Le Fate d'Oro
Una notte di vento impetuoso un ra- gazzo scalzo camminava in fretta sulla via maestra che conduceva alla città. I gàttici inchinavano le tremule
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All'ombra di un tiglio in fiore c'era un alveare che costituiva la ricchezza di un contadino. Quando le piccole celle del favo erano colme di miele
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suoi feudi e le sue immense ric- chezze, ma nessuno lo amava, neppure la moglie, che aveva scelta fra le fanciulle più nobili e belle del regno
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cura tutte le ferite; l'anello dell'invisibilità, e la tromba fatata. Il balsamo e l'anello sono per me; la tromba puoi tenerla e ti gio- verà. - Il
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vestito era coperto di mu- sco marino. Dalla testa le pendevano cioc- che di alghe. Felice e Nennella, spaventati, le voltarono le spalle, corsero verso
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, e le guar- die avevano la frusta in mano dalla mat- tina alla sera. Un giorno arrivò una vecchina piccina piccina e grinzosa come una giuggiola. Fu
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, gli lasciava fare tanti capricci quante sono le ore del giorno. E per la reggia non si ve- devano altro che bestie che scappavano e paggi che
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mettersela sui capelli biondi, e intanto pensava che quei fiori in testa l’avrebbero fatta apparire anche più bella, quando passò una vecchia, e le chiese
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. Questa strega, che si chiamava Dissi- dio, abitava una spelonca nel bosco, e tutte le mattine si metteva in cammino elemo- sinando con due sacchi sulle
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portarle due cane- stre di albicocche e al cuoco di recarle fior di farina, uova e zucchero. Ella voleva im- pastare da sè, con le sue mani regali, le torte
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piccina, che le teneva compagnia. La gallina faceva certe ovina piccine come ceci, ma con una frittatina fatta con una di quelle ovina, la vecchina si
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miei tormenti; laggiù potrei trovare da impie- garmi e non mi mancherebbe il pane. - Le lacrime scendevano copiose lungo le guance di Saaud, perchè
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- cendio glieli aveva distrutti; aveva un ca- stello stupendo, costruito in cima a una rupe, dove custodiva le ricchezze della fa- miglia, e un giorno crollò
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C'era una volta un Re, che aveva tre figliuole: le due maggiori eran superbe e cattive, la minore, invece, era la più bella e buona creatura che ci
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; le figliuole si lagnavano per il freddo e per la fame. La gente guardava il mer- cante con disprezzo, ma lui non si curava di nulla. Bastava che ogni
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nascita che tutti i medici, tutti i maghi e tutte le fattucchiere del regno, non erano riusciti a guarire; era muta. Il padre, ricchissimo mercante, che
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come vanno le cose laggiù nel castello dello zio del tuo nonno. Non ti accorgerai neppure della mia presenza. - Vieni pure. - Dopo poco il Gigante e la
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guardi se uno si accostava per coglierne una ciocca, i fiori diventavano spine lun- ghe lunghe, le foglie si convertivano in ortica, e gli steli
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cumu- lava le funzioni di cuoca e di ciurma. L'ammiraglio era seduto a poppa e fa- ceva dondolare nell'acqua i lunghi tram- poli, mentre la nave
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bimbo faceva lo stesso. Un giorno Fragolina era curva per terra, e con le manine piccine piccine coglieva e coglieva fragole per empire il panierino
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veleggiavano su tutti i mari, le sue carovane, che traversavano i deserti, gli portavano avorio, perle, stoffe, tappeti, legni odorosi, profumi, e ogni giorno ri
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inginocchiarsi alla porta del Re. - Entra, - le disse il Re. La Regina entrò tutta sorridente, e se- dendo in faccia a lui gli disse con voce insinuante: - Maestà
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C’era una volta un mercante ricco, ma ricco. Tutti gli invidiavano le sue ricchezze, la fortuna che aveva, la bella prole. Ma le disgrazie, che sono
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