- vano orgogliosi di lei, ma anche tutti i sud- diti, grandi e piccini, del loro vasto reame. Una
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. Viaggiava quasi sempre, e in casa sua dovevan campar d'aria, e andare a letto all'ora dei polli per non consumare il lume. La moglie non faceva che piangere
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nascita che tutti i medici, tutti i maghi e tutte le fattucchiere del regno, non erano riusciti a guarire; era muta. Il padre, ricchissimo mercante, che
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desinare, nella grande sala da pranzo del castello, illuminata soltanto da pochi stecchi che bruciavano nel cami- netto. In tutto il vicinato non c'era
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fiorita doveva scappare come un barbero se non voleva essere conciato per il dì delle feste. Quando fuggiva, sentiva urlarsi dietro da una vocina
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felici; i piccoli aristocratici, invece, si ar- rabbiavano quanto mai. Non potevano soffrire di navigare, vo- levano approdare in qualche luogo, e
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bimba non aveva altri al mondo che un fratellino scalzo e stracciato come lei, e una nonna vecchia, ma aiutatemi a dire vecchia. Gli anni e i malanni
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tutte le ore che non de- dicava agli affari, solo, fumando la pipa e meditando sul modo di accumulare ric- chezze. Della sua numerosa famiglia, non gli
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, biondo e sorridente, che fu chia- mato il principe Sole. Il Re non vedeva lume che per gli occhi di questo bambino, e disse alla Regina che gli
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figliuoli, tutte le nuore, tutti i nipoti, e non gli rimase che una nipotina chiamata Sgricciolina. Di tutte le sue ricchezze costui non ave- va salvato
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