Le Fate d'Oro
parlava a un giovane che rassomi- gliava a Bernardo, ma più maturo di lui; a un bel giovane nella pienezza della vita. - Ascoltami, Bernardo; - ella
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il varco fra le api, e volò via per appagare il deside- rio della Regina. Egli penetrò, ronzando, dalla piccola finestra aperta nella casa più vicina
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scoccava frecce all'impazzata. L'aquila si avvicinava sempre più, ma nessuna freccia le penetrava nella carne, e il Conte raddoppiava di furore nel lan
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seguì la Fata, la quale, entrata nella stanza dove dormivano la moglie e il bambino, si avvicinò a questo e gli aprì l'occhio destro: - Avrai angustie
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, giorno e notte. Dopo una settimana il pesce entrò nella rete, ma era tanto peso che il pescatore da solo non poteva portarlo a casa, e do- vette
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quanto Matusalemme. E la vecchina? Essa è sempre nella sua capanna pic- cina piccina, col gatto che le tiene buona compagnia.
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parole e accompagnò il bastimento nella sua di- scesa precipitosa negli abissi del mare. Serpolino si sentì travolgere dalle onde, e il suo corpo fu
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per la carità, senza pensare agli orecchi e alla sua bruttezza. Aveva dato tutto, e un giorno, nella madia, non aveva altro che un tozzo di pane
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bambino piangeva, stropicciandosi le manine sudice sul viso, quando si sentì chiamare: - Fiorino! Fiorino! - Alzò la testa, e, nella corolla di una
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ospiti reali, quando accadde un fatto che prova come neppure i re e le regine possano es- sere al coperto dai colpi impreveduti del destino. C'era nella
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sfamava. Un giorno la frittatina era pronta, fu- mante, sulla tavola, quando entrò nella cu- cinina un moscone dalle ali dorate; ronzò da tutte le
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stalla tenuta come un sa- lotto; e, sciolto nella stalla, c'era il Toro. Questo, appena vide il padrone gli si ac- costò e strusciò la testa al braccio
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nella ter- razza, si mise a cantare con più dolcezza che mai, pensando che era l'ultima volta che tentava la prova. Il Duca udendo la voce della bella e
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nella padella e rivoltava la frittata. Quella volta la padella le sgusciò di mano e la frittata andò tutta nel fuoco. Bisognava vedere il mercante
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incontrare la Tigre. Durante queste ricerche gli venne fatto d'incontrare un altro cavaliere, il quale era andato nella selva solo per de- siderio di
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desinare, nella grande sala da pranzo del castello, illuminata soltanto da pochi stecchi che bruciavano nel cami- netto. In tutto il vicinato non c'era
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- legrino in mano e la bisaccia sulle spalle, e chiese di parlare al Re. Il Re lo ricevè nella sala del trono. Il mercante si avanzò timoroso, salì i
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’ammiraglio a portargli ricchi doni, pregandolo di salpare l'ancora nella notte. Così gli aristocratici erano ri- masti a terra poco o punto. Annoiati
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tutto quello che serve al vestiario di una regina. - Vèstiti ora, Fragolina, e poi vieni nella sala del trono dove i tuoi sudditi ti renderanno omaggio
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, e la gente che lo guardava cu- riosa non scoprì sulla sua fronte una ruga di più. Nella notte, mentre egli giaceva sugli spessi tappeti della sua
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mediti una vendetta con- tro di te. Prendi tuo fratello e fuggite entrambi nella foresta per un po' di tempo. Quando sarò morto, tornerete, e tu
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a un foro praticato nella muraglia. Lo sguattero consegnò il desinare al prigioniero, e Sgricciolina vide da quel foro il suo nonno, diventato scarno
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