Le Fate d'Oro
- sata la soglia e un bel cortile di marmo, nel mezzo del quale zampillava una fontana purissima, in una vasca di alabastro, pene- trò in una sala. Una
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disperazione nel piccolo popolo di consueto così ordinato, poichè l'anima di esso, la Regina madre, era gravemente ammalata. Tutte le api, afflitte
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scoccava frecce all'impazzata. L'aquila si avvicinava sempre più, ma nessuna freccia le penetrava nella carne, e il Conte raddoppiava di furore nel lan
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destra, guardava a sini- stra, e ogni tanto ne contava uno. Quando furono nel più folto del bosco, accennò alla Fata un tronco di pioppo scortecciato e
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; Alle stelle so cantare Ed ai pesci del mio mare. - I bambini guardarono sulla superficie delle acque, e videro sparire nel fondo una lunga coda d’argento
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la vecchina arrivava. Appena la vide fece suonare le trombe, e la vecchina insieme con la cerbiatta en- trarono nel cortile della reggia, in mezzo alle
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penetrò da una falla nel bastimento, che incominciò a sommergere. Il vice-ammiraglio fece mettere subito in mare i battelli per salvare almeno il
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dirle tutto il giorno: - Rosettina, quanto sei bella! Delle bambine belle come te non ce n'è altre nel mondo! - La bimba se lo credeva, e si mirava
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. Questa strega, che si chiamava Dissi- dio, abitava una spelonca nel bosco, e tutte le mattine si metteva in cammino elemo- sinando con due sacchi sulle
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per il Principino di cuori, erede del trono, e per i Principini, figli delle Regine sue amiche. Le torte, in numero di otto, furono cotte nel forno
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dove cresce l'erba meravigliosa, nel covo del lupo. Bisogna aspettare che il lupo dorma per rubargliela. - Sta bene, - disse Miserina - ci andrò stanotte
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di giardini e di palazzi; e vedendo una moschea maestosa, che s'er- geva nel centro di essa, esclamò, guardan- dosi la camicia strappata: - Questo non
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la rupe, si sprofondò nel lago, e il castello sparve come per incanto. Insomma, di tutte le sue praterie, del suo bestiame, dei suoi boschi, del suo
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quella com- pagnia. Quando furono in mezzo agli ospiti del castello, la Principessa scòrse uno spillo conficcato nel cuoio del Bue, glielo tolse, e
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noialtre, ma ti perdona, - singhiozzò la maggiore. Il mercante le cacciò via dalla stanza; fece sotterrare la moglie sotto un noce, nel- l'orto, e poi andò
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cambio del suo oro, un rimedio sicuro per guarire Rosalba. Intanto Bernardo, essendo riuscito ad introdursi un giorno nel palazzo di Rosalba, e
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desinare, nella grande sala da pranzo del castello, illuminata soltanto da pochi stecchi che bruciavano nel cami- netto. In tutto il vicinato non c'era
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. Doveva toccare con quello una ciocca di caprifoglio, e la ciocca sarebbe caduta. Finalmente cavò fuori una perla di- visa nel mezzo. In quella perla ci
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di un sacco, si avvicinarono loro pian piano, e in un momento ognuno degli aggrediti si trovò colla testa nel sacco. Gli aristocratici giunsero in
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creaturine, perché aveva trovato la bimba sopra un letto di fragole nel bosco, quando andava in cerca di sterpi, e il bimbo al- l'ombra di un gran fungo
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C'era una volta, nel tempo dei tempi, a Smirne, un mercante turco, che posse- deva ricchezze favolose. Ogni giorno i suoi bastimenti, che
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loto per dissetare me e tuo fratello. - Bisogna sapere che nel ruscello abi- tava un Nano, che aveva il potere di tra- scinar con sé, per divorarli
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il giorno seguente, che era quello delle nozze, e disse al mercante di sce- gliere quel che voleva nel suo tesoro, in compenso del tessuto prezioso che
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