La tregua
stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna
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dodicimila abitanti, era un villaggio al confronto: quella in cui entravamo era una sterminata metropoli. Non "blocks" di legno a un piano, ma innumerevoli
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La tregua
accoglierci, verso un surrogato accettabile delle nostre case; e questa speranza faceva parte di una ben più grande speranza, quella in un mondo
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La tregua
perché interiore, della disciplina meccanica e servile dei tedeschi. Era agevole intendere, vivendo fra loro, perché quella, e non questa, avesse da
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undici come una tromba d' aria: frenava di colpo con stridore orribile, e facendo perno sulla ruota anteriore faceva sbandare quella posteriore di un
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ricomparse al campo: la pagninca provvedeva generosamente a tutte le sue necessità. Alla fine di aprile scomparve per una settimana filata. Ora quella non
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ospitava. In quella casa, malgrado le difficoltà della lingua, e certe curiose abitudini della sua protetta, si trovava perfettamente a suo agio. Quando
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, lucido, sensibile. Perciò, ogni fatto e ogni parola di quella notte è rimasto impresso nella mia memoria, e ne posso raccontare come di cose di ieri
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gran vecchio barbuto, quello della fucilata: teneva ancora il moschetto a bilanci-arm. Cesare considerava ormai esaurita la sua parte, che era quella
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a quattro ruote, lungo e stretto, con le sponde a "V"; insomma, una telega. La toccai, un po' spazientito per la ottusità di quella gente: non era
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Rimanemmo a Staryje Doroghi, in quella Casa Rossa piena di misteri e di trabocchetti come un castello di fate, per due lunghi mesi: dal 15 luglio al
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di rapporti, che peraltro non riuscivo a definire. In modo vago eppure insistente, a quella immagine femminile ricollegavo un nodo di sentimenti
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già pensavano alla Siberia. I russi, per l' intermediario del Tenente, che in quella circostanza sembrava più gramo e sdegnoso del solito, ci fecero
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neppure ci addolorò oltre misura. Quando la partenza fu certa, ci accorgemmo, con nostra stessa meraviglia, che quella terra sterminata, quei campi e quei
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in molle per ore in recipienti di fortuna, gavette, latte, barattoli appesi al cielo del vagone: di notte, quando il treno frenava bruscamente, quella
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La tregua
odio e di disprezzo, ancora prigionieri dell' antico nodo di superbia e di colpa. Mi sorpresi a cercare fra loro, fra quella folla anonima di visi
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