Le Fate d'Oro
figurava di vederla gemere sopra un letto d'ospedale, sola so- la, e gli pareva che ella, spasimando, chia- masse lui ad assisterla: lui soltanto. Ad un
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il cavallo. Voleva tornare a casa col ramoscello verde, e tornarci presto. A un tratto si trovò ad un crocicchio. Vedeva quattro strade lunghe
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famiglia, la chiamò Miseria. Alla tromba non ci pensò neppure, ma si mise in cucina al buio ad aspettare la Fata: la Fata quella volta non venne. Il
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qualche tempo, mentre un dì Nennella si baloccava insieme con Felice in riva al mare, essi sentirono ad un tratto un voce dolce, che cantava: - Io del
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tutti gli alberi della foresta del reame, e gli alberi secolari caddero ad uno ad uno sotto i colpi di scure dei bo- scaioli. Poi ordinò che fossero
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che passava. - Non lo sapete? È perita la nave che portava il figliuolo del Re, e il paese è in lutto. - Serpolino si affrettò ad andare al pa- lazzo
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. Passò un cane affamato e venne ad accucciarsi sulla porta della sua casa. Ro- settina aveva fame e avrebbe volentieri mangiato quell’ultimo pezzo di pane
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. Ma in quel momento una volpe, che aveva seguito Fiorino, si avventò alle gam- be della vecchia e la morse; poi andò ad accucciarsi ai piedi del bimbo
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torte prelibate, sen- tendo che tutta la responsabilità pesava su di lui, si fece animo e sollevò la cortina pronto ad affrontare la collera del Re
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come sfamarsi, prese alcuni rosicchi di pane, li mise ad ammollare e ne fece una pappina con l'olio. Ma quando stava per mettersi in bocca la prima
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brandelli e la cin- tura con la fibbia rotta. Egli stava seduto sulla rena, accanto ad una piccola gora d'acqua, sperando di ottener soccorso dai
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e di fame. Quando scòrse un lume luccicare tra gli alberi, si diresse a quella volta e giunse ad una capanna piccina piccina, dove abitava una
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, prese dal freddo e dalla paura, tremavano come foglie. Quando incominciava ad albeggiare, sentirono giù nell'ingresso un rumore di chiavistelli; ed
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Terra Santa, e anche ad essi raccontò le pene che lo affliggevano rispetto alla figlia e lodò le qualità fisiche e morali di lei. - Fatecela vedere
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bambini del vicinato, che a poco a poco dovettero vendere terre, boschi, ser- vìti d'oro e d'argento, licenziare la servitù, ad eccezione di un
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. Costei gli disse che era la Fata della Vita, condannata per invidia delle sue com- pagne ad abitare quella casa piccina pic- cina e ad esser brutta e
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loro da mangiare dall'apertura del sacco, che cor- rispondeva alla bocca. Gli aristocratici si divertivano tanto ad imboccarli, che que- gl'infelici
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maggiordomo, con le taccine vecchie e le lunghe barbe fluenti sul petto, gli occhietti vivaci e il sorriso sulle labbra. Ad un certo punto, quando la
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Sgricciolina avrebbe avuto una bella dote. Abbracciò Sgricciolina, le raccomandò di essere buona, di star sempre in casa ad aspettarlo, e andò via. Cammina
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