Le Fate d'Oro
Una notte di vento impetuoso un ra- gazzo scalzo camminava in fretta sulla via maestra che conduceva alla città. I gàttici inchinavano le tremule
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All'ombra di un tiglio in fiore c'era un alveare che costituiva la ricchezza di un contadino. Quando le piccole celle del favo erano colme di miele
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C'era una volta un Conte, che aveva un bellissimo castello. Egli incuteva terrore a tutti. Ognuno gl'invidiava il suo valore in guerra, i nu- merosi
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C'era una volta un Manovale povero, ma povero, che aveva tre figliuoli. La notte che gli nacque il maggiore, in casa non c'era neppure un pochino di
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arrampicarvisi. Giunti a un certo punto trovarono una caverna, e dopo es- sersi inoltrati in quella, all'oscuro, s'imbat- terono in una porta di cristallo
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del Principe reale, venga a palazzo, pena la testa. Chi m'in- gannerà sarà frustato; chi mi consolerà sarà ricompensato. - Tutti venivano a dir la sua
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cavalloni s'in- frangevano con un rumore spaventoso con- tro i fianchi delle navi, il cielo era nero come la cappa del camino. Con grande fatica le navi
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mettersela sui capelli biondi, e intanto pensava che quei fiori in testa l’avrebbero fatta apparire anche più bella, quando passò una vecchia, e le chiese
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. Questa strega, che si chiamava Dissi- dio, abitava una spelonca nel bosco, e tutte le mattine si metteva in cammino elemo- sinando con due sacchi sulle
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per il Principino di cuori, erede del trono, e per i Principini, figli delle Regine sue amiche. Le torte, in numero di otto, furono cotte nel forno
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parti, poi si fermò sull'orlo del piatto, prese in bocca la frittatina e volò via. La vecchina rimase brutta, più brutta del solito, e per quel giorno
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viaggiatori che erano costretti a fermarsi in quel punto per abbeverare i cammelli. - Oh! - esclamava - se potessi an- dare alla Mecca, avrebbero termine i
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C'era una volta, in Iscozia, un Conte, che da ricco era diventato povero, ma po- vero. Aveva un tempo belle praterie dove pascolava numeroso bestiame
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misero in groppa, e il Bue Rosso andò via. Ma appena fu giunto in un bosco folto, ma aiutatemi a dir folto, fece un salto, e la vecchia cascò per terra
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. Viaggiava quasi sempre, e in casa sua dovevan campar d'aria, e andare a letto all'ora dei polli per non consumare il lume. La moglie non faceva che piangere
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C'era una volta, in una città di que- sto mondo, una ragazza bella come il sole. Questa ragazza, per nome Rosalba, aveva un'infermità fin dalla
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Molti, ma molti anni fa, c'era, in un paese di questo mondo, un signore, che aveva ereditato dai suoi antenati il titolo di conte, un bel castello e
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coperta di capri- foglio. Estate e inverno, col solleone e con la neve, quel caprifoglio era in fiore e pro- fumava tutta la valle intorno. Ma Dio
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Molti, ma molti anni fa, salpò un giorno l'àncora la nave dell'ammiraglio del Reame di Bengodi. Quella nave aveva a bordo, ol- tre all'ammiraglio in
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creaturine, perché aveva trovato la bimba sopra un letto di fragole nel bosco, quando andava in cerca di sterpi, e il bimbo al- l'ombra di un gran fungo
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un posticino in tutte le case e ho visitato spesso la tua. - Tu non hai mai varcato la soglia della mia dimora; non ti conosco. - Tua moglie non è
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subito la domanda, perchè dopo poteva venirle in mente di chiedere una cosa di maggior valore; per questo ringraziò il Re e gli rispose che non c’era
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comuni a tutti i mortali, colpirono ben presto il po- vero mercante. Una burrasca fece naufra- gare tutti i bastimenti che aveva in mare, carichi di
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