Le Fate d'Oro
fontane e dal me- lodioso canto degli usignuoli. Desideroso di un momento di riposo, egli sedè in uno dei viali del magnifico giardino, quando a un tratto
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fino in cima, le api, industriose, incominciavano a costruirne altre per deporvi il miele, che succhiavano dai fiori dei campi e dei boschi. Ma un bel
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. - Ed ambedue seguitavano a camminare. Finalmente, fra il bagliore dei fulmi- ni, il Conte vide una capanna piccina pic- cina. Era stanco anche lui e
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non c'era caso che s'affa- ticasse a contare: dei pioppi non ce n’era neppur uno. Entrarono in un bosco folto folto dove c'erano gli alberi fitti come
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allora Nennella si rammentò dei tre passi in alto ed uno in basso, dei tre colpi, e della promessa della Sirena. I due bimbi andarono sulla riva e in
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tutti gli alberi della foresta del reame, e gli alberi secolari caddero ad uno ad uno sotto i colpi di scure dei bo- scaioli. Poi ordinò che fossero
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Principe, ma la furia dei marosi capovolse tutti i battelli, e la nave scendeva, scen- deva. Serpolino era mezzo pazzo dallo sgo- mento. - Vi ordino di
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in faccia a quelli che trovava a di- sputarsi, e ne inveleniva le contese; i frammenti di vetri li spargeva sotto i piedi dei poveri animali, affinchè
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presenza del Re, e per sua punizione dovette entrare nella sala del convito, e presentare le torte rubate alle Regine ed ai piccoli eredi dei troni di Cuori
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raccattare le ghiande, cuocerle, impastarle, stanca come era? La vecchina la consolò. - Prova: se ne vedon tanti dei mi- racoli. - Miserina andò nel
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una buona dose di coraggio, e udì di nuovo il rumore dei sonagli in di- stanza. Questa volta erano davvero le so- nagliere dei cammelli, e una comitiva
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la rupe, si sprofondò nel lago, e il castello sparve come per incanto. Insomma, di tutte le sue praterie, del suo bestiame, dei suoi boschi, del suo
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. Viaggiava quasi sempre, e in casa sua dovevan campar d'aria, e andare a letto all'ora dei polli per non consumare il lume. La moglie non faceva che piangere
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, - disse ser Or- lando, uno dei tre cavalieri - e se real- mente è bella quanto dite, metteremo a sovvallo il mondo, ma la guariremo. - Fatecela vedere
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per trovar da mangiare. Devono aver fatto un desinare molto misero. Per sfamarmi c'era a sufficenza, perché io mi contento dei mi- nuzzoli; ma anche
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palazzo sor- geva in vetta a una collina, nei cui fian- chi teneva accumulati tutti i suoi tesori. I mari erano cosparsi delle sue navi; il letto dei
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soccorso dei compagni, verificarono se i sacchi erano legati solidamente intorno al collo delle vittime, legarono loro anche le mani e i piedi e li misero
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curvi sotto il fastello, cantando sempre; e al tempo delle fragole la bimba ne por- tava ogni giorno un panierino alla nonna; al tempo dei funghi il
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C'era una volta, nel tempo dei tempi, a Smirne, un mercante turco, che posse- deva ricchezze favolose. Ogni giorno i suoi bastimenti, che
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sgomentò dei rifiuti; soltanto, aveva una faccia così si- nistra, che non faceva augurar nulla di buono per la vita dei due Principi. Un giorno che
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