Le Fate d'Oro
ragazzo camminava sempre, senza sgomentarsi della bufera; ma una spossa- tezza immensa lo vinceva, e il sudore co- privagli la fronte. Egli si sarebbe
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il varco fra le api, e volò via per appagare il deside- rio della Regina. Egli penetrò, ronzando, dalla piccola finestra aperta nella casa più vicina
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C'era una volta un Conte, che aveva un bellissimo castello. Egli incuteva terrore a tutti. Ognuno gl'invidiava il suo valore in guerra, i nu- merosi
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ricordò della tromba. Se la Fata aveva voglia di aiutarlo, egli pensava, non aveva bisogno che la chiamasse. Doveva essere un inganno: era meglio che
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. Il babbo entrò, ed egli pure era canuto. I diamanti scintillavano, allorchè li mi- sero sulla tavola, alla debole luce della lu- cerna. Felice si
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tanto fece e tanto disse; che egli la lasciò in libertà e le permise di sce- gliere un cavallo fra quelli delle sue scu- derie. La vecchina si fece
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. Quando egli si coricò, la volpe gli si mise accanto sulla paglia, e ogni volta che la vecchia si alzava pian piano per picchiarlo, la volpe le si
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chino, egli in- tese il terribile giudizio dalla bocca del Re di cuori. Era condannato a pane ed ac- qua per tante settimane quante erano le torte rubate.
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brandelli e la cin- tura con la fibbia rotta. Egli stava seduto sulla rena, accanto ad una piccola gora d'acqua, sperando di ottener soccorso dai
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volta che an- dava in cantina potesse ficcar le mani nei mucchi d'oro e di argento, che egli accu- mulava, perchè fosse felice. La moglie, invece, si
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saputo indicargli un mezzo di guarigione. Una volta egli era a Smirne ed in- contro tre cavalieri italiani che avevano compiuto il pellegrinaggio di
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. - Il Gigante depose la Fata in terra, e Il Gigante depose la Fata in terra, e mentre essa andava al castello, egli si di- rigeva alla casona nella
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il mercante. Allora egli adocchiò la più bella ciocca e vi avvicinò il coltellino. La ciocca cadde ai suoi piedi. Il Re la raccolse, spiccò il fiore
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- partivano, carichi, per lontane terre. La gente lo inchinava come un monarca, i suoi sottoposti baciavano la polvere che egli calpestava, e perfino
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e saggio che il popolo, fin da quando egli era pic- cino, lo aveva soprannominato il principe Celeste; l'altro, che era costato la vita alla madre
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